lunedì 21 novembre 2016

DUCCIO FORZANO * «COME ROCKY BALBOA», IL ROMANZO DEL FURETTO DELLA REGIA

Sono stato a Milano, alla presentazione del romanzo autobiografico di un amico, Duccio Forzano, il furetto della cabina di regia. 
Regista televisivo tra i più affermati d'Italia, lanciato nel '95 da Claudio Baglioni, che l'ha voluto all'inizio per videoclip patinati e concerti, negli ultimi anni ha lavorato molto con Fabio Fazio a «Che tempo che fa».


Il libro, edito da Longanesi, s'intitola «Come Rocky Balboa», ed è stato presentato da Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, liguri come Duccio e anche loro nella folta schiera di artisti finiti più volte (per esempio al Festival di Sanremo) sotto le maghiche lenti del regista. Il libro, lo ammetto, devo ancora leggerlo, ma la curiosità, presto appagata, che al momento mi rimane in canna, è sullo stile di scrittura. 

Essì, perché dovete sapere che Duccio, quando si chiude in quella stanza fra tecnici, mixer audio, video, luci, monitor ed effetti, è uno spettacolo della natura; si trasforma in una specie di spietato, inarrestabile e adrenalinico ufficiale della Gestapo. Per me, bisogna fargli l'antidoping. L'ho visto all'opera un paio di volte ed ero quantomeno estasiato.
Chissà se la stessa frenesia, il ritmo sincopato, lo stesso che ha nel lavoro, l'ha portato anche tra le pagine del suo romanzo, oppure se lo stile è pacato, delicato e scorrevole? Manca poco, e lo saprò.


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