venerdì 27 luglio 2012

FIBRILLAZIONE ATRIALE * COME GUARIRE CON UN INTERVENTO

 Non è noto quanto merita. Eppure l’intervento di «ablazione della fibrillazione atriale con metodica transcatetere» può risultare definitivo nella risoluzione della maggior parte delle aritmie. Leggendo qua e là, anche on-line, c’è chi parla addirittura del 95-98% dei casi.

È così, dottor Bruno Pezzulich, responsabile dell’Unità di Elettrofisiologia Maria Pia Hospital, di Torino?
«Non esageriamo. In base alla mia esperienza, ormai decennale, si va dal 75 al 90% dei casi, a seconda del tipo di problema. È comunque una percentuale altissima».
Perché questo intervento non è così noto e diffuso?
«Probabilmente perché non è facilissimo da fare. Non ci sono molte persone in grado. Bisogna passare dall’atrio destro al sinistro bucando una membranella molto sottile».
Quante persone sono interessate dal problema fibrillazione atriale?
«Passati i 60 anni, riguarda il 4% della popolazione; si sale al 20% oltre gli 80. È responsabile di 1/3 di tutti gli ictus e raddoppia la mortalità totale. A volte si rende necessario il trapianto».
Quali disfunzioni provoca?
«Cala la funzione di pompa del cuore, che normalmente muove sei litri di sangue al minuto. Con la fibrillazione, il 20% in meno. Alcuni pazienti se ne accorgono, altri no. Il battito del cuore è detto “irregolarmente irregolare”. In latino, “delirium cordis”».
Come si individua oltre ogni ragionevole dubbio, per evitare i problemi nei quali è incorso il lettore?
«Basta un elettrocardiogramma, oppure con un Olter che prevede un monitoraggio di 24 ore».

(SALUTE! di TV SORRISI E CANZONI)

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