martedì 3 luglio 2012

PAOLO LIMITI * «EMMA E ALESSANDRA AMOROSO? BRAVE, MA CAMBINO REPERTORIO»

 Sorriso convinto, risata che ti carica, completo ricercato ma cromaticamente irrisolto, Paolo Limiti s’aggira per i corridoi della sede Rai di Corso Sempione, a Milano, distillando buonumore. Da lunedì 2 luglio, a mezzogiorno, l’uomo della memoria, scatola nera vivente dello spettacolo, torna in video su Raiuno con «Estate con noi in Tv». Cinque appuntamenti alla settimana per parlare di intrattenimento con ospiti e musica dal vivo. Come ai tempi, peraltro gloriosi, di «Ci vediamo in Tv».

Limiti, immagino non si senta il nuovo che avanza… Forse il classico usato sicuro?
«Sono uno sempre in ebollizione. Diciamo che i miei 16 anni, che custodisco dentro quella casetta rossa nel cuore, non moriranno mai».
Come sarà il suo nuovo programma?
«Non un talent-show, ma un programma sul talento. Solo quello ha ragione di esistere. Un pezzo come “La voce del silenzio” non sarebbe vissuto 42 anni, cantato da Bocelli a Orietta Berti, se non fosse stato grandioso».
Ma il talento a volte non basta…
«E io ci ho messo anche la bellezza. Ho tanti nuovi ragazzi e li ho messi insieme puntando su talento e bellezza. Sono bravi e bellissimi. I raccomandati, rigorosamente fuori dalla porta».
Tornano anche la cagnetta Floradora e Justine Mattera, ovvero parte della sua rodata compagnia di giro…
«In realtà i miei casting li faccio sempre a ruoli. Mi serve una voce calda? La cerco. Una argentina? La recupero. Così per ogni tassello. Justine per esempio fa da fuoriclasse le canzoni dei musical».
Facciamo qualche nome dei nuovi, allora.
«Anzitutto due ragazze italiane strepitose, ancora sconosciute da noi, ma che lavorano in tutto il mondo: Ilaria e Alessia. Cantano, ballano, suonano, recitano… Tutto. Qualità a livello Metropolitan di New York. Poi Noemi Baiocchi, vent’anni. Il tenore Stefano Rigoni, con due occhi indimenticabili, Sara Rinieri, 13 anni, Giacomo Bertogli, e Sara Facciolini, ballerina già con Conti ne “I migliori anni”…».
Il suo mondo musicale televisivo prima si riferiva agli Anni 40-50-60… Che cosa farà, stavolta? Passerà ai 70-80? Da Natalino Otto a Gloria Gaynor? Da Gino Latilla ai Righeira?
«Ma non ci penso neanche. Io lavoro così: guardo la data del giorno, e mi ricollego a un momento storico. Che canzone si cantava in quel periodo? La ripropongo. Magari un pezzo con lo stesso titolo è andato a Sanremo l’anno prima. Eccolo. Creo la contaminazione, e la traccia del racconto».
Si dice che un direttore di giornale, in definitiva, faccia sempre lo stesso giornale. Anche se ne apre uno nuovo. Succede anche ai conduttori-autori di programmi come lei?
«Un conduttore-autore rifà qualcosa che inevitabilmente riflette la sua personalità. E sarebbe sbagliato il contrario. “Chi l’ha visto?” te l’aspetti fatto con lo stile della Sciarelli; Scotti, se cambiasse il suo, sbaglierebbe…».
La musica in Italia, com’è messa?
«Male. C’è troppa genuflessione verso il genere pop-rock, più o meno d’importazione, e poca ricerca sulla canzone italiana più vera».
Le faccio tre nomi: Arisa, Emma Marrone e Alessandra Amoroso.
«Arisa è quella più vicina alle mie corde, anche perché ha la voce più duttile: la comprime, ci gioca, ci lavora su. Le altre due mi piacciono, ma consiglierei loro di puntare su un repertorio diverso».
Magalli ci ha provato con ingredienti classici in «Mi gioco la nonna», ma il risultato non è stato dei migliori. Perché?
«Lui è bravo, ma i giochi del programma sapevano di già visto, e mancava la costruzione dei personaggi. E poi quel titolo l’ho subito detestato: in Italia può suonare non scherzoso, ma offensivo. Giocati la carriera, viene da dire, non la nonna».
Teme la critica, per questo suo ritorno?
«No. Le mie cose in genere vengono recensite abbastanza bene. C’è solo un critico che si accanisce. E dire che, a dispetto delle apparenze, non credo sia stato neanche strappato alla culla…».
Quali sono i limiti della tv di Limiti?
«Lo chieda a Caparezza, che mi ha citato in una sua canzone meragliosa: il ritornello diceva “Aiuto, sto diventando come Limiti…”. Ma anche Cristicchi mi ha tirato in ballo in “Vorrei cantare come Biagio Antonacci”».
Secondo alcuni il suo limite è il suo pubblico un po’ datato…
«Sbagliano. Se ai tempi avessero chiamato l’Auditel, avrebbero scoperto che i miei programmi sono molto visti anche nelle fasce scolari. E in ogni caso è un’audience ampia, trasversale».
Dice?
«Massì, ed è facilmente spiegabile: se tu vedi un duetto fra Tony Bennett e Lady Gaga, non ti fermi a guardarlo, a prescindere dalla tua età? Io ho sempre mostrato molte cose di grande qualità. Il talento ti conquista, ti rapisce».
Ha finito di bisticciare con Mina?
«Con lei direttamente, mai. Solo qualche scaramuccia col figlio per un paio di telefonate che mi fece, ma è acqua passata».
Le piace il Celentano esternatore?
«No, anche se posso intuire i motivi per cui lo fa. Però preferirei che a esprimersi su certi argomenti fossero persone più esperte. Non credo che l’ultimo Sanremo gli abbia giovato molto, però».
E di Beppe Grillo, che cosa pensa?
«Ha grande ironia, carisma, è un trascinatore… Detto questo, non vorrei che certe cose che dice fossero prese da qualcuno come verità assolute. Sarebbe un peccato».

(TV SORRISI E CANZONI - GIUGNO 2012)

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