domenica 28 maggio 2017

L'ADDIO DI TOTTI ALLA ROMA * L'IRONICO CAPITANO DEL GRILLO DEL PALLONE

Francesco Totti
Francesco Totti è entrato pian piano sottopelle all'Italia intera perché è stato, è (auto)ironico campione trasversale, incapace di essere altro se non se stesso. Ha accettato, con le sue gaffes, con la sua ignoranza non certo ostentata, ma accettata con un sorriso sfottente, beffardo, di diventare simbolo della nostra mediocrità. Esaltandola però con i piedi di un fuoriclasse. Di diventare persino barzelletta, come in un suo libro. Come a voler dire, subliminalmente: non conoscerò bene l'italiano, ma guarda con i piedi (col cucchiaio) che cosa ti combino. «Io so Francé, e voi non siete un c...», parafrasando il Marchese del Grillo. Però senza dirlo apertamente.

Roma l'ha adorato, lo adora, ma essendo il romanesco la lingua ufficiale di Totti e (grazie alla Tv) la seconda lingua di questo Paese, Totti non poteva che essere adottato da tutto lo Stivale.
Difetti e grandezza insieme. Un mix vissuto con leggerezza. Senza sottrarsi mai non tanto al gossip (spesso subito), ma alle occasioni promozionali, alla pubblicità, agli eventi, alla filosofia dell'esserci, sempre, sotto i riflettori. Con o senza la moglie Ilary Blasi
Una coppia che parrebbe uscita da un'edizione del «Grande Fratello», se ci si pensa bene. Ora sarebbe bello sentirlo sfogarsi nel Confessionale, il Capitano.

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