sabato 19 marzo 2011

«NESSUNO MI PUO' GIUDICARE» * T'AMO PIO BOVA (RAOUL), TRA EQUIVOCI E RISATE

La viziatissima Alice (Paola Cortellesi) è una ricca donna romana con villa, tre domestici filippini e un figlio di nove anni. Quando suo marito, imprenditore genialoide ma fallito, muore in un incidente stradale lasciandole una caterva di debiti, a lei non resta che trasferirsi in un quartiere (mioddìo) povero e imparare a guadagnarsi la pagnotta. L'unico modo per racimolare una grossa somma di denaro in breve tempo pare sia quello di mettersi a fare la escort. Un tempo nota come mignotta. Tra un cliente sado-maso e un altro amante del travestitismo, nel tempo libero, conosce il gestore di un internet point di borgata (Raoul Bova) con variopinta clientela internazionale. Mi piace assai, ma gli confesso che faccio la puttana? Pardon, la escort... Intanto mento, dicendo che sono commessa da Decathlon. Poi, si vedrà.

Garbata commediola dell'esordiente Massimiliano Bruno, che può contare su un cast in buona forma, impreziosito da Rocco Papaleo sempre perfetto nel ruolo dell'italico, rozzo qualunquista. La Cortellesi riesce a sciogliersi più al cinema che in tv, a «Zelig», dove trasmette una perfezione che rasenta la freddezza. Bova è il Raoul di sempre: gran bello da vedere, ma lui e la recitazione sono come le convergenze parallele: destinate e non incontrarsi mai. Il soggetto è esile e già visto, ma non mancano battute, trovate, situazioni esilaranti. Insomma, non è certo un capolavoro, ma sempre meglio che ridursi ad andare a vedere il finto «Amici miei» di Christian De Sica e Neri Parenti.  VOTO: 6/7

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