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lunedì 10 marzo 2014

CATTELAN HA L'X-FACTOR IMPRENDITORIALE: RESTA A SKY MA VUOLE UN TALK

Il tortonese Alessandro Cattelan alla conduzione di «X-Factor», su Skyuno, ha funzionato. Parecchio. Il ragazzo è sveglio e piace. E così il colosso di Murdoch, com'è noto, ha deciso di affidargli un nuovo talk-show, di imminente messa in onda. Tra i primi ospiti, già più o meno annunciati, Belen Rodriguez, Valentino Rossi ed Emma Marrone. Fin qui, tutto bene.
Quel che non si sa, e che trapela invece dai rumors dietro le quinte, è la genesi del progetto, che - stando ai gossip - nascerebbe dalla scontentezza di Cattelan per la sua scarsa esposizione sulla rete. D'accordo che «X-Factor» è un colpaccio, ma un solo programma all'anno è forse troppo poco per un rampollo in ascesa, che ha voglia di lavorare e mettersi alla prova. Così la pensa anche il suo agente, Franchino Tuzzio, che avrebbe fatto leva sulla direzione di Sky per convincerla a sganciare una nuova vetrina per il suo pupillo. Della serie: o arriva qualcosa, o ce ne andiamo. Sarà vero? Per la cronaca, limitiamoci a registrare che Cattelan non se ne va e avrà presto un nuovo talk (che partirà non molto dopo il ritorno di «The Voice of Italy» su Raidue) oltre al suo talent canoro.   


martedì 3 luglio 2012

PAOLO LIMITI * «EMMA E ALESSANDRA AMOROSO? BRAVE, MA CAMBINO REPERTORIO»

 Sorriso convinto, risata che ti carica, completo ricercato ma cromaticamente irrisolto, Paolo Limiti s’aggira per i corridoi della sede Rai di Corso Sempione, a Milano, distillando buonumore. Da lunedì 2 luglio, a mezzogiorno, l’uomo della memoria, scatola nera vivente dello spettacolo, torna in video su Raiuno con «Estate con noi in Tv». Cinque appuntamenti alla settimana per parlare di intrattenimento con ospiti e musica dal vivo. Come ai tempi, peraltro gloriosi, di «Ci vediamo in Tv».

Limiti, immagino non si senta il nuovo che avanza… Forse il classico usato sicuro?
«Sono uno sempre in ebollizione. Diciamo che i miei 16 anni, che custodisco dentro quella casetta rossa nel cuore, non moriranno mai».
Come sarà il suo nuovo programma?
«Non un talent-show, ma un programma sul talento. Solo quello ha ragione di esistere. Un pezzo come “La voce del silenzio” non sarebbe vissuto 42 anni, cantato da Bocelli a Orietta Berti, se non fosse stato grandioso».
Ma il talento a volte non basta…
«E io ci ho messo anche la bellezza. Ho tanti nuovi ragazzi e li ho messi insieme puntando su talento e bellezza. Sono bravi e bellissimi. I raccomandati, rigorosamente fuori dalla porta».
Tornano anche la cagnetta Floradora e Justine Mattera, ovvero parte della sua rodata compagnia di giro…
«In realtà i miei casting li faccio sempre a ruoli. Mi serve una voce calda? La cerco. Una argentina? La recupero. Così per ogni tassello. Justine per esempio fa da fuoriclasse le canzoni dei musical».
Facciamo qualche nome dei nuovi, allora.
«Anzitutto due ragazze italiane strepitose, ancora sconosciute da noi, ma che lavorano in tutto il mondo: Ilaria e Alessia. Cantano, ballano, suonano, recitano… Tutto. Qualità a livello Metropolitan di New York. Poi Noemi Baiocchi, vent’anni. Il tenore Stefano Rigoni, con due occhi indimenticabili, Sara Rinieri, 13 anni, Giacomo Bertogli, e Sara Facciolini, ballerina già con Conti ne “I migliori anni”…».
Il suo mondo musicale televisivo prima si riferiva agli Anni 40-50-60… Che cosa farà, stavolta? Passerà ai 70-80? Da Natalino Otto a Gloria Gaynor? Da Gino Latilla ai Righeira?
«Ma non ci penso neanche. Io lavoro così: guardo la data del giorno, e mi ricollego a un momento storico. Che canzone si cantava in quel periodo? La ripropongo. Magari un pezzo con lo stesso titolo è andato a Sanremo l’anno prima. Eccolo. Creo la contaminazione, e la traccia del racconto».
Si dice che un direttore di giornale, in definitiva, faccia sempre lo stesso giornale. Anche se ne apre uno nuovo. Succede anche ai conduttori-autori di programmi come lei?
«Un conduttore-autore rifà qualcosa che inevitabilmente riflette la sua personalità. E sarebbe sbagliato il contrario. “Chi l’ha visto?” te l’aspetti fatto con lo stile della Sciarelli; Scotti, se cambiasse il suo, sbaglierebbe…».
La musica in Italia, com’è messa?
«Male. C’è troppa genuflessione verso il genere pop-rock, più o meno d’importazione, e poca ricerca sulla canzone italiana più vera».
Le faccio tre nomi: Arisa, Emma Marrone e Alessandra Amoroso.
«Arisa è quella più vicina alle mie corde, anche perché ha la voce più duttile: la comprime, ci gioca, ci lavora su. Le altre due mi piacciono, ma consiglierei loro di puntare su un repertorio diverso».
Magalli ci ha provato con ingredienti classici in «Mi gioco la nonna», ma il risultato non è stato dei migliori. Perché?
«Lui è bravo, ma i giochi del programma sapevano di già visto, e mancava la costruzione dei personaggi. E poi quel titolo l’ho subito detestato: in Italia può suonare non scherzoso, ma offensivo. Giocati la carriera, viene da dire, non la nonna».
Teme la critica, per questo suo ritorno?
«No. Le mie cose in genere vengono recensite abbastanza bene. C’è solo un critico che si accanisce. E dire che, a dispetto delle apparenze, non credo sia stato neanche strappato alla culla…».
Quali sono i limiti della tv di Limiti?
«Lo chieda a Caparezza, che mi ha citato in una sua canzone meragliosa: il ritornello diceva “Aiuto, sto diventando come Limiti…”. Ma anche Cristicchi mi ha tirato in ballo in “Vorrei cantare come Biagio Antonacci”».
Secondo alcuni il suo limite è il suo pubblico un po’ datato…
«Sbagliano. Se ai tempi avessero chiamato l’Auditel, avrebbero scoperto che i miei programmi sono molto visti anche nelle fasce scolari. E in ogni caso è un’audience ampia, trasversale».
Dice?
«Massì, ed è facilmente spiegabile: se tu vedi un duetto fra Tony Bennett e Lady Gaga, non ti fermi a guardarlo, a prescindere dalla tua età? Io ho sempre mostrato molte cose di grande qualità. Il talento ti conquista, ti rapisce».
Ha finito di bisticciare con Mina?
«Con lei direttamente, mai. Solo qualche scaramuccia col figlio per un paio di telefonate che mi fece, ma è acqua passata».
Le piace il Celentano esternatore?
«No, anche se posso intuire i motivi per cui lo fa. Però preferirei che a esprimersi su certi argomenti fossero persone più esperte. Non credo che l’ultimo Sanremo gli abbia giovato molto, però».
E di Beppe Grillo, che cosa pensa?
«Ha grande ironia, carisma, è un trascinatore… Detto questo, non vorrei che certe cose che dice fossero prese da qualcuno come verità assolute. Sarebbe un peccato».

(TV SORRISI E CANZONI - GIUGNO 2012)

lunedì 23 aprile 2012

SONDAGGIO #unaXcorona * TROVIAMO A FABRIZIO LA NUOVA BELEN RODRIGUEZ

Ok, dopo aver trattato male un po' tutti, stavolta Fabrizio Corona ha pestato la marrone. E in questo caso non parlo di Emma.
Ma noi siamo buoni e non possiamo sottrarci a un atto di umanità.

Corona - è evidente - non può stare troppo tempo senza una nuova Belen Rodriguez, e dobbiamo fare di tutto per dargli una mano a trovarne una acconcia. La persona giusta. Dopo la fine della storia con la showgirl argentina, finita tra le braccia del ballerino Stefano De Martino, le corna dell'agente dei paparazzi e della sfortunata ma rocciosa Emma di «Amici» sono finite in piazza.
Ora, la Marrone non ha certo problemi di visibilità e potrà fare tranquillamente a meno di immediati rimpiazzi, ricostruendosi in pace un futuro sentimentale. Ma Corona, che negli ultimi anni ha vissuto in simbiosi con la Rodriguez, inventandosi scoop (anche questa storia del tradimento potrebbe essere una patacca, ma i beneinformati in fatto di gossip spergiurano sia vera), appeso soltanto alle grazie della fascinosa Belen, non potrà reggere a lungo senza trovare una sostituta mediatamente all'altezza.

«Lospettacolodevecontinuare.com» pensa positivo e vuole dare una mano a Mister Corona, per non perdersi nel mare magnum delle showgirl e dei volti femminili più o meno sulla piazza. Quindi apre ai lettori di Twitter (con l'hastag #unaXcorona) e di Facebook un sondaggio di vitale importanza per il Paese, per suggerire all'ineffabile Fabrizio (che non può farcela da solo) una nuova compagna che possa sottrarlo all'imminente oblio. Del resto c'è in gioco una rispettabile carriera, perbacco.

Alcuni uomini e donne valorosi, di comprovata umanità, ci hanno già fornito su Twitter i primi nomi per la possibile sostituta. Tra questi, spuntano: Elisabetta Canalis, Guendalina Tavassi, la stessa Emma Marrone, Sara Tommasi, Selvaggia Lucarelli, Melita Toniolo, Barbara Berlusconi, Bianca Balti, Eva Riccobono, Beatrice Borromeo, Charlotte Casiraghi, Federica Pellegrini, Arianna David, Flavia Vento, Francesca Cipriani e Luisa Corna. Ma altri, forse in vena di facezie (o anche no, visto che parliamo sempre di Corona) si è spinto persino a ipotizzare nomi più stagionati ma di sicura presa: Brigitte Bardot, Rita Levi Montalcini ed Elsa Fornero.
Ora sta a voi decidere se puntare su qualcuna già in elenco per aiutarci a comporre la classifica, oppure spaziare con la fantasia. Ricordate che su Twitter l'hastag è #unaXcorona. Presto, su questi schermi, i risultati.
Diamo una mano a Fabrizio dopo tutto il bene che ci ha fatto.

domenica 19 febbraio 2012

SANREMO E' DONNA: VINCONO EMMA, GEPPI E (COME SEMPRE) MARIA

Dal prossimo anno, andrà così: chi ha vinto "Amici", se si iscrive, si aggiudica automaticamente, di diritto, anche Sanremo. A conti fatti, ci sta: risparmiamo qualche soldo e una bislacca settimana senza controprogrammazione su tutte le reti nazionali.
La 62esima edizione del Festival è stata un capriccio rosa: oltre all'annunciatissima vittoria di Emma Marrone (grinta, voce e un pezzo un po' retorico forse inadatto a lei), già amica di Maria De Filippi, le donne hanno monopolizzato la scena. Arisa è arrivata seconda (ma meritiva di vincere) con una bella canzone scritta dall'ex fidanzato Giuseppe Anastasi, e technicolor Noemi ha portato a casa il bronzo, aiutata dalla giuria in sala stampa, che ha impropriamente tagliato le gambe alla strana coppia Loredana Bertè-Gigi D'Alessio. La canzone però venderà, eccome. E lei per il coraggio di indossare quelle labbra meritava almeno un premio alla carriera.
Ma il vero exploit l'ha fatto la sarda Geppi Cucciari, che - per manifesta pochezza della concorrenza - con ritmo e qualche efficace battuta si è pappata in un solo boccone tutti i colleghi sfilati quest'anno all'Ariston: da Luca e Paolo, ormai convinti di essere qualcosa che non sono, ai Soliti idioti. Che autodefinendosi mettono le mani avanti, ma non basta per far ridere. Persino lo stralunato Rocco Papaleo, al quale non sono mancati gli spunti, di fronte al ciclone Cucciari spariva. Da notare che la ruvida (stavolta un po' meno) Geppi è brava ma non siamo di fronte al Beppe Grillo dei tempi migliori. Quindi ognuno tragga le dovute conseguenze.
Celentano (Mi chiamo Adriano e sono fatto della stessa materia di cui sono fatti i bonifici), che una volta con la sua demagogia riusciva a portare a casa la pagnotta intercettando anche gli umori delle masse, stavolta ha fatto flop su tutta la linea. Rimediando persino fischi in platea. Per lui un Sanremo boomerang sulle gengive.
In tutto questo, uno spaesato Gianni Morandi, che alla sua tenera età ha condotto la nave in porto lasciando che chiunque salisse su quel palco accanto a lui si impadronisse del Festival. L'ennesima riprova del fatto che chi è nato per cantare, è meglio che faccia soprattutto quello.

mercoledì 15 febbraio 2012

LA ZAVORRA CELENTANO PENALIZZA UN SANREMO IMBARAZZANTE (MA NON PER GLI ASCOLTI)

Il problema non è tanto Adriano Celentano, ma il pessimo uso che (da sempre) fa di se stesso. Furbacchione, retorico, con quella preoccupante propensione all'inutile sermone che l'ha reso tristemente famoso. Ieri sera a Sanremo ha dato, come sempre, il peggio di sé per più di un'ora, impedendo al Festival morandiano di decollare e penalizzando i cantanti. Per attaccare Avvenire e Famiglia cristiana e insultare Aldo Grasso, bastava un articolo di giornale, al limite. Decisamente eccessivo monopolizzare un'ora di servizio pubblico con uno stucchevole delirio fatturato 700 mila euro. Sarebbe bello se i neuroni sani di questo anziano signore milionario organizzassero una class action contro gli altri e la loro badante Claudia Mori. Ma non si può avere tutto dalla vita. Persino Enrico Ruggeri l'ha massacrato su Twitter, l'unico posto dove ieri era divertente vedere e commentare la mappazza festivaliera: «Sono imbarazzato come operatore dello spettacolo e dispiaciuto per i miei colleghi che stanno aspettando la fine di questo delirio». Difficile non condividerne il disagio. Poi gli ascolti ci sono stati comunque, certo. Ma senza controprogrammazione, con la concorrenza spenta, la strada dell'audience è tutta in discesa: 12.762.000 di media con il 49,70% di share.
Come se non bastasse, l'avvio dello show ha arrancato per colpa di Luca e Paolo. Tanto bravi ed efficaci lo scorso anno, tanto inconsistenti stavolta, con un'ironica cover di «Uomini soli» dei Pooh che non lasciava il segno. Satireggiando poi troppo a lungo senza graffiare - e soprattutto senza far ridere - sui comici di sinistra rimasti orfani di Berlusconi.
Tra mille problemi tecnici (il più clamoroso è stato il flop del meccanismo di voto delle giurie, con conseguente annullamento) e il tardivo palesarsi della gnocca, con le piacevoli sembianze di Belen Rodriguez ed Elisabetta Canalis, la serata è scivolata via tra l'imbarazzo di tutti. Alla storia di Ivana Mrazova, modella 19enne bloccata dalla cervicalgia, hanno creduto ben pochi. Ma questo fa parte della panna sanremese, tutta da montare prima che vada in acido.
Qualche buona canzone s'è sentita: tra i virtuosismi di Francesco Renga (che risultava però un po' freddo), ad un'Arisa intensa e spiazzante, spuntavano la consueta grinta di Emma Marrone, la dolcezza di Pierdavide Carone featuring Lucio Dalla, e la strana coppia Loredana Bertè-Gigi D'Alessio. Lei era un mix fra Morticia Addams e Mickey Rourke durante The Wrestler, ma l'orecchiabilità dell'onestissimo pezzo faceva perdonare il resto.
Il penoso siparietto Morandi-Pupo-Celentano mi ha fatto urlare a squarciagola: ridatemi Pippo Baudo. Solo fino a poco tempo fa, non lo credevo possibile.

mercoledì 24 agosto 2011

AL BANO * C'E' ANCHE EMMA MARRONE AL SUO «MEA PUGLIA FESTIVAL»

Per vederle in tv, due serate su Retequattro, bisognerà aspettare settembre. Ma «Sorrisi» è già in grado di mostravi il parterre di ospiti della terza edizione del «Mea Puglia Festival». Evento organizzato da Al Bano Carrisi (nella foto) a Cellino San Marco. Un omaggio alla sua terra, anche in senso stretto, visto che l’evento si tiene nella vecchia masseria di famiglia: la Mea. Tra gli ospiti di quest’anno, quel Gianni Morandi col quale Al Bano sogna un giorno di poter effettuare un tour che coinvolga anche Massimo Ranieri. «Non dovranno cantare le nostre voci, ma le nostre storie di figli del proletariato del Nord e del profondo Sud. Pare che vogliano affidargli ancora Sanremo, e mi auguro che succeda. Gianni ha sempre dimostrato di valere». Tra un Roberto Vecchioni («Il nostro primo incontro fu a un Festival a Spalato, nel 1974, dove lui faceva il presentatore» dice Al Bano), e l’eclettico Lino Banfi («Ora starà in Puglia tre mesi a girare “Il commissario Zagaria”. È una persona garbata, più ricca in privato che in pubblico»), ecco che spunta l’esuberante Emma Marrone. «Mi chiama “Zio Alby”, e ormai è una realtà. Non ha voluto cachet: solo una frisella, e poi è scappata perché la sera stessa aveva un altro concerto a Matera». A proposito della sua partecipazione a «Baila!», il nuovo show danzereccio di Canale 5 messo sotto accusa da Milly Carlucci, Al Bano dice: «Parteciperò; le altre riflessioni le facciano i legali. L’unica condizione che ho messo, è ballare solo valzer. Niente roba strana».


(TV SORRISI E CANZONI - AGOSTO 2011)

venerdì 1 aprile 2011

ANNALISA SCARRONE * «NON SONO FREDDA, MI MANCA SOLO LA BATTUTA AL MOMENTO GIUSTO»

Entri a casa di Annalisa Scarrone, due piani signorili che accarezzano il Bormida in quel di Carcare, nel Savonese, e due cose ti travolgono: mazzi di rose («Arrivano dai fan di tutta Italia; poi le portiamo in chiesa») e l’esuberanza di papà Elvio, insegnante di matematica entusiasta per il secondo piazzamento di sua figlia alla finale di «Amici». Splendido. Non fosse che: «Una volta, in paese, lei era la figlia del professore; ora io sono il padre della cantante».  Sul tavolo, il cuore-cuscino di un’ammiratrice: «Sei la numero 1». «No, alla fine la numero due» sorride lei «ma con 50 mila euro di premio della critica».

Tolte le tasse diventeranno 25-30 mila, lo sa?
«Sì, d’accordo, ma vogliamo sputarci sopra?».
Come li spenderà?
«Ho promesso una cucina a mia madre e un camper a mio padre. Poi, per me...».
Un bel viaggio...
«Ma quale viaggio? Semmai investo qualcosa per trasferirmi a Roma o Milano, per il mio futuro».
Non è che voi dei talent avete la data di scadenza sulla maglietta?
«Per questo credo che solo chi ha i numeri possa avere reali chances».
Fuori la sua strategia.
«Ma quale strategia? Intanti comincio a promuovere il mio cd, “Nali”, uscito per Warner. Poi si vedrà».
Amici» è l’unico modo per sfondare, oggi?
«Non lo so, ma con me ha funzionato. Tentai anche nel 2009 ma non mi presero: troppo cantautrice».
Non mi dica che non ci aveva provato anche con «X-Factor»...
«Sì, a 22 anni, ma fu inutile. Giusto, non ero pronta».
La accusano di essere troppo fredda.
«Sì, ma è falso. Sono un po’ timida e introversa in tv, ma so aprirmi, eccome».
Qual è allora il suo tallone di Achille?
«Aspetti che penso a cosa mi conviene dire... Mi manca il guizzo, la battuta fulminante quando devo rispondere a qualcuno».
Forza, in 10 secondi il podio di Sanremo.
«Facile: Vecchioni, Emma e i Modà, Al Bano; quello più lontano dai miei gusti».
Il Festival resta un mito o è solo un carrozzone televisivo?
«Un mito, e prima o poi vorrei proprio andarci».
Gioco della torre: Nina Zilli, Emma Marrone, Giusy Ferreri. Chi butta?
«Giusy, quella che tra queste mi piace meno».
E chi le piace?
«Senza dubbio Noemi».

(TV SORRISI E CANZONI - MARZO 2011)

domenica 20 febbraio 2011

SANREMO 2011 * PASSI VECCHIONI, MA LO SCANDALO E' IL TERZO POSTO DI AL BANO

Lo scandalo non è tanto la vittoria del ruffiano Roberto Vecchioni (testo splendido, musica ahimé banalissima, eco di mille altre vecchionate da qui alla notte dei tempi), e neppure il secondo posto della ruvida Emma Marrone, il camallo che veste di raso, che con i Modà ha consegnato alla storia del Festival una buona pagina d'atmosfera. Lo scandalo vero era il terzo piazzamento di Al Bano, alle prese con "Amanda è libera". Lei sarà stata anche libera, ma ora si valuta se ci siano i presupporti per mandare a lui quantomeno un avviso di garanzia. Al Bano è anche un vecchio amico, ma così non si fa. Non si porta a Sanremo un pezzo così antistorico (rispetto alla storia degli ultimi Festival, intendo), così fintamente buonista, così sfacciatamente speculativo. Poi hai voglia ad andare di acuti e virtuosismi vocali: sembrava solo una puntata de I Fatti vostri.
La giuria demoscopica l'ha segato il primo giorno, ma poi è stato recuperato e portato in auge dal sempre più inappropriato Televoto. Lo stesso Televoto che quest'anno ha garantito la polemichetta che fa colore di ogni Sanremo che si rispetti (e in genere non lo si rispetta, ma lo si guarda). Stavolta è spuntato l'oscuro omino di RaiTrade, che - non sia mai - ha rivelato il favorito (poi vincitore) della classifica provvisoria. Cazziato in pubblico come alle scuole elementari, è rimasto impietrito prima di finire in ginocchio su ceci. Pare che Mauro Masi lo chiamerà in diretta la prossima volta che si troverà sulla poltrona del dentista, costringendolo a rispondere mentre è in funzione la cannula del risucchio.
In tutto questo, un solo dubbio: ma che cosa c'entra RaiTrade col Televoto? 

mercoledì 16 febbraio 2011

SANREMO 2011 * UN FESTIVAL PIENO DI BRUTTE CANZONI SALVATO DA LUCA E PAOLO

Morandi era vestito come mio nonno quando voleva mettersi elegante.
Per il resto il Festival (conduzione spenta e confusa del Gianni e soci, ma ascolti confortanti al debutto su Raiuno) parte con la solita sferzata di buonismo italiota garantita da Antonella Clerici, che coccola la figlia Maelle. Ci pensano Belen Rodriguez ed Elisabetta Canalis a mandare qualche ormone in circolo, anche se, per classe e statuaria bellezza, va detto che l'argentina sta una spanna sopra la sarda. Corona batte Clooney, insomma. Ed è tutto dire.

Anna Tatangelo ha il drammatico look della Oxa di 25 anni fa, ma la sua canzone, «Bastardo», meritava una chance in più. Per una Giusy Ferreri che sfoggia un buon pezzo non ottimamente interpretato, vien voglia di gridare al miracolo grazie al legaiolo Davide Van De Sfroos, che convince su tutti i fronti: brano e interpretazione. Roberto Vecchioni - il professore è solito alternare un pezzo furbo a uno ispirato fatto con lo stampino - ha scelto stavolta la seconda opzione. Buon testo, ma routine ed echi vecchioniani a manetta. Per un'Anna Oxa che sembra uscita dalla saga di «Predator» (per favore, abbattetela senza farla soffrire), Tricarico si conferma il solito alieno sanremese, con un pezzo da ascoltare Prozac alla mano. Nathalie Giannitrapani è bravissima e ha una voce splendida. Doti da artista di razza messe purtroppo al servizio di una brutta canzone. Merita forse più ascolti, invece, quella dei favoriti Emma Marrone con i Modà, della fortunata serie Negramaro dei poveri.
Si sforzano ma senza apparente risultato Luca Barbarossa e Raquel Del Rosario (che a questo punto è tutto da sgranare per scaramanzia), ovvero la signora Alonso. Non fa gridare al miracolo neppure Franco “due palle” Battiato. Tra lui e Luca Madonia, portate a letto i bambini. Bravi i La Crus, e ancora da classificare il secondo tempo della vita artistica di Max Pezzali. Vestito con una giacca da caccia alla volpe scelta per lui da Stevie Wonder. Chiamate l'esorcista, invece, per Patty Pravo. Che tra una stecca e un calo di voce potrebbe tranquillamente ritornare al Cairo, tra i reperti del museo egizio. A completare l'opera, Al Bano con «Amanda è libera». Mister Carrisi è anche un amico, ma il suo pezzo è da carcere duro a Guantanamo.

A salvare Sanremo pensano Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, che con il loro «Ti sputtanerò» dedicato a Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini firmano una splendida pagina di satira che manda in burla il clima d'odio che si respira nel Paese. Una cover non così coraggiosa, come ha scritto qualcuno, perché colpisce entrambi i contendenti in egual misura, ma senza dubbio ben scritta. Onore quindi a Luca e Paolo.

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