giovedì 12 novembre 2020

«LA REGINA DEGLI SCACCHI»: SU NETFLIX VANNO IN ONDA LA GRANDEZZA E IL VUOTO DELL'ANIMA

Anya Taylor-Joy sul set di «The Queen's Gambit»,
ovvero La Regina degli scacchi, in onda su Netflix.

Un consiglio spassionato mi sento di darvelo: «La Regina degli scacchi», serie tv in onda su Netflix di cui parlo bene da un parecchio, e che inizia finalmente a essere notata da pubblico e addetti ai lavori.
È la storia (magnificamente recitata) di un'orfana, cresciuta in un istituto fra poco amore e dosi massicce di ansiolitici, alla quale un vecchio inserviente nel seminterrato insegna in tenera età l'arte degli scacchi. Che diventa per la piccola una vera e propria ossessione.
Lei (la sorprendente Anya Taylor-Joy, il cui volto rappresenta come nessuno il vuoto dell'anima, in un perenne straniamento e distacco dal reale) è un piccolo genio, e diventa pian piano campionessa mondiale, restando però prigioniera di alcune dipendenze, tra le quali l'alcol, oltre alle già citate benzodiazepine. Fra parenti di somma aridità e amori dubitabili.
Una volta inziata, vi toccherà finirla in massimo un paio di giorni di binge-watching. Se non siete scacchisti, non preoccupatevi per i tecnicismi del gioco: un po' ci sono (era inevitabile), ma non in maniera disturbante.
Peccato non abbiano mantenuto il titolo originale: «The Queen's Gambit», che trodotto sarebbe La mossa della regina. Stava parecchie spanne sopra quello scelto, didascalico e banalotto. Davvero l'unica nota stonata.

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