lunedì 19 aprile 2010

LA PUPA E IL SECCHIONE * BUONO IL CASTING, INQUIETANTE LA GIURIA

Troppo lungo, mal tagliato (chi ha curato la post-produzione andrebbe fucilato all'alba), un po' finto in alcuni espedienti narrativi. Eppure «La pupa e il secchione - Il ritorno» si conferma una tra le poche cose gradevoli e autoironiche dell'ultima televisione. Il giocoso trionfo dello stereotipo che - però - male non fa. Una specie di «Uomini e donne» denuclearizzato.

I conduttori, Paola Barale ed Enrico Papi (l'ex pupa e il furbacchione) fanno il loro dovere, perfettamente calati nel contesto, e asciugando un po' il programma si potrebbero fare miracoli, anche se la deriva in terza serata consente in effetti l'esposizione morbosa di seni e glutei; rimandi hot e fantasie nude all'amatriciana che stanno fra «La bustarella» e «Colpo grosso». Un plauso a chi ha effettuato il casting dei brufolosi e delle super gnocche dalla tetta allegra, perché anche stavolta (ma di tempo per selezionare ce n'è stato parecchio) non mancano i tipi umani singolari.

Due parole le merita l'inquietante giuria, presieduta da un Vittorio Sgarbi finalmente attento al prodotto (dà a Vittorio un po' di figa e vedi che finalmente la smette di spedire sms durante le trasmissioni alle quali partecipa come ospite a gettone). Oltre all'innocua e stravista prezzemolina Alba Parietti e al misurato Claudio Sabelli Fioretti, spiccano una Platinette alla ricerca ossessiva della polemica (ha aggredito una povera pupa dandole intuilmente dell'anoressica), e la fondamentale Angela Sozio, avanzo del Grande Fratello che fu, la quale, dopo aver sbraitato nei pollai pomeridiani della tv, ora tenta di accreditare una nuova immagine pseudo sofisticata.
Che è come usare il metanolo per ottenere un chianti d'eccelenza.














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