martedì 15 marzo 2011

MONICELLI, MORTO CHE PARLA (DEL NUOVO «AMICI MIEI»), MA FORSE CONTROVOGLIA

Ieri, in occasione della presentazione alla stampa di «Amici miei - Come tutto ebbe inizio» (già stroncato o accolto come si accoglie un eczema dai critici che hanno avuto la sfortuna di vederlo), i nostri eroi, ovvero De Sica, Ghini, Panariello, Hendel, Placido, e le guest-star Neri Parenti (regista) e Aurelio De Laurentiis (produttore) hanno sparato tutte le ultime cartucce. Venghino, siòri, venghino. Tenetevi forte perché qui, con questa brutta aria di flop che si respira nel 400, balliamo sull'ottovolante. Allacciare le cinture.

1) Questo film - attenzione - sarebbe «Un atto d'amore nei confronti di Mario Monicelli». Lo stesso Monicelli che non ha mai voluto saperne, che ne respingeva anche solo l'idea, che ha rifiutato di essere coinvolto nella lavorazione, e che si è espresso esattamente così: «Avevano tentato di farmi collaborare al film, ma ho deciso di rimanerne fuori, hanno ragione quelli di Facebook». Ovvero, modestamente, chi vi scrive, che due anni fa fondò il gruppo: «Giù le mani da Amici Miei: fermiamo De Sica e il suo annunciato prequel». Ora, se questo film è «Un atto d'amore nei confronti di Monicelli», riesco a immaginarne di migliori.

2) Dopo le critiche ricevute in Toscana per aver preso parte al taroccone, Paolo Hendel, per difendersi, non trova di meglio che far parlare il morto. Ebbene sì, Hendel fa parlare il defunto Monicelli con i virgolettati! Non ci credete? Ecco qua: «Una volta il grande Mario mi disse a proposito di questo film: "Cosa ne penso io? Ne penso bene, basta che faccia ridere e che la storia funzioni". Si metteva a ridere sentendo parlare di 'capolavori' in riferimento ai primi due capitoli della serie da lui diretti e mi disse "I miei primi due film non erano niente di che ma funzionavano alla perfezione e soprattutto facevano molto ridere"».
Siamo al triplo carpiato perché qui il nostro, oltre a scagionare se stesso, vuole avvalorare, grazie alle parole postume del Maestro, la tesi già ampiamente esposta da De Sica: gli "Amici miei" (quelli veri) non sarebbero capolavori ma solo discreti film. Quindi profanabili con questa ciofeca. Complimenti sinceri.
Ho sempre provato particolare stima per coloro che fanno parlare un morto usando le virgolette. Ma il morto non dice, chessò: "Mi piace il cardamomo". No, entra a difesa di colui che parla in una forte polemica in atto. Il medium è il messaggio. Roba che neanche Rosemary Altea.

3) Aurelio De Laurentiis, contestando il fatto che Monicelli avesse detto «Hanno ragione quelli di Facebook», sostiene: «Non è vero che Mario Monicelli abbia criticato il film: aveva una grandissima dignità e non si sarebbe mai permesso di sparare a favore o a sfavore di una cosa che non conosceva. Ho parlato a Mario fino a pochi giorni prima che morisse. E' solo che lui non ci vedeva più: ed è impossibile far leggere una sceneggiatura o far vedere un film a un uomo che non vede».
Peccato che nel 2009 il Maestro, a proposito del prequel, dichiarasse a CineBlog.it: «[...]non voglio giudicare, ma mi dispiace che ci sia la tendenza [...] a ripetere film già fatti, trasportandoli in contesti che non c’entrano per niente con quelli in cui è nato il film...[...]...Questi registi conoscono molto bene il mestiere, però si facciano venire delle idee per conto loro senza riprendere quelle degli altri». Quindi un giudizio negativo molto preciso. Inoltre, dopo aver aperto il gruppo, da giornalista, intervistai personalmente Mario Monicelli, che si disse sempre contrario al progetto di Neri Parenti. In particolare, mi disse: «Non amo né sequel, né prequel. Per me i film devono finire col primo. Accettai già controvoglia di fare il secondo Amici miei, ma alla fine mi sembrò che ci fossero i presupposti. Mi rifiutai categoricamente di fare il terzo, figurati se vado a fa 'sta roba». Apprendiamo ora che con l'espressione «figurati se vado a fa 'sta roba» probabilmente Monicelli intendeva dare un giudizio positivo su «Amici miei - Come tutto ebbe inizio».

4) Neri Parenti su questa nostra protesta on-line che ha fatto parlare l'Italia: «E' una manifestazione localistica, soprattutto integralisti fiorentini che prendono subito d'aceto. E comunque 50 mila persone, che non sono mai aumentate col tempo, non sono tante, rispetto ai venti milioni di utenti Facebook». Che è come dire: se sto affogando nel Mar Tirreno, non mi devo preoccupare; in fondo esistono le profondità dell'Oceano. Potrei sprofondare lì, quindi mi rincuoro.
Caro Neri, le rivelo due piccoli segreti: nel momento in cui le scrivo, siamo 58 mila persone sul gruppo principale e 37 mila sull'evento d'appoggio, quello del boicottaggio. In costante aumento. Ci perdonerà se trova qualche doppione, ma non sono poi così tanti. Inoltre, per disgrazia, sono le stesse persone che volevate prendere in giro intitolando così questo film. Quindi non un campione indistinto come la totalità della popolazione Facebook in Italia.
«Manifestazione localistica?». Amici miei (quello vero, non il suo) è trasversale. C'è un campionario vasto di tutta l'Italia in questo gruppo. Le piaccia o no. Io, per esempio, sono pavese e vivo a Milano. A Firenze ci sono stato in gita con la scuola, da piccolo.
In compenso, però, ho una tonnellata di amici sparsi ovunque nel Paese che il suo film non lo vedranno mai. E mi creda: comunque vada, questo già mi rincuora. Cordialità.
Franco Bagnasco

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