venerdì 6 novembre 2020

LOMBARDIA ROSSA E CAMPANIA GIALLA: UNA DISPARITÀ DI TRATTAMENTO CHE È UNA RESA DELLO STATO

Da sinistra, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana
e il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

La pagliacciata di Fontana che, a giochi già chiusi, ha finto di non sapere che la Lombardia sarebbe finita in zona rossa (quando la cosa gli era perfettamente nota da giorni) per aizzare contro il Governo l'odio della base leghista (lo stesso Fontana che con Gallera tra febbraio e maggio ha fatto cose indecenti in Lombardia), fa da contraltare a una grossa leggerezza commessa da Conte e dal suo staff, che all'ultimo istante hanno infilato la Campania in zona Gialla.
La stessa Campania che sino a due giorni prima veniva indicata da tutti gli organi di stampa come ad altissimo rischio per la diffusione della pandemia, ecc. ecc.
Ora parlano di dati non aggiornati o non inviati, di 21 parametri da considerare, ma temo che il motivo vero sia soprattutto il timore che piazzare la Campania in zona rossa avrebbe generato nella regione disordini e violenze non gestibili. Qualche accenno c'era già stato di recente. Di fatto, una resa dello Stato al fatto che in una situazione già esasperata tutto potesse sfuggire di mano, complice la criminalità. Timore che per la Lombardia sicuramente non esiste. 
Lo comprendo, ma capisco anche la rabbia di chi al Nord vede messa nero su bianco una sgradevole disparità di trattamento. Così si aumenta il disagio generale. Sarà una decisione dettata forse dalla necessità (e magari tra una settimana anche la Campania sarà costretta a entrare in zona rossa), ma politicamente non mi pare un colpo di genio.

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