domenica 11 aprile 2010

«GREEN ZONE» * UN MATT DAMON DA VEDERE A COLPO SICURO

2003. Arrestato Saddam Hussein, gli americani occupano l'Iraq. Ma la squadra guidata dall'ufficiale Roy Miller (Matt Damon), incaricata di ritrovare le micidiali armi di distruzione di massa, gira a vuoto tra un sito e l'altro imbattendosi solo in cianfrusaglie e vecchi cessi staccati dal muro. Colpa dei servizi segreti, nelle cui fila si scannano due partiti: uno che cerca la verità; l'altro che inquina le acque, segnalando ai militari falsi obiettivi. L'informatore segreto è tale «Magellano». E chi l'ha mai visto?
Inizio a spazientirmi, dice Miller, quando sulla sua strada spunta un mutilato iracheno che diventa prezioso informatore, utile alla cattura di buona parte dello stato maggiore del governo di Saddam. Un generalissimo sfugge, ma se lo becchiamo vuoi vedere che si sbroglia la matassa?

Con mano da grande mestierante, Paul Greengrass confeziona un action thriller guerrafondaio di assoluta qualità, dove spari e combattimenti non sono mai fini a se stessi, ma funzionali al racconto. Teso, drammatico. Un processo impietoso (e fatto a cadavere ancora caldo) agli interventi americani in Iraq. Per il Vietnam, il cinema Usa ha impiegato molto più tempo a metabolizzare. Date una mitraglietta e una divisa a Matt Damon, e farete di lui l'uomo e l'attore più felice e redditizio del mondo. Purché non si trombi. Che volgarité. VOTO: 8

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