lunedì 26 ottobre 2020

EDOARDO RASPELLI: «RISTORANTI CHIUSI ALLE 18? UNA PAZZIA CHE SFIORA LA CRIMINALITÀ»

Il critico gastronomico Edoardo Raspelli.

"Chiudere i ristoranti alle 18 è una pazzia che sfiora la criminalità. Vuol dire obbligare l'Italia a lavorare la metà. Pazzi, incoscienti e, politicamente, SUICIDI". Così, con forza, con una veemenza, che di solito non gli appartiene, le parole che istintivamente ha messo domenica sera 25 ottobre su Facebook e su Twitter Edoardo Raspelli, giornalista e " cronista della gastronomia", davanti al decreto del governo che impone da lunedì 26 la chiusura in tutta l' Italia dei ristoranti alle ore 18. Un distico che in breve tempo è diventato "virale".
Edoardo Raspelli completa il suo pensiero :"E' un provvedimento gravissimo, superfluo, inspiegabile che aggraverà ulteriormente non solo la categoria ma tutta l'economia del nostro Paese. I posti dove in Italia si mangia, ristoranti trattorie, caffetterie, bar, sono da mesi penalizzati dal sempre più massiccio(anche se comprensibilmente inevitabile)lavoro da casa che li ha svuotati, soprattutto nelle grandi città e nelle zone di uffici e fabbriche. Ora quest'altra pessima idea, incomprensibile, senza senso. Abolire il servizio serale vuol dire costringere alla chiusura decine di migliaia di locali, far licenziare centinaia di migliaia di cuochi sommelier e camerieri.
Queste sono le conseguenza dirette, poi ci sono le ricadute sull'indotto , e che indotto! In tutta la produzione agricola ed alimentare italiana avrà gravissime ripercussioni: già i ristoranti di ogni ordine e grado hanno diminuito vistosamente l'assortimento dei piatti nei loro menu e ridotto le cantine. Sarà ancora peggio d'ora in avanti, almeno fino a fine novembre, per vini liquori acque minerali, salumi, formaggi, frutta, verdura, pasticceria... tutto quello che siamo abituati a mangiare per vivere o per il piacere di cibo e bevande...".
Continua Edoardo Raspelli: "Oltre tutto non capisco il senso del provvedimento: il ristorante, l'agriturismo, la trattoria, non sono luoghi soggetti ad assembramenti(almeno quelli che non violano la legge). Io, appena ho potuto muovermi ho ripreso le mie ispezioni nei ristoranti. Continuo a vedere locali(ai più vari livelli)assolutamente attenti corretti e professionali: misurazione della temperatura all'ingresso dei clienti, disinfettanti dovunque, menu lavabili, bustine per non mettere sul tavolo le mascherine di ogni cliente, mascherine correttamente indossate da patron e personale, rigoroso regolare distanziamento tra i tavoli, diminuzione dei coperti...".
"C'è un ultimo aspetto da non sottovalutare - conclude Edoardo Raspelli -. Anche a quei pochi turisti stranieri che in questi mesi vengono nel nostro Paese si è reso impossibile apprezzare uno dei motivi principali delle loro visite: certo, giapponesi russi austriaci tedeschi vengono per i musei, le chiese, i panorami ma anche per cibi e piatti, vini e spumanti. Mi auguro proprio che questo governo ci ripensi, anche perché sono sicuro che si stia alienando le più sincere simpatie(e perdendone i voti)".

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