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giovedì 25 novembre 2021

RAI QUIZ * LA GIORNALISTA INVIDIOSA CHE CHIAMA PER LAMENTARSI DELL'OSPITE

Una giornalista al lavoro.

Un quesito per abili solutori che viene direttamente da Roma, Viale Mazzini. Chi è quella giornalista di centro-destra (più destra che centro, a dire il vero), non particolarmente nota, da sempre piuttosto compresa nel suo ruolo, che chiama la redazione per lamentare il fatto che Selvaggia Lucarelli sia stata invitata come ospite su Rai1 del programma di Francesca Fialdini «Da noi... A ruota libera»?

Chi autorizza questa collega a protestare per un invito che viene rivolto ad altri e non a lei? Chi le dà il diritto (e anche la protervia) per rampognare, dall'alto della sua fra l'altro non pregnante notorietà? L'invidia è una brutta bestia, si sa, ma non porta da nessuna parte. Al massimo diventa utile per popolare questo modesto Rai quiz.

martedì 30 maggio 2017

I PENULTIMATUM DI FAZIO * FABIO, SE LASCI LA RAI CE NE FAREMO TUTTI UNA RAGIONE

«La Tv abbassa», di Franco Bagnasco - I penultimatum di Fabio Fazio
Ormai Fabio Fazio con la Rai è come quei mariti che minacciano continuamente la moglie di chiudere, ma in realtà non vogliono farlo (troppe comodità, e poi ti tocca anche trovarne un'altra) e restano sempre (tristemente) lì. Guarda che me ne vado, eh?! Sta attenta che ancora una che me ne fai, e addio! Aaahhh, la va a pochi! Basta, è quasi finita! 
Alla fine, a furia di ultimatum, anzi, di penultimatum si perde un po' in credibilità.

Le ultime dichiarazioni del conduttore generosamente lingua munito di Raitre, un po' risentito anche per il tetto agli stipendi fissato per le star (poi in parte aggirato con decisione governativa) sono state: «Voglio che mi dicano che sono un valore. Oggi è più difficile scegliere di rimanere in Rai che andare via». Un po' piccato, signora mia, detta su un palco dopo aver già fatto un tweet sibillino e dato un'intervista a Repubblica nella quale lamentava le pressioni politiche su Viale Mazzini. Che è un po' come dire che l'acqua è bagnata, e che non ci sono più le mezze stagioni.


L'altra sera, in diretta, dopo aver convinto Maria Grazia Cucinotta a fare una preghiera contro il malocchio, ancora una frecciata: «Ragazzi, di più non si può fare. Io le ho tentate tutte per rimanere. Adesso fate voi».

Non si capisce se l'astuto Fazietto stia tentando in ogni modo il pretesto per una rottura perché ha già trovato casa, oppure se davvero stia tentando disperatamente di giocarsi tutti i penultimatum sino in fondo.

In ogni caso, mi sento di rassicurarlo: a «Che tempo che fa» o altrove (magari con un cachet più contenuto rispetto a quello attuale, pazienza), chi vuole seguirlo, lo seguirà, mano al telecomando. Gli altri, Rai compresa, sopravviveranno. Sopravviveremo. Come sempre. Sarà dura, certo, durissima. Vagheremo un po' per i boschi all'alba domandandoci il perché, cercheremo una vana spiegazione a quei drammatici fatti della vita che devi accettare per come sono, ma alla fine passerà tutto.



venerdì 21 aprile 2017

CONDUTTORI RAI IN FESTA: IL GOVERNO TOGLIE IL TETTO DI 240.000 EURO AI COMPENSI

Carlo Conti e Fabio Fazio
I conduttori Rai possono fare la ola e ballare metaforicamente «Disco samba» davanti al cavallo di Viale Mazzini. Come riferisce Prima comunicazione, il Governo stamattina ha tolto il tetto da 240 mila euro annui agli stipendi dei volti della Tv di Stato fissato per legge.
Una norma discussa, soprattutto dagli stessi conduttori, ovviamente, che si sarebbero visti tagliare vistosamente i cachet e che avevano fatto prontamente quadrato: da Bruno Vespa («Si rischia di uccidere la Rai»), a Massimo Giletti («Non è conveniente rimanere nella Tv pubblica. Ognuno si farebbe i suoi legittimi conti»), sino alla presidente Monica Maggioni («Un tetto imposto per legge esclude dalle dimamiche di mercato»). 

Fabio Fazio (che pare sia il meglio pagato) aveva annunciato su Twitter la volontà di iniziare ad autoprodursi, vale a dire vendere il prodotto finito al committente. Un modo per aggirare l'ostacolo, e nei giorni scorsi sono state annunciate dai media sue varie peregrinazioni fra Sky e La7 vagheggiando di possibili contatti per un trasloco. Secondo me improbabile.
Possono dormire sonni tranquilli, per esempio, anche Carlo Conti (il re del varietà), Fabrizio Frizzi, Milly Carlucci, Antonella Clerici, Flavio Insinna, Piero e Alberto Angela, che si occupano da sempre della divulgazione scientifica. L'unica dimostratasi remissiva rispetto al tetto-compensi era Lucia Annunziata: «Non c'è problema, è una legge dello Stato, una decisione del Cda Rai, io obbedisco». Ma ora che il tetto è saltato, tutto torna come prima.

Calmierare i compensi, a mio avviso, non è un'idea peregrina perché se un grosso competitor abbassa decisamente la soglia, soprattutto in tempi di crisi, anche gli altri finiscono con l'adeguarsi. L'unico problema è rappresentato dal tetto limite, che non dà margini a una contrattazione. Ma in Italia, si sa, fatte le leggi si trovano anche gli inganni.


mercoledì 23 novembre 2016

REFERENDUM * S'INVOCA LA NEUTRALITA', MA INTANTO SI MANDANO LE LETTERE

Chi va ospite nei programmi Rai in questo periodo, in qualsiasi contesto, anche a parlare di giardinaggio, oltre alla normale liberatoria, deve firmare un documento col quale si impegna a non dire nulla «che possa in qualche modo influenzare l'esito del Referendum». In pratica, una limitazione (per accettazione volontaria ma vincolante) dell'Art. 21 della Costituzione, al quale tutti dovremmo tenere in particolare modo.
 
Potresti parlare a favore del , potresti esprimere la tua opinione a favore del No, o dell'astensione, ma di fatto non puoi perché hai firmato una clausola che ti auto-censura. Neutralità totale. Poco carino, per niente libertario, ma ci può anche stare se è un'accettazione "volontaria".
Ma allora perché il Comitato per il Sì, che non in concreto ma di fatto è rappresentato dallo schieratissimo Presidente del Consiglio, che come la statale Rai dovrebbe essere super partes, ha attinto agli elenchi degli indirizzi di 4 milioni di italiani all'estero (custoditi dalla suddetta Presidenza) per mandare loro una lettera e convincerli a votare Sì? Da una parte s'invoca la neutralità, dall'altra si agisce in segno contrario.

giovedì 6 agosto 2015

CAMPO DALL'ORTO DIRETTORE GENERALE RAI * LA RIVINCITA DELLA BRAVA PERSONA

Tra le (poche) buone cose fatte sinora dal Governo Renzi, a mio avviso c’è il fresco insediamento di Antonio Campo Dall’Orto alla direzione generale della Rai.
Conosco Antonio da anni, ha fatto prima Mtv, poi brevemente La7, allievo storico di Giorgio Gori, che non a caso è nel team di lavoro del Presidente del Consiglio, e tra i suoi spin-doctors. Il nostro si è scaldato un po’ in panchina prima di arrivare alla poltrona più impegnativa della Tv di Stato. Ma il suo arrivo era segnato nelle stelle.
Campo dall’Orto è un uomo di macchina televisiva, la conosce, la rispetta, sa governarla e – last but not least - è una brava persona. Scusate se oggi come oggi mi appassiono ancora all’idea che in un posto di rilievo ci sia un tipo competente che è anche una brava persona. Semplice e coscienziosa. Sono all’antica.
Il suo compito non è facile: lui viene dal piccolo, a volte dall’infinitamente piccolo, e la Rai è una gigantesca creatura mitologica, un ministero, ha più correnti del Triangolo delle Bermude. Fa entrare nel gorgo oppure in secca qualsiasi imbarcazione. Il mirabolante Carlo Freccero membro del Cda e l'ex inviata Monica Maggioni, un’altra che conosce da tempo la jungla di Viale Mazzini, sono altri due nomi che fanno ben sperare sul fronte della competenza, abitualmente trascurato ai vertici della tv pubblica. Sempre senza farsi troppe illusioni, naturalmente.
Ma piuttosto che niente, è meglio piuttosto, si dice al mio paese.

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