giovedì 23 febbraio 2017

«IL PEGGIO DELLA DIRETTA» * L'UNICO CHE MI MANCA DAVVERO? UGO TOGNAZZI

Uto Tognazzi, giustamente, fa le corna.
Sono passati poco più di tre mesi dall'uscita in libreria de «Il peggio della diretta» (Mondadori Electa, ora anche in eBook, Kobo e Kindle su Amazon e Mondadori Store), libretto che sta avendo una discreta fortuna e che ho dedicato ai succosi dietro le quinte dello spettacolo raccontati dalla viva voce dei protagonisti.
I nomi degli artisti che raccontano momenti difficili, esilaranti, privati, drammatici o particolari sono tanti (più di 50) e li trovi cliccando qui. E un centinaio sono le storie.

Molti però mi hanno chiesto quali sono i no che ho ricevuto e che mi sono dispiaciuti. Ovvero chi ha preferito non raccontarsi, a me e al pubblico. Ovviamente tutti i no fanno dispiacere, piccoli o grandi che siano, ma il primo (e il più importante) che mi viene in mente è quello del grande Andrea Bocelli, il quale però mi ha fatto inviare un'educatissima lettera di diniego dalla moglie. Peccato anche per un altro gigante, Claudio Baglioni, uno tra i miei punti di riferimento musicali di sempre.

Vi faccio una confessione. Scrivo di spettacolo da parecchi anni, e colui che avrei voluto invece «torchiare» (ma è impossibile per ovvie ragioni) è l'incommensurabile Ugo Tognazzi. Il compagno di giochi Raimondo Vianello ho avuto la fortuna di conoscerlo. Tognazzi no, ed è una ferita non sanabile per chi ama «Amici miei» e la supercazzola (supercazzora), ma anche un altro milione di titoli del gaudente di Cremona. Lui sì mi avrebbe dato grandi soddisfazioni. Ne sono certo. Come fosse antani, per due, blindando l'editoria come fosse pulitina.


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