lunedì 3 ottobre 2016

STAVOLTA MI FACCIO SERIO PER DIRVI CHE NON POSSO PARLARE

Da settimane incontro o sento amici, colleghi, lettori, gente di spettacolo che mi chiedono come mai dopo 17 anni di onorato e orgoglioso servizio in quel di «Tv Sorrisi e canzoni», io sia stato trasferito al femminile «Tu Style».

Avrei tanto da dire. Tanto. Ma non posso farlo. Non posso riferire né commentare. Non è per codardia. È che in casi come questi ci sono regole condivise, che valgono ovunque e che impongono pubblicamente il silenzio. Sarebbe frustrante per chiunque, figurarsi per un giornalista (come potrete immaginare) non poter parlare. Ci si sente imbavagliati. Ma lo accetto.

Quel che posso dire è che continuerò a fare il mio lavoro con coscienza, passione, rispetto per me stesso e per i lettori (che troppo spesso si dimenticano e che sono invece l'unico punto dal quale dovremmo partire). Il tutto attenendomi alle basilari regole deontologiche di questo mestiere, al contratto a all'Articolo 21 della Costituzione.

Grazie di cuore a tutte le persone che in questo periodo mi stanno esprimendo in ogni modo solidarietà, affetto e comprensione.
Ho amici fantastici.
E un grazie particolare a chi vorrà convidere.


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