lunedì 29 maggio 2017

I RICCHI E POVERI: «PAPA FRANCESCO, VUOI PRODURRE A TEATRO LA NOSTRA FIABA RELIGIOSA?»

Angela Brambati, Papa Francesco e Angelo Sotgiu dei Ricchi e poveri
Papa Francesco che diventa produttore artistico, come David Zard? È vero che il Sommo Jorge Mario Bergoglio una ne fa e cento ne pensa, ma non precorriamo i tempi.
L'idea dell'appello, di certo ambizioso ma geniale, è di Angela Brambati, la leggendaria «Brunetta dei Ricchi e poveri», che ha scritto una fiaba per il teatro da recitare insieme con il collega Angelo Sotgiu, l'altro rimasto nella storica formazione dopo l'uscita di scena di Franco Gatti

Angela, vuole spiegarmi meglio di che cosa si tratta?
«Volentieri. Ho scritto una fiaba teatrale molto commovente, che si intitola “Le melodie degli angeli”, e sono convinta che Papa Francesco sarebbe la persona giusta per diventarne produttore, e aiutarci a metterla in scena».

Il Papa come Bibi Ballandi?
«Sono un po' pazzerella, ma non mi prenda per matta. Mi rendo conto che è un sogno grandissimo, ma perché mettere limiti alla Provvidenza, appunto? Lo dico perché il fulcro della storia sono proprio religione cattolica e bontà».

Me la racconti.
«Sì, anche perché l'ho già depositata alla Siae». 

Ah, grazie per la fiducia!
«Ma scherzo, mica lo dico per lei! Metà dell'Ottocento. Io sono suor Teresa, con i suoi bei baffi, costretta ad abbandonare l'orfanotrofio nel quale lavora a causa del suo carattere non sempre domabile. Anche Angelo, nei panni del cuoco Raffaele, viene cacciato ma per eccesso di generosità. In carrozza, insieme, raggiungiamo il grande orfanotrofio nel quale iniziamo una nuova avventura. I bambini ci amano, ma a comandare c'è la terribile suor Dorina. Un giorno, giocando con il più sfortunato dei bambini, Loran, che combina un disastro, ci prendiamo la colpa e veniamo cacciati di nuovo. Non le racconto altro perché poi c'è la sorpresa, il gran finale, una cosa struggente, e la stessa suor Dorina diventa più umana, malleabile, c'è spazio per il riscatto e la speranza».

Insomma, positività e valori. È per questo che avete pensato a Papa Francesco?
«Sì, vorremmo magari che la ascoltasse, che approfondisse, e che poi, se gli piace, con l'aiuto del Vaticano, che organizza per esempio il concerto di Natale e che immagino abbia fondi destinati anche a iniziative come questa, ci aiutasse a portare in scena il progetto. Fra l'altro in tempi aridi, in cui la Chiesa ha il problema del calo delle vocazioni o deve affrontare scandali vari, questo testo sarebbe una vera boccata d'ossigeno anche per l'immagine. E i valori cristiani sono portati in palmo di mano. Sarebbe perfetta».

All'interno anche tante canzoni, immagino.
«Ma mica tante, sa? Qualcuna con i bambini, ma non è un musical. Si tratta soprattutto di recitazione. Infatti sto cercando un maestro perché voglio migliorare».

Ma come mai non la producete voi?
«Perché noi siamo artisti, non produttori. In questo mestiere c'è chi produce, e chi va in scena. E poi se devo essere sincera io nella vita non sono mai stata una formichina. Piuttosto una cicala».

Mi sta parlando in veste del 50% povero del duo, dunque...
«In un certo senso... (Ride) A me, a noi, basta la soddisfazione di portarla in scena perché credo sia una cosa veramente bella ed edificante. Comunque è giusto che chi la produce ci guadagni. L'unico che ho sentito sinora è stato Saverio Marconi della Compagnia della Rancia, ma alla fine ha detto no. Ma poi mi si è accesa la lampadina: Papa Francesco!».

Il vostro prossimo "agente".
«No no, quello l'abbiamo appena cambiato e ci segue per i concerti in giro per il mondo. Ma questo progetto è magico, e io sono ostinata. Intanto, come i rappresentanti di commercio, io dico: Santità, ci ascolti. Poi vedrà che si convince».


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