venerdì 26 febbraio 2010

TV * SANTORO, MORGAN E IL PENSIONATO CELENTANO

È sempre entusiasmante sentire Adriano Celentano mentre sproloquia in tv. Mancandogli un programma, ultimamente telefona in diretta, per la felicità di Telecom Italia. Ieri ha chiamato «Annozero», sostenendo (con qualche ragione e allegorie tutte sue, peraltro) la causa di Marco Castoldi in arte Morgan.
Ma non è questo il punto. Il bello sono le reazioni ai suoi blitz. Nella maggior parte dei casi, il contributo audio del «Re degli ignoranti» viene accolto dal conduttore di turno come l’intervento di un semidio. La generosa concessione di un sovrano illuminato che ti concede la grazia di un parere. La carità della sua salvifica parola.
In realtà Celentano inanella quasi sempre colossali banalità inframmezzate a mortali pause. Un giocatore di scopa che saracca al bar sport ha maggiore profondità di pensiero. Ieri Michele Santoro ha fatto il miracolo, denudando il Re degli ignoranti. L’ha trattato come uno qualsiasi che chiama in diretta al quiz dei fagioli nel barattolo. Con un velo di leggera degnazione, di compassione sul volto ha accolto la sua chiamata sgonfiando il guru.
Per una volta il Molleggiato è stato trattato e si è sentito – giustamente - come quei pensionati che si fermano a sparar cazzate (125 milioni?) davanti alla buca con i lavori in corso nel centro storico.
A casa molti avranno fatto la ola.

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