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mercoledì 30 giugno 2021

L'APPARTAMENTO IN CENTRO, LE AMERICANE COI VALIGIONI E TUTTO CHE SI GUASTA

Piazza Collegio Ghislieri: una tra le più suggestive "downtown", come dicono gli americani, nella Città delle 100 torri. Vicino ci sono l'antica Università, Piazza della Vittoria, Strada Nuova, Corso Cavour e il Teatro Fraschini.

Mia madre ha un bell'appartamento di famiglia che si affaccia sulla magica Piazza Ghislieri, nel cuore del centro di Pavia, che affitta per periodi brevi direttamente o tramite le varie piattaforme web. Dopo la moria da Covid, il mercato sembra essersi ripreso discretamente. Ieri, domenica, aveva bisogno di una mano per accogliere quattro clienti dagli Stati Uniti. Appuntamento alle 19, si arriva almeno mezz'ora prima. La accompagno con piglio servizievolmente filiale, immaginando una cosetta indolore.
Lasciata l'auto di fronte, nell'enorme parcheggio, salgo anch'io (è un primo piano alto, vecchia Pavia) a dare un'occhiata mentre lei traffica in giro ritoccando e spolverando. Noto che non funziona il wi-fi: la Vodafone station sembra priva di sensi, e mi tocca contattare l'assistenza. In una ventina di minuti riesco a parlare con un call center albanese che mi pronostica al peggio tre giorni di black-out mentre io cerco di spiegare che se affitti casa - per giunta a stranieri - oggi come oggi la connessione web è più importante dell'acqua corrente. "Le metto l'urgenza per motivi di lavoro", dice sapendo di mentire. Ma la prendo per buona, non posso fare altro.

Scendo a mettere in auto un paio di scatoloni di roba inutile da portare via e all'ingresso, sul portone, incontro una famigliola mista: padre italiano, madre orientale madrelingua, e due bambini (età stimata attorno ai cinque anni, forse meno) che entrano nello stabile. Saluto e li prego di lasciare aperto il portone perché devo rientrare subito, mentre il bambino fa di tutto per tentare di richiuderlo e il padre lo accompagna via a forza.
Pochi istanti, e arriva il taxi con gli "ammmerigani", che si ferma sotto il civico a scrutare. Stimando fossero loro, faccio il primo passo: "Giovanna?", dico. Mamma Giovanna è l'intestataria della prenotazione: una burrosa signora originaria dell'Italia, dunque parlante un discreto italiano, che felice risponde: "Sì, siamo noi". Dall'auto scendono, nell'ordine: giovane figlia di Giovanna (l'altra studia a Pavia), giovane amica della figlia, simpatico tassista pavese, e un numero imprecisato di borsoni e valigie che definire enormi è un eufemismo. E in una vita ne ho viste tante, di valigie. Mentre inizio a dare una mano raccomandandomi in silenzio a tutti gli dei dell'Olimpo e anche a Zagor, arriva un secondo taxi con il marito di Giovanna, americano purosangue, che porta in dote altre due mega-valigie. "Meno male che c'è il montacarichi", penso fra me e me.

Il mio essere gentile a collaborativo (mai essere collaborativi) viene giustamente interpretato dalla vasta truppa come un: bello mio, mo con le valigie sono cazzi tuoi, schiavo isauro che non sei altro. Poi sono tutte donne (capirai, tre donne e un uomo in vacanza in Italia per una decina di giorni: è già tanto che non abbiano risalito il Ticino con una portaterei di vestiario), e c'è anche il beneficio della cavalleria. Del resto ho fatto il servizio militare nei Bersaglieri (27' Jamiano, Aviano, Pordenone) e in gioventù feci anche lo sherpa in vendemmia in Oltrepò. Peccato solo che sia in convalescenza dall'ernia non di poco conto di cui vi ho parlato di recente. Non importa. Prendo tutto, valigie e borsoni monstre e li porto dalla strada sin davanti al montacarichi. A 50 centimetri dalla porta del montacarichi c'è il bambino di prima (lo stronzetto che mi voleva richiudere il portone) totalmente incustodito che urla e piange ininterrottamente - ininterrottamente - come solo un bambino sa urlare e piangere. Immaginate la più potente sirena d'allarme e moltiplicate per due i decibel.

Inizio a essere vagamente contrariato. Appena appena. Ma intanto penso: meno male che c'è il montacarichi. Non si potè fare un ascensore vero per motivi di spazio nella tromba delle scale, ma il montacarichi è quasi la stessa cosa, suvvia.
Infilo quattro dei sei valigioni nel piccolo abitacolo e butto su due borsoni in aggiunta. Salgo al primo piano e cerco di far risalire il prezioso strumento meccanico che allevierà le mie sofferenze. Il montacarichi ovviamente non va, è totalmente bloccato. Sarà il peso eccessivo del carico? Non credo, ma - affannato e impregnato di un sudore macilento - lavoro per sottrazione, mentre lì accanto il bambino (faccia al muro) produce suoni talmente acuti e sinistri da far volare per un secondo nella mia mente un pensiero affettuoso alla Franzoni. Tolgo prima una valigia e i due borsoni. Niente. Tolgo un'altra valigia. Niente. Ne restano due. Niente. Il problema dev'essere un altro. Mentre il marito mi guarda sorridente/imbarazzato e Giovanna sale in casa da mia madre con le due ragazze e un borsone (le due girls spippolano allegramente sullo smartphone e non hanno neppure per l'anticamera del cervello di portare su qualcosa), chiamo il numero dell'assistenza montacarichi. E' un cellulare, e mi risponde un pischello, che forse è il figlio del titolare della ditta: "Guardi, le dico subito che l'eventuale intervento è a pagamento. E' domenica, son qui da solo, e non garantisco di riuscire a risolvere". Ma scusi, che servizio è?, domando basito. "No, è che se ci fosse qualcuno dentro bloccato o che sta male ok, ma altrimenti è a pagamento, e comunque non le garantisco di riuscire a risolvere. Glielo dico per correttezza". Quelli che ti inchiappettano dicendo: "Glielo dico per correttezza" sono da sempre i miei preferiti. Vabbé, gli rispondo. Domani, lunedì, mandi per favore qualcuno prima possibile.

Inizio a portare i cinque valigioni monstre al primo piano (tre rampe di scale, il marito si accolla un collo soltanto) mentre la mia ernia canta inediti motivi tirolesi e il bambino sotto, sempre incustodito e credo a questo punto lasciato fuori casa apposta, non smette un secondo di latrare.
Neanche il tempo di finire il trasporto, e da una delle camere da letto arriva la voce soave ma un po' allarmata di mia madre: "Franco, vieni per favore: c'è un problema!". Solo uno?, vorrei rispondere a gran voce, ma le parole mi si soffocano in gola. "Arrivo". Mia madre è ferma davanti alla fotocopiatrice, che le serve per riprodurre le carte d'identità degli ospiti, da consegnare per legge in Questura, con un foglio A4 strappato trasversalmente che brandisce come Katie Bates faceva col martello in Misery non deve morire. Nella fotocopiatrice si è materializzato il più complicato blocco di carta inceppata della storia lombarda recente, che mi costringe non solo alla riapertura di tutto il device, cartuccia del toner compresa, ma anche all'estrazione a mano di ben due (uno era poco) lembi di carta strappata infilatisi in anfratti irraggungibili da mano umana. Risolvo felice con i miei superpoteri. Intanto mi accorgo che mia madre dietro di me spiega all'italo-americana che dei due split di aria condizionata presenti in casa, può utilizzare soltanto quello in soggiorno. Motivo? L'altro in questa camera da letto dice perentoriamente che non va usato (suggerisce piuttosto il ventolone a soffitto) perché lo scarico dell'acqua di condensa sul balcone confluisce in una piccola bacinella - troppo piccola ma più grande non ci stava - che si riempie subito. "E non potevamo lasciare il tubicino libero altrimenti gocciolava in strada e si lamentavano". Too much informations. Intervengo a gamba tesa prima che il divieto di accendere l'aria condizionata (peraltro presente e funzionante) impartito a degli americani creasse seri problemi non solo a noi ma a tutto il Paese. Mattarella e Draghi mi devono ringraziare personalmente.

A parte il fatto che non ero a conoscenza della problematica - sarei intervenuto piuttosto personalmente a mani nude o bevendo attaccato alla cannuccia, perché detesto dare l'impressione di inefficienza fornendo un servizio - ma ti pare il caso di dire queste cose a dei clienti? Del resto la genitrice è fatta così, ci mette tutto il suo candore. Intervengo con un sorriso tiratissimo e un'occhiata irripetibile a mia madre: "Giovanna, don't worry: use it". Per fare che sentisse e capisse anche il parentado.
Rientrando in collina ci fermiamo a mangiare un paio di bistecche al Roadhouse. Vado in bagno a lavarmi le mani. Torno. Va anche mia madre. Torna. Ceniamo dopo un tardo pomeriggio che definire allucinante è poco. Alla fine del pasto la genitrice si china verso di me con aria tra il complice e il misterioso, e fa: "Hai visto che prima sono andata in bagno a lavarmi le mani? Ebbene, sono tornata senza lavarmele: dal rubinetto non usciva l'acqua, allora ho spruzzato sette-otto volte sulle mani dal dispenser del gel disinfettante del Covid e l'ho risolta così".
Sipario.


domenica 19 aprile 2020

CORONAVIRUS A PAVIA * ALL'ASTA BENEFICA LA CHITARRA DI DRUPI BATTE PEZZALI, SCOTTI E DE FILIPPI

In alto, Drupi. Sotto, da sinistra, Max Pezzali, Gerry Scotti e Maria De Filippi.
Alla fine, a sorpresa (ma neanche tanto, e poi vedremo perché), la chitarra di Drupi ha battuto tutti. Compreso il giubbotto Harley Davidson di Max Pezzali. Per non parlare della maglia del Milan messa sul piatto da Gerry Scotti e dei due biglietti per la finale di Amici 2021 regalati dalla regina della tv Maria De Filippi. Fanalino di coda tra i Vip.
L'asta benefica on-line «Pavia respira!», promossa da Lara Vecchio e Raffaella Costa per raccogliere fondi nella lotta al Coronavirus, si è chiusa ieri alle 18 con un incasso di tutto rispetto: 24.189 euro.
Che andranno al Policlinico San Matteo e alla Croce verde pavese. La cifra è da considerarsi provvisoria perché ora il notaio dovrà effettuare tutte le verifiche di onorabilità. Finché non arriveranno i bonifici bisogna usare il condizionale, ma l'importo al momento è questo.


La mitica chitarra di Drupi.
La chitarra verde che Giampiero Anelli in arte Drupi suonò in America anni fa per registrare «Piccola e fragile» ha chiuso a 1.410 euro, ed è stato uno tra i lotti più combattuti in assoluto. A seguire (sempre nella graduatoria dei personaggi di spettacolo pavesi) viene il giubbotto indossato da Max Pezzali, che si è attestato sui 1.320. Al terzo posto, con 430 euro, la maglia del Milan con dediche personalizzate che fu regalata a Gerry Scotti e che a sua volta l'ha donata all'asta. Quarta e ultima posizione, con 310 euro, per i due biglietti della finale del talent di Canale 5 prodotto e condotto da Maria De Filippi.

I due personaggi del mondo della musica battono senza appello quelli della tv. Exploit di Drupi a parte, come è possibile, ci si domanderà, che i contributi di due cantanti battano quelli di popolarissime star televisive dall'audience e soprattutto dai guadagni milionari? Semplice: anzitutto la musica crea, da sempre, maggiore mitizzazione degli artisti. Poi va considerato anche il puro valore economico degli oggetti donati. Una chitarra e un giubbotto di marca valgono a prescindere sicuramente più di una maglietta, anche se di Serie A, e di due biglietti per uno show televisivo. Ma quando si fa beneficienza non bisogna guardare troppo all'entità di ciò che viene donato, anche se si ripercuote sul risultato finale. Ciò che conta è il pensiero.
Per la cronaca, l'oggetto di «Pavia respira!» battuto al valore più alto, 3.500 euro, è stato il pallone del triplete, quello utilizzato per la finale di Champions League 2010, donato da Marco Civoli

venerdì 17 aprile 2020

«PAVIA RESPIRA!» * TANTI VIP PAVESI PER LA LOTTA AL CORONAVIRUS

Pavia, respira! È il nome che le giornaliste pavesi Lara Vecchio e Raffaella Costa hanno scelto per l’asta benefica organizzata per supportare l’attività del Policlinico San Matteo e della Croce Verde pavese nella quotidiana battaglia che stanno affrontando contro l’emergenza sanitaria e sociale del Coronavirus.
Prezioso e incondizionato l’appoggio che ci è stato subito garantito e fornito dal Sindaco Fabrizio Fracassi e dall’Assessore alla cultura del Comune di Pavia Mariangela Singali Calisti e con altrettanto entusiasmo e impegno personale si sono attivati in appoggio al progetto i parlamentari pavesi Gian Marco Centinaio  e Alessandro Cattaneo.
 ‘Ho accolto senza esitazione l’invito a sostenere concretamente questa bella iniziativa – dice il Sindaco Fabrizio Fracassi – perché Pavia deve essere grata e garantire il miglior sostegno possibile al Policlinico San Matteo e agli uomini della Croce Verde che stanno combattendo per tutti noi una battaglia difficile. In modo particolare siamo orgogliosi del ruolo di primissimo piano affidato a livello nazionale alle eccellenze pavesi del nostro San Matteo. Per questo abbiamo affiancato l’iniziativa chiamando a raccolta il mondo dello sport locale e nazionale e, attraverso il nostro Assessorato alla cultura,  tutti gli artisti pavesi che hanno risposto con grande entusiasmo”.
Un’iniziativa accolta con grande sensibilità anche dal mondo dell’impresa, da Confindustria Pavia, e da tanti personaggi pavesi ai quali è stato chiesto il sacrificio affettivo di separarsi da oggetti cari, ricordi personali, professionali, pezzi di storia di famiglia o di storia del nostro territorio. Oggetti del cuore, insomma, che passando di mano in mano possano metterci in condizione di raccogliere un contributo da destinare a chi affronta in prima linea questo momento storico così drammatico.
 L’intero ricavato dell’asta sarà devoluto per il 70% al IRCSS Policlinico San Matteo e per il 30% alla Croce Verde pavese.
L'asta on line, fissata per sabato18 aprile SU QUESTO SITO, si svolgerà con il Patrocinio del Consiglio Notarile di Pavia, sarà gratuitamente gestita, coordinata e bandita dal notaio Diego Apostolo, gia' Notaio del Distretto di Pavia e oggi partner dello studio de Vivo-Tacchini-Cecala & Associati, che ha sposato la causa mettendosi a disposizione dell’iniziativa.
Un particolare ringraziamento va agli artisti pavesi Max Pezzali (che metterà all’asta uno dei suoi mitici giubbotti Harley Davidson), Maria De Filippi (con due posti garantiti tra il pubblico della finale di Amici 2021) e Gerry Scotti (che ha donata una maglia personalizzata regalatagli dai giocatori della sua squadra del cuore, il Milan) subito disponibili per una causa che sta tanto a cuore alla nostra città. Da non dimenticare, infine il mitico Giampiero Anelli, in arte Drupi, con la chitarra usata per incidere due lustri fa in America il Best of contenente «Piccola e fragile».
Tra i pezzi forti segnaliamo un’opera dell’artista pavese, una ballerina realizzata appositamente da Marco Lodola, il pallone ufficiale del ‘triplete’ nerazzurro che il giornalista Marco Civoli  ha raccolto a bordo campo al Bernabeu al termine della finale di Champions League tra Inter e Bayern Monaco nel maggio del 2010 e per gli amanti del basket legati ai momenti di massimo splendore della pallacanestro pavese, imperdibili saranno i cimeli messi all’asta dalla famiglia Ravizza (la locandina originale e il pallone firmato da tutti i giocatori di Annabella e Fernet Branca in occasione della partita evento organizzata in occasione dell’inaugurazione del Palaravizza intitolato alla memoria dell’indimenticabile Giuliano Ravizza) e da Barbara Bandiera che ha donato memorabilia legate alla sua presidenza e al suo rapporto esclusivo con il grande campione Oscar Schmidt.  Sempre dal mondo del basket pavese arrivano anche maglie di peso da Gianmarco Bianchi,  ex presidente Edimes (Gallinari, Bellina, Cooper, Falerni ).
 Prezioso il contributo dell’ Europarlamentare Angelo Ciocca che dona una maglia autografata dallo storico capitano dell’Inter Xavier Zanetti.  Ernesto Pellegrini, ex presidente dell’Inter mette all’asta due libri del centenario dell’Inter in edizione limitata e tre palloni firmati dai giocatori nerazzurri. E per gli appassionati di motocross una vera chicca: la maglia del 9 volte campione del mondo Antonio Cairoli donata da Luca Gualini. Originale e divertente il contributo degli Autogol che mettono all’asta la loro partecipazione a una cena di fine stagione del gruppo di fantacalcisti pavesi che faranno la migliore offerta. 
E ancora sarà messa all’asta una cravatta di Silvio Berlusconi, donata da Alessandro Cattaneo e grandi vini per grandi intenditori donati dal Consorzio del Buttafuoco storico, dal titolare dell’Hotel Moderno Giovanni Merlino e dalla Cantina Giorgi.

L’asta on line Pavia, respira! È fissata per sabato 18 aprile A QUESTO LINK e sarà bandita dall’Avv. Diego Apostolo, Notaio con sede a Opera.

Il programma per l’aggiudicazione dei 60 lotti (link) sarà suddiviso in due sessioni:

- al mattino dalle ore 9:00 alle ore 12:00 saranno banditi e assegnati i lotti compresi tra il numero 26 e il numero 60
- al pomeriggio dalle 15:00 alle 18:00 saranno banditi e assegnati i lotto compresi tra il numero 1 e il numero 25


Per poter partecipare sarà necessario accedere alla pagina web dedicata che verrà comunicata nelle 48 ore precedenti all’asta dove troverete la lista dei lotti con l’indicazione di ogni singola base d’asta dalla quale partiranno i rilanci. Un contatore segnalerà per ogni lotto e per tutta la durata dell’asta, in tempo reale, l’importo della migliore offerta ricevuta dalla quale ripartire con un rilancio compreso tra 1 e 1000 euro.
Il sistema chiederà all’utente la compilazione di un form di registrazione, l’accettazione dell’informativa sulla privacy e l’attestazione relativa alla veridicità e dell’esattezza dei dati riportati nel form di registrazione, con assunzione di ogni responsabilità, civile e penale, per il caso di indicazione di dati falsi, mendaci o inesatti.
Chi vorrà partecipare all’Asta relativa a diversi lotti dovrà, pertanto, effettuare tante registrazioni quanti sono i lotti di interesse, riportando nuovamente e per ciascuno di essi i dati sopra specificati.
Le registrazione saranno aperte solamente nelle ore di sessione di ciascuna Asta: tra le ore 9:00 e le ore 12:00 per la prima sessione; tra le ore 15:00 e le ore 18:00 per la seconda sessione.
L’Asta si concluderà con l’aggiudicazione provvisoria alla chiusura delle singole sessioni.
Ad Aste chiuse, entro e non oltre la giornata del 21 aprile 2020, il notaio banditore provvederà a contattare, singolarmente, gli aggiudicatari provvisori di ciascuno dei 60 lotti.
Questi ultimi, ricevuta comunicazione ufficiale, avranno tempo 72 (settantadue) ore per inviare alla e-mail comunicata dal notaio banditore: (a) copia del documento di identità (b) codice fiscale (c) documentazione bancaria comprovante l’avvenuto bonifico di importo pari all’offerta effettuata (d) il modulo antiriciclaggio fornito dal notaio e debitamente compilato.

In caso contrario, il lotto verrà provvisoriamente aggiudicato via via al successivo miglior offerente, il quale dovrà procedere nei medesimi termini e modalità di cui sopra.
I riferimenti del conto dedicato sul quale effettuare i versamenti sono i seguenti:

IBAN: IT10U0623009480000030628155.
Intestazione: STUDIO NOTARILE ASSOCIATO DE VIVO TACCHINI CECALA & ASSOCIATI.
Banca: CRÉDIT AGRICOLE ITALIA S.P.A., MILANO AGENZIA 30 – 00054, VIA TURATI 40, MILANO, MI, 20121.

Solo a espletamento avvenuto delle suddette formalità l’aggiudicazione potrà considerarsi definitiva.

La consegna dei singoli lotti è prevista nel corso di una serata-evento che verrà organizzata dai promotori di “PAVIA, RESPIRA!” in una data fissata non appena verranno revocate le restrizioni di distanziamento sociale.

giovedì 12 dicembre 2019

SCRIVERE E CUCIRE * GARIBOLDI E PICCALUGA RACCONTANO IL MITO DELLA NECCHI

Maria Grazia Piccaluga e Carlo Gariboldi, autori di «Necchi - La storia».
Quando due macchine per scrivere scrivono di macchine per cucire, è sempre un bel leggere. Si nota subito tra le pagine di «Necchi - La storia», il libro che narra le epiche e centenarie vicende della mitica fabbrica made in Pavia appena dato alle stampe per PiMe editrice.
Le macchine per scrivere sono due colleghi e amici, navigati cronisti de La Provincia Pavese: Maria Grazia Piccaluga e Carlo Gariboldi. Ogni anno sfornano centinaia di pezzi sul quotidiano locale consumando la suola delle scarpe (soprattutto Maria Grazia, quelle di Carlo sono nuovissime) e qui giocano in casa.

Nel loro volume riccamente illustrato (reperibile in tutte le librerie pavesi a 18 euro, e ne parlo bene disinteressatamente perché persino io l'ho pagato) si parla a 360° di «una delle più importanti dinastie industriali del '900. Una famiglia di cui si è persa la memoria. Eppure i fratelli Vittorio, Gigina e Nedda hanno lasciato un'eredità importante: materiale (la casa-museo gestita dal Fai a Milano) e ideale. Vittorio, 100 anni fa, ha intrapreso un'avventura personale e imprenditoriale irripetibile». Che ha portato il marchio Necchi a raggiungere tutto il mondo con fatturati principeschi. Fra i suoi testimonial ebbe persino il pugile Primo Carnera.

martedì 7 marzo 2017

PAVESI ESASPERATI: L'11 MARZO UNA MARCIA PER IL NUOVO PONTE DELLA BECCA

Il Ponte della Becca (Pavia)
La gente ormai chiede a gran voce il nuovo Ponte della Becca
Lo Stato invece nicchia (da anni) e non finanzia ancora la costruzione dell'opera, collocata a quanto pare a un centinaio di metri dal ponte attuale, in ferro, costruito fra il 1910 e il 1912 nell'ampia confluenza tra il Po e il Ticino. Un chilometro di strutture tubolari parzialmente distrutte e ricostruite durante i bombardamenti nella seconda Guerra Mondiale, e negli anni recenti rivelatosi più e più volte pericolante all'altezza di alcuni piloni. Chiuso all'improvviso e poi riaperto, prima a circolaziona alternata e poi per mezzi di peso non superiore ai 35 quintali. 

Rifarlo costerebbe 80 milioni di euro, 20 dei quali già promessi dalla Regione.
Sabato 11 marzo (le indicazioni precise sono nel volantino che si trova qui accanto) pavesi e oltrepadani si incontreranno in mattinata dopo le ore 9 (i primi a Linarolo, gli altri a Mezzanino) per una simbolica marcia di protesta di mille metri lungo il leggendario ponte che attraversa i due fiumi. Venirsi incontro tra fratelli, insomma, per portare a casa un risultato. Per fare che l'Oltrepò pavese e Pavia (senza contare i tanti turisti che arrivano da Milano e dintorni) non debbano patire altri disagi e rischi a causa di una struttura che ormai sta insieme con lo scotch. O vogliamo forse che la cronaca nera della fatiscente Italia prima o poi prenda il sopravvento?

lunedì 27 giugno 2016

ADDIO CANEVARI, QUANDO LE DISCOTECHE SI GESTIVANO IN DOPPIOPETTO BLU

Uno tra gli incontri edificanti di quasi trent'anni (li festeggio l'anno prossimo) di questo mestieraccio, è stato senza dubbio quello con Giampiero Canevari, che ci ha lasciati ieri a 69 anni dopo un infarto. 
Io giovane collaboratore de La provincia Pavese, appassionato di spettacolo, lui gestore del Docking, piccola e ben frequentata discoteca nel cuore di Pavia, a due passi dal Ponte coperto. Negli anni in cui le discoteche spopolavano sul serio.
Canevari era un signore d'altri tempi. Un imprenditore vecchio stile che gestiva locali (fu anche per qualche tempo tra i titolari in quota minoritaria delle mitiche Rotonde di Garlasco, se non ricordo male) con una serietà raramente riscontrabile altrove.

Chiuso nel suo ufficio di direzione, fasciato in un doppiopetto blu d'ordinanza, intavolava sorrisi mai troppo larghi e ironie mai troppo pronunciate, anche se a volte affilatissime. Era un cauto per indole e Dna. Fuori, nel «casino», sfilavano tanti nomi che erano o che sono diventati pilastri del nostro spettacolo. Da un Teo Teocoli dalla carriera già affermata, a un Gene Gnocchi al debutto (lo incontrai per la prima volta proprio lì, dietro le quinte) che se la stava plasmando. Le dimensioni del locale costringevano Giampiero a scegliere soprattutto cabarettisti, non cantanti. Che avrebbero richiamato folle non contenibili. E il costo senza dubbio minore dell'ingaggio era commisurato all'offerta. Una volta ci ritrovammo al Docking con l'amico Gigi Brega (già compagno d'avventure nei Beagles) piegati in due dalle trovate trash dell'ormai sparito Mago Gabriel, all'anagrafe Salvatore Gulisano. Con i suoi «esperimenti di pinotismo». Molto adatti per chi come noi veniva dall'Oltrepò Pavese. Nell'ufficio di Canevari vidi piangere, mentre la intervistavo, un'appassionata Alba Parietti, in un momento difficile della sua carriera, e lì Marco Predolin mi mostrò il certificato di sieronegatività con il quale era costretto a muoversi nel periodo in cui circolò la voce che avesse l'Aids. Tutti gli chiudevano le porte, e per poter lavorare si era messo a girare col certificato medico.

Mi ha passato tante dritte utili al mio lavoro, Canevari. Te le buttava lì con indifferenza, ma aveva quasi sempre la notizia ed era ottimamente informato. In quanto persona straordinariamente affidabile. Altri tempi. Adesso purtroppo domina ovunque l'approssimazione, e disattendere promesse non è l'eccezione, ma la regola. Giampiero è stato tra i re (veri) delle notti pavesi quando Albert One spopolava e Max Pezzali frequentava il mondo piccolo e variegato delle disco di provincia che avrebbe poi cantato con gli 883. Quindi, a modo suo, è entrato nella storia.
Ciao Giampiero, mi piace ricordarti in quell'ufficio, alla tua plancia di comando, quando chiudevi la porta, l'artista era lì davanti e il casino là fuori si faceva attutito e lontano.

mercoledì 22 aprile 2015

EXPO MILANO 2015 APARTMENT-HOUSE TO RENT IN PAVIA DOWNTOWN

Located in Pavia (downtown), south Milano, exactly 50 km. by car to Expo 2015 official seat (Pero, via Carlo Pisacane, 1), APPARTAMENTO GHISLIERI CENTRO is a lovely, big and comfortable solution to visit the International Exposition dedicated to the food, and a perfect starting point to admire Milan and all the cities of Lombardy and Northern Italy.

95 mq., two bedrooms, two bathrooms, a furnished kitchen, a living room, a charming, small terrace overlooking the square Ghislieri, APPARTAMENTO GHISLIERI CENTRO (available on Booking), sleeps up to 4 people in a bed king size and two single beds. Provided with fast free WI-FI, tv set and other amenities, is a little jewel old style.

Starting from the apartment you can go to EXPO 2015 pavillons, and visit (for example) the beauty of the old Pavia: walking between the famous Chiesa di San Michele, il Duomo, il Castello Visconteo, Piazza della Vittoria, il Ponte Coperto, l'UniversitàCorso Cavour, Strada Nuova, il Broletto and the extraordinary Certosa di Pavia, an extraordinary monastery and shrine built in XIV Century, located a few km. to Pavia, on the road to Milano.


The world capital of fashion is 40 km. by car to APPARTAMENTO GHISLIERI CENTRO. You can go there by train (the Pavia Station is 1.5 km to the apartment) or by car. A public parking (10 euros day) is just in front of the house. 
A last tip. If you want to visit the beautiful hills of Oltrepò Pavese (something similar to the Tuscany, but in the North of Italy) with their fine wines, you have to drive just for 30 km. Not pushing much farther ci sono le bellezze di Cremona (76 km.), Mantova (154 km.), Bergamo (100 km), il Lago di Como (exactly 100 km. to the George Clooney's villa) e il Lago di Garda (with Gardaland, a paradise for children). 
Enjoy wonderful moments in Pavia, Milano, Lombardia and Expo 2015.

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