lunedì 31 ottobre 2016

PREMIO NOBEL * BOB DYLAN, LA VUOI DAVVERO LA RISPOSTA CHE «IS BLOWIN' IN THE WIND»?

Dunque, mister Bob Dylan vince il Premio Nobel per la Letteratura. Non una targa della pur rispettabile Sagra della Salamella di Brugherio. Il Nobel. C'è Baricco che probabilmente ucciderebbe passerotti e pesci rossi per riceverlo. Per 15 giorni, dal suo eremo, il nostro non si degna non dico di ringraziare, ma neppure di rispondere. Zero. Silenzio. Neanche canticchiare in un video «Ciao mamma, guarda come mi diverto», per dire. Niente. D'accordo che sei figo, d'accordo che sei snob, d'accordo che fai cose alte e gli altri sono straccioni; d'accordo che sei Bob Dylan. Ma anche 'sticazzi, direbbero a Roma. 

Dopo 15 giorni qualcuno saggio accanto a te ti convince che - come dire - non è carino rifiutare un Nobel, che fai una figura che manco Razzi quando s'impegna con i congiuntivi, e allora dai un'intervista dove manifesti più che altro il tuo stupore, ma aggiungi anche: andare a ritirarlo? «Se potrò, andrò». Perché in effetti hai anche l'umido da portare giù, sei alla terza stagione di «Lost», e non è detto che si possa trovare il tempo per andare a ritirare un Nobel. Forse sei anche un po' adombrato perché ritenevi che to dovessero assegnare prima.

Ora, se io fossi in quelli dell'Academy di Stoccolma, per prima cosa intesterei il tuo assegno da 750 mila sterline a chi ne ha bisogno, lasciando la tua statuetta in uno sgabuzzino buio in attesa che ti degni di mandare la filippina a prenderla.
Poi ti darei con un relativo garbo quella «The Answer» che, «My friend», da parecchi anni tu cerchi e che «Is Blowin' in the Wind». Ma potrebbe non piacerti.

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