lunedì 29 marzo 2010

LUCIANA LITTIZZETTO * «BEPPE GRILLO? GENUINO. CARLA BRUNI? MI MISE IN IMBARAZZO»

Roma, nove di mattina. «Oh, ma è mai possibile che a quest’ora ci siano già le mosche che mi volano addosso?». In un’elegante caffetteria di Piazza di Spagna, due insetti poco rispettosi del contesto e del conto («Due the, due spremute, 44 euro») fanno la posta a una stoica Luciana Littizzetto. Il Grillo parlante del nuovo «Pinocchio» di Raiuno sfoggia una pacatezza che al pubblico di Raitre parrebbe impensabile. «Mi va peggio sul set: sono qui a girare il nuovo film di Giovanni Veronesi, “Genitori e figli - Agitare bene prima dell'uso”. Faccio un’infermiera, e dove mi hanno messa a lavorare? Agli infettivi! Fortunata, vero?».

Luciana, recitare per lei sta diventando un vizio...

«Mi piace. Questo film, una commedia, parte dal presupposto che a 14 anni i figli non riescono a comunicare con i genitori. Zero. Come se non ci fosse campo».

E lei ci prova.

«Io e Silvio Orlando siamo due separati intelligenti, ma nostra figlia parla solo con la nonna, Piera Degli Esposti. Ho persino un amante, Max Tortora. Hanno messo insieme due deformi...».

Qualche problema di comunicazione l’ha avuto anche sul set di «Pinocchio», pare.

«Un incubo. Eravamo costretti a recitare in inglese e il mio è assurdo, incomprensibile. Il protagonista, Robbie Kay, mi guardava e gli facevo tenerezza, si capiva che voleva aiutarmi. Morale, correvo per i boschi con le ghette e le antenne rincorrendo un ragazzino e parlando una lingua ignota».

Littizzetto: più ricca che intelligente?

«Ma direi proprio di no: lavoro a Raitre! Posso accettare più intelligente che bella, ma solo in un contesto scherzoso. Nelle battute, come nella vita, diceva mia nonna, l’è ‘l tòn cal fa la müsica: è il tono che fa la musica».

Ma come? Lavora in tv, fa milioni di ascolto, serate ovunque...

«Mica mi pagano proporzionalmente ai milioni di ascolto... E le serate ho smesso di farle da anni».

Non ama incontrare il pubblico?

«Scherza? Vivo in mezzo alla gente appena esco di casa. Mi fermano a far la foto e dicono: “Lei è così bassa...”. Di tutto, enormi confidenze. A volte mi tocca improvvisare dei “Ballarò” in panetteria».

Quindi?

«È brutto a dirsi, ma dopo due-tre volte che ripeto lo stesso testo, mi annoio terribilmente. E poi sono uno scricciolo, in tournée mi schianto di fatica».

Il completino da Grillo parlante, non le ammazza i fianchi?

«Non me ne parli: volevano l’addome da insetto. Poi, svegliandosi ogni giorno alle cinque, al freddo, per andare coi muli sul set a Civita di Bagnoregio, non avendo biada, alla fine mangiavo qualsiasi cosa».

Ma serve fare il Grillo parlante la domenica in tv?

«Far ridere aiuta. Sono un saltimbanco, semino il dubbio. Quel che mi fa tristezza è che debbano essere i comici oggi a fare un’opposizione che non esiste. O comunque a concedersi il dissenso, che non è più tollerato».

Giochiamo. Chi è Pinocchio, oggi, in Italia?

«I politici, senza nessuna distinzione di colore».

Il gatto e la volpe?

«Voi giornalisti, che vi perdete in lotte intestine e avete in mano il destino di quei pinocchetti di cui sopra. Mastro ciliegia è Prodi. Identico. Forse manco ci vede».
Lucignolo?
«Le banche, le finanziarie, la pubblcità».
Mangiafuoco?
«Il presidente iraniano Ahmadinejad. Oddio, alla fine mangiafuoco così cattivo non era. Questo invece mi sa che un missile a lungo raggio prima o poi lo tira».
E la Fata turchina? Non mi dica Vladimir Luxuria...
«No, Patrizia D’Addario. Una fata turchina che parla in barese non mi dispiacerebbe. E comunque con questa storia i giornali hanno esagerato. In fondo le cortigiane sono sempre esistite».
Fabio Fazio e i suoi stupori. E davvero così buono come sembra?
«Sì, un pezzo di pane, mai prevaricatore. E quel che dico non lo sa, quindi certo che si stupisce, al di là del gioco teatrale».
Di solito le sue domande agli ospiti non sono mai particolarmente incisive...
«È vero, ma lo capisco: questi non prendono una lira. Chi glielo fa fare di venire a farsi massacrare gratis la domenica sera in tv?».
Lo ammetta, lei spesso in video è volgare.
«Lo ammetto, ma la volgarità in assoluto per me è soprattutto l’offesa gratuita. E poi parlo come la gente nei bar. Forse ormai è passato un linguaggio un po’ trasgressivo. Ha notato però che non dico mai cazzo?».
Non l’avevo notato.
«La parola volgare più comune non la uso».
L’impressione è che alzi ogni volta l’asticella per vedere se e quando qualcuno la caccerà.
«Il gioco è un po’ quello, sì. Vediamo dove arriverà questa settimana. A volte c’è la politica, a volte la religione. Del resto mica posso fare sempre il costume e parlare dell’Ikea».
Chi ha telefonato chiedendole di smettere?
«Quando facevo Walter e la Jolanda temevano si offendesse Walter Veltroni. Anche quando davo del “Sire” a Silvio Berlusconi. Non mi sono mai fermata. Anzi, chiamano per ringraziare».
Chi?
«Un senatore che attaccai per una legge che metteva le doppiette in mano ai sedicenni. Un altro mi ha mandato un gran mazzo di fiori. Eh, la visibilità di questi tempi è un problema per tutti... Per i politici servirebbe il Lodo Pinocchio».

Sarebbe?

«Se racconti una balla, ti si allunga il naso e ti si accorcia il pisello. Vedi che smettono subito. Più che altro per via del pisello».

Raoul Bova fa «Intelligence» e Luciana Littizzetto «Pinocchio». Che cosa c’è che non va nella fiction italiana?

(Ride). «Eh, me lo chiedo anch’io. Bova però non lo conosco. Per me potrebbe essere anche Rubbia».

Vorrebbe essere al posto di Michelle Obama o di Carla Bruni?

«Di Michelle, anche perché Barack Obama è un gran figo. È poi Carla è una che nella vita ha sempre avuto soprattutto un gran culo. Michelle invece il gran culo se l’è sempre fatto».

Che cosa pensa di Beppe, il vero Grillo parlante italiano, ora in politica con il Movimento 5 stelle?
«Ha scelto una strada difficile. Ha cambiato pelle. Può succedere, alle persone. Ritengo però che ogni sua uscita sia genuina».

Mai sentita in imbarazzo?

«A “Che tempo che fa”, proprio con la Bruni. Arriva ospite e mi dicono: “Va nel suo camerino, che ti vuole salutare”. Vado e i body guard non mi fanno entrare mentre sento lei al telefono. Torno nel mio camerino e mi richiamano: “Vai, vai, Carla ti vuole salutare!”. Torno, entro, mi siedo e lei, serafica: “Ciao cara, ma chi sei?”. Cavolo, mi hai chiamato tu! Terribile».

Bersani, Franceschini o Marino?

«Marino mi ha fatto una buona impressione, ma alla fine scelgo Pierluigi Bersani».
Il mondo dell'informazione?
«Mi fa un po' paura. Una volta quando una cosa era scritta sul giornale, aveva una sua sacralità. 'C'è scritto sul giornale', si diceva. E doveva bastare. Oggi i giornali sono un'arma impropria per sparare titoloni che attaccano o massacrano l'avversario politico».
Si è mai fatta pena?
«Quando credo ai bugiardi. A quelli che mi fregano e io, eterna entusiasta, ci casco. Poi non mi deprimo».

Modestie a parte, è lei la comica che le piace di più?

«Sì, lo confesso. A volte scoppio a ridere scrivendo».

«Pinocchio» è finito nel ventre della balena, e il Grillo parlante spiaccicato. Lei come finirà, in esilio?

«Spero di no. Conto molto sul grande meteorite del 21/12/2012. Mi piacerebbe essere polverizzata lì».

(TV SORRISI E CANZONI - OTTOBRE 2009)

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