martedì 24 gennaio 2017

«LEONI DA TASTIERA» * SELVAGGIA LUCARELLI CASTIGA GLI INSULTATORI DEL WEB

Selvaggia Lucarelli
«Eau de Sauvage». Manca solo il profumo, ma vedrete che prima o poi arriveremo anche all'essenza della Lucarelli. Nei migliori negozi. Due gocce a notte, come faccio io. Se qualcuno realizza il progetto, vorrei il 5% per l'idea. Selvaggia segnatelo, grazie.

L'ultima, meritoria campagna della Wonder Woman di Civitavecchia ha un che di epico e impossibile: riportare alla ragione, attraverso sonore bastonature sul web, gli insultatori gratuiti che pascolano in rete. Greggi di idioti che, a corto di argomenti, si sfogano sui social facendosi largo a suon di: «Zoccola, mignotta, troia, puttana!», e quant'altro il fantasioso armamentario dialettico dei suddetti possa partorire. Offese a muzzo che lasciano il tempo che trovano ma che contribuiscono ad abbassare il livello educativo medio di un Paese già alla frutta. E che a volte partono dalle stesse donne.


Maurizio Crozza in Napalm51
La Lucarelli, che fa opinione disponendo di una pletora di followers su Facebook, Twitter e Instagram che manco Barack Obama, deve mettere in conto, nel mucchio, anche una quota altissima di «haters». Quelli che così, codardamente, si sfogano, come Napalm51, il meraviglioso personaggio creato da Maurizio Crozza. La Lucarelli li chiama «Leoni da tastiera», perché in genere se t'incontrano di persona ti chiedono l'autografo e si fanno il selfie con te. Ma poi sul web "sclerano" e passano agli insulti gratuiti. Anche sobri professionisti, impiegati del catasto, insospettabili uomini del marketing aziendale.
Lei li scova, li scheda, scopre che lavoro fanno, li segnala alle rispettive aziende, rimedia spesso il numero di telefono e sbatte i mostri sulla sua pagina web, oppure li chiama, registra e condivide il loro imbarazzato silenzio, i voltafaccia, le drammatiche capriole per non prendersi una querela. Una figura di merda a volte è per sempre, del resto, meglio del diamante. Quindi Selvaggia ne colpisce uno (ogni tanto) per educarne cento. Un lavoro terrificante per imponenza, vista la massa e il rancore dilagante.


Di recente mi ha fatto molto riflettere la telefonata fatta a una giovane commessa che non sembrava manco rendersi conto della gravità della cosa. Dava per scontato (senza il minimo senso di colpa) che sui social il registro dell'insulto fosse normale o acquisito, e che nella realtà andasse automaticamente cambiato. Questo dà l'idea della distorta percezione, temo sincera, che alcuni hanno in materia.
Il problema della nobile Mission Impossible di Selvaggia è che potrebbe alla lunga avere effetti contrari: il rischio (al netto di ritorsioni) è che aumentino gli insultatori anonimi (nel senso della notorietà, nel senso del: ma chi ti si fila?) che ricercano i loro 5 minuti di celebrità grazie alla telefonata o al post della Lucarelli. Che qualcuno si convinca che un po' gogna mediatica sia meglio dell'invisibilità.
Senza contare che il Social Game nel quale siamo tutti immersi può diventare sempre più pericoloso.


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