mercoledì 24 settembre 2014

CROLLA «BALLARO'» (E IL PUBBLICO NON NE PUO' PIU' DI TALK-SHOW POLITICI)

Crolla il «Ballarò» del plumbeo Massimo Giannini, che (dopo la curiosità per il suo debutto e la presenza di Roberto Benigni) non ha più carte da giocare già alla seconda puntata, se non convocare uno spiazzante e spaesato Carlo «Masterchef» Cracco, giusto per piegarsi - come tutti - alle logiche televisive. Lo chef non ha dato la ricetta del polpettone soltanto perché lì lo stava già cucinando benissimo il conduttore.
Intendiamoci, il crollo di «Ballarò» era la cosa più prevedibile del mondo, ma forse non in questi termini così drammatici. D'altra parte l'appeal di Giannini è quello che è, e ora la gatta da pelare è tutta della rete.
Intanto, il diabolico professorino Giovanni Floris su La7 con «DiMartedì» sale e riduce ad appena due punti il distacco dal competitor. Basta piazzare Maurizio Crozza in apertura che imita Pierluigi Bersani, con un Bersani lì in carne e ossa da intervistare sulle magagne del Paese e la rivalità con Matteo Renzi. Per non parlare di Landini, che la scorsa settimana alzava l'audience di «Ballarò», e questa volta - per le pari opportunità - è andato a fare miracoli da Floris. Di questo passo, gli toccherà andare in tournée con gli U2.

Intanto, Michele Santoro - uno che ha capito tutto - annuncia che questo sarà l'ultimo anno di «Servizio pubblico». La verità è che lo spettatore medio ormai non ne può più di talk-show politici. Sempre la stessa, inconcludente zuppa, più o meno gridata, più o meno raffazzonata o riscaldata, che fa rimpiangere i tempi di Funari e del suo mammozzone trasporta-politici. Almeno là c'era la mortadella che dava poesia e il coté finto trasgressivo di Gianfranco.
Ogni settimana, in ogni programma, oggi imperversa la stessa compagnia di giro che si parla addosso e cerca di prevalere foneticamente sull'avversario. Quando c'era Sgarbi a dare della capra a qualcuno, almeno ti divertivi. Oggi, tutto questo chiacchierare sul nulla non ha più senso. Parlare di politica nei talk è come ballare sul Titanic mentre l'Italia affonda. E la gente, giustamente, cambia canale.

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