venerdì 13 novembre 2020

ECCO «CONTATTO» DEI NEGRAMARO: BEN SUONATO, SCALTRO, CON QUALCHE LITANIA

La formazione dei Negramaro.
È uscito oggi «Contatto» (12 brani spalmati in 49 minuti), il nuovo album dei Negramaro. Il tutto a tre anni dall'ultimo lavoro di studio, «Amore che torni», e a due dall'emorragia cerebrale che aveva colpito il chitarrista della band salentina, Lele Spedicato, minando gli equilibri psicologico-affettivi dei nostri.

Il disco si presenta come un lavoro maturo, livido, perfettamente calato in questi tempi balordi, che inevitabilmente segnano alcune pagine con un carico di cupezza mai rintracciato prima nello stile di Giuliano Sangiorgi e soci. Ci sarebbe stato da stupirsi del contrario. È il caso di «Noi resteremo in piedi», che apre l'album quasi con rabbia.

Qua e là si rappeggia, in omaggio alla mode musicali del momento, che paiono non risparmiare la produzione, curata da Andrea Mariano. Senza eccedere, ma quel "quanto basta" per essere dichiarati contemporanei. Una scaltrezza forse inevitabile, come ha dimostrato di recente anche Max Pezzali in «Qualcosa di nuovo».

L'unica featuring è Madame, che canta nella convincente «Non è vero niente». Il problema è che i pezzi più belli sono quelli più autenticamente negramariani, se mi si passa il termine, non quelli che guardano con qualche incertezza al presente o al futuro. Come «Devi solo ballare», trascinante e preziosa nella sua orecchiabilità. Sarà sicuramente un successo.

L'amore è presente, al solito, in dosi massicce: dagli inediti tormenti di «Come non fosse successo mai niente», meno convincente per via delle sue elucubrazioni, all'ampio respiro rassicurante di «E se domani ti portassi al mare». Piacevoli anche «Scegli me» e «Contatto», che dà il titolo al lavoro. Gli ex ragazzi sono cresciuti, insomma, ed è anche comprensibile.

I riempitivi? Ci sono eccome, piazzati quasi tutti sotto finale: dalla bruttissima «Non è mai per sempre», autentica litania, passando per «La cura del tempo» e «La terra di nessuno». Interessante e molto ben scritta, invece, sul piano testuale, l'ultima arrivata: «Dalle mie parti». Ben otto minuti e 36 secondi di canzone con echi minimalisti.

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