martedì 29 gennaio 2019

GRILLO SURGELATO È DEBOLE, E CELENTANO CONTINUA A SPROFONDARE

La sfidda tv di ieri sera: Beppe Grillo contro Adriano Celentano.
Non è stata una gran trovata (almeno sul piano degli ascolti) quella di Carlo Freccero, che ieri sera, complici le teche Rai, ha scodellato in prima serata sulla seconda rete un mix grillesco di materiale un po' frollo intitolato «C'è Grillo»
La strana macedonia tra passato e presente s'è fermata al 4,3% di share. Davvero pochino, anche perché il direttore puntava molto su questa strana minestra riscaldata.

Beppe Grillo è stato il miglior comedian che questo Paese abbia avuto, lo dico da sempre e mi permetto persino di non temere smentite, ma la dimensione delle tele-frattaglie più o meno d'epoca non è la sua. E la lunga politica del «vaffa» l'ha, in un certo senso, logorato. Ha preso il sopravvento sullo sfottò del comico, che dev'essere soprattutto derisione, non partigianeria. Insomma, se fai troppo il guru alla lunga corri il rischio di prenderlo nel medesimo.
Un esempio della satira web su Adriano Celentano , Claudia Mori e «Adrian».
Se Beppe piange, «Adrian» non ride. 
A Canale 5, sul fronte Adriano Celentano, oltre a un monologo di Ilenia Pastorelli sulle molestie: («Te la sei cercata») e alla tassa del mappazzone «Adrian», che il nostro non vedeva l'ora di sbolognare a qualche rete, il «molle agiato» si è concesso ancora il lusso di sfottere (sempre dal confessionale) Mediaset, l'azienda che molto signorilmente lo ospita e alla quale ha rifilato questa colossale sòla di programma. Il risultato è che gli ascolti sono scesi ancora, al limite del baratro: 11,9% lo show, 10,6% il cartoon.
Però stavolta «Il re degli ignoranti» ha cantanto almeno due pezzi. Di questo passo, in un bagno di sangue d'ascolti, si arriverà alla conclusione con un totale di una dozzina di brani gentilmente concessi al pubblico dall'ugola d'oro di Galbiate. Suppergiù quelli contenuti in un vecchio cd o vinile. Di questi tempi, signora mia, facciamoceli bastare.

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