domenica 15 novembre 2020

SERIE TV * «ALEX RIDER»: BEN GIRATA, MA È UNA (MEZZA) FREGATURA


In tema di serie tv fighette, su Amazon Prime Video (che da alcuni giorni ha fatto sparire Amazon dal nome: banale semplificazione o strategia in vista di una decisione commerciale che va nella direzione dell'indipendenza del marchio, e dunque di un abbonamento da pagare a parte, per tradurla in soldoni?) è appena approdata la britannica «Alex Rider»

Si tratta di uno spy thriller all'acqua di rose declinato in otto episodi e interpretato dal teatralmente poco dotato Otto Farrant. Che si cala nei panni di un ragazzo sveglio al quale viene ammazzato lo zio, da anni segretamente al lavoro come agente segreto. C'è poco tempo per le lacrime, perché i datori di lavoro dell'amato congiunto, quelli dell'MI6,  ingaggiano il ragazzo per calarlo nelle loro trame. Bisogna scoprire chi sia l'assassino e poi occorre spedire il pischello a indagare, in incognito, in una sospetta scuola tra le nevi gestita da un pazzo con simpatie hitleriane. L'uomo, un personaggio da barzelletta (quando lo scoprono cancella i file uno a uno dal computer, per dirne una: neanche ai tempi dei modem a 14.4) ha come segretaria una virago simpatica come la sabbia nelle mutande e tiene per il bavero  uno scienziato che ha ingaggiato per condizionare le menti dei pochi, ricchissimi allievi dell'istituto.

Di più non vi racconto per non togliervi la sorpresa, ma diciamo le cose come stanno: a parte qualche fiammata ogni tanto, siamo di fronte a un prodottino ben girato (con finale che lascia le porte aperte a una seconda stagione, ovviamente) ma con poca anima. Si lascia vedere ma non ti inchioda alla poltrona, c'è poco per cui entusiasmarsi. Fors'anche per colpa di qualche guitteria di troppo. Peccato, perché sarebbe bastato poco per migliorare.

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