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venerdì 24 novembre 2023

«IO CANTO GENERATION»: È COSI' CHE SI FA BUONA TELEVISIONE


"Sono contenta, come sempre, di fare da apripista a questo genere di trasmissioni, e mi capita ogni volta. Inizio coi bambini e qualcuno mi viene dietro immediatamente. Mi tallona, mi attenziona molto, direi". Presentando una nuova stagione del suo «The Voice Kids», Antonella Clerici rivendica una primogenitura e sembra lanciare frecciatine al programma della concorrenza, «Io canto generation», appena partito su Canale 5. L'ammiccamento ci sta, ma perché Mediaset dovrebbe rinunciare a uno show dove i bambini cantano, soltanto perché ne andava in onda già uno? Seguendo questo ragionamento buono soprattutto per strappare qualche titolo in una conferenza stampa, esistendo già da una vita lo Zecchino d'oro e i Piccoli fans di Sandra Milo, nessuno dovrebbe più maneggiare bimbi canterini. Invece si può, eccome. Basta farlo bene.

E Canale 5 l'ha fatto con mestiere, in uno show che mi ha sorpreso per ritmo e leggerezza. Pezzi veloci (versioni più brevi, per non annoiare), un'orchestra che si è dannata per preparare una mole non indifferente di materiale, duetti con un cast di coach e giurati di primo livello, e un dispiego di mezzi da tempi della grandeur televisiva. Il tutto cucinato da Gerry Scotti, che con l'abilità da veterano che lo contraddistingue e la sua grande capacità di intercettare gli umori popolari, si gioca un mordi e fuggi di facce strane e interventi pop senza mai far scendere la tensione, che porterebbe a fugaci tocchi sul telecomando. Il pubblico ha giustamente premiato il programma, che gli addetti ai lavori immaginavano debole a causa dei tre rinvii di messa in onda.

Insomma, «Io canto generation» è stata una sorsata d'acqua fresca. Un bel progetto che s'inserisce nella filosofia della nuova Mediaset voluta da Pier Silvio Berlusconi, che prevede programmi più consoni a un grande broadcaster (si pensi al lavoro di ripulitura fatto sul Grande Fratello, che io stesso ho sempre caldeggiato, nonché al ridimensionamento del mondo di Barbara D'Urso, ora non più in azienda) e una narrazione diversa. Anche grazie ad acquisti felici dalla galassia Rai, come Bianca Berlinguer. Il tutto in uno scenario televisivo sempre più complesso, con l'emorragia del pubblico giovane, e ascolti frammentati, che rendono difficili le scelte degli editori.

mercoledì 15 novembre 2023

GERRY SCOTTI SPARA SU «TERRA AMARA» E «IO CANTO» SLITTA PER LA TERZA VOLTA

Il conduttore Gerry Scotti, all'anagrafe Virginio,

Che cosa sta succedendo a Mediaset e (soprattutto) a Gerry Scotti? Mentre la messa in onda del suo «Io canto Generation», che doveva debuttare domani su Canale 5 dopo già ben due rinvii, viene differita per la terza volta (Confusione in palinsesto? Sfiducia nel prodotto? Ufficialmente la fuga è dovuta al confronto con la scalata acchiappa-ascolti del tennista Jannick Sinner, quindi una decisione per preservare il prodotto), il conduttore pavese è stato pizzicato a lanciare in trasmissione una bordata pesante a una fiction a basso costo in onda sulla principale rete dell'azienda che lo manda in onda. Ovvero la serie tv turca «Terra amara», che potrà non piacere (e a Scotti evidentemente non piace) ma che macina provvidenziali ascolti in momenti di magra puntando molto sul pubblico femminile. Mentre la concorrente del suo quiz cercava di indovinare il titolo in questione, Scotti ha sibilato: «Tutti i giorni su Canale 5 ci dobbiamo beccare 'sta roba». Una stroncatura senza appello. Non è proprio come il salumiere che sconsiglia i propri affettati, ma poco ci manca.

Il nervosisimo di Gerry è motivato probabilmente anche dai recenti, poco gloriosi ascolti del suo «Caduta libera», ma il nostro è sempre stato un aziendalista senza mezze misure. Strano che si sia lasciato andare a un commento così tranchant, che probabilmente non è stato gradito dai vertici del Biscione. In un'intervista a Renato Franco del Corriere oggi l'uomo che da una vita colleziona ogni anno una messe di contratti pubblicitari ha definito il quiz un programma «abusato», fiaccato da troppe messe in onda. E per ciò che riguarda Sanremo accanto ad Amadeus ha precisato «una sera ci sarò». Su questo nodo non è dato sapere se ci sia o meno una sintonia con Pier Silvio Berlusconi. Ma evidentemente sì, se Scotti lo annuncia con certezza. Pensandoci però, perché uno tra i volti di punta di un'azienda dovrebbe essere "prestato" dalla medesima al maggior programma dell'azienda concorrente, facendole guadagnare ascolti?

Di certo dietro le quinte e nei corridoi del Biscione sembra esserci maretta. È un caso più unico che raro il terzo rinvio di messa in onda di un programma annunciatissimo. E se è vero che di talent-show è già piena la televisione (dunque di «Io canto Generation» forse si può fare a meno), è anche vero che per questa produzione non si è badato a spese. È così alto il timore di un flop?

martedì 16 novembre 2021

ABORTO, LA FRASE AL GFVIP * ENDEMOL SI DISSOCIA DA SIGNORINI (E MEDIASET COME LA PENSA?)

Endemol si dissocia dal conduttore del GFVIP Alfonso Signorini.

Persino Endemol Shine Italy, la casa di produzione del Grande Fratello Vip, con un comunicato, ha preso le distanze dalla frase di Alfonso Signorini pronunciata ieri sera durante la trasmissione (“Noi siamo contrari all’aborto, in tutte le sue forme”).
A parte il fatto che l’aborto è una legge dello stato del ‘78 confermata da referendum nell’81, nessuno vieta a Signorini, che forse ha fatto confusione tra il pulpito del GFVIP e una tribuna politica, di pensarla come crede. Ha però sbagliato a mio avviso il modo (molto equivocabile, con quel plurale maiestatis) e il contesto. Che cosa dovrebbe importare, di grazia, agli spettatori del reality di Canale 5, quale sia la posizione del conduttore del programma su un tema come l'aborto? Peraltro questione delicatissima.
Basterebbe scusarsi per l’infelice uscita invece di tenere il punto spostando il problema sulla libertà d'espressione, come fa invece il direttore di Chi. In tutto questo, Mediaset (che manda in onda Signorini e le sue sortite) che posizione prende? Urge fare chiarezza.

lunedì 23 novembre 2020

"SORRISI E CANZONI", IL MISTERO DEL LIBRO SU CANALE 5: LE COPIE SONO AL MACERO?

Silvio Berlusconi e il figlio Piersilvio. Sullo sfondo, la cover del libro scomparso.

Si infittisce il mistero di Segrate sul libro (realizzato con tutti i crismi e poi sparito) dedicato ai festeggiamenti per i 40 anni di Canale 5, in bilico fra i programmi della tv di Silvio e quelli della gestione di Pier Silvio Berlusconi. Il primo fondò la rete seguendola per anni, e il secondo la governa come Amministratore Delegato del Gruppo Mediaset dal 2015. 

Ora la preoccupazione è che le copie stampate e che per motivi mai chiariti non hanno visto le edicole possano essere già state mandate al macero da Mondadori; o che comunque questo provvedimento sia stato nel frattempo richiesto. Anche su questo punto l'editore (che non si è ancora espresso) dovrebbe forse fare chiarezza.

Il volume, intitolato "Buon compleanno Canale Cinque" e curato da Edmondo Conti, avrebbe dovuto vedere la luce, per la gioia di tanti lettori, insieme con il settimanale che l'aveva fortemente voluto, Tv Sorrisi e canzoni, ufficialmente il 10 novembre scorso. Ma l'appuntamento è saltato senza alcuna spiegazione. Avevo raccontato tutto il prologo della vicenda in QUESTO ARTICOLO la scorsa settimana. Una storia strana e davvero incredibile, soprattutto se si pensa ad altri particolari di cui sono venuto a conoscenza da fonti sorrisiane. Il libro, realizzato con il contributo fondamentale del ricchissimo archivio fotografico del settimanale (un patrimonio di immagini esclusive), era di per sé un grande valore aggiunto. Quindi in grado di far vendere, si immagina, molte copie a prescindere, in tempi notoriamente di magra per l'editoria italiana. Come se non bastasse, la prefazione era stata scritta di suo pugno nientemeno che da Giancarlo Scheri, attuale direttore della rete del Biscione. E la copertina (che vi mostro fronte-retro qui sotto), realizzata da Mirko Pajè. Grafico di comprovata fama e bravura.

Ma non è finita: sulla pubblicazione che non ha mai visto la luce emergono altri particolari non trascurabili:

Il fronte-retro della copertina di "Buon compleanno Canale Cinque".

tra i personaggi che vi comparivano con testimonianze inedite c'erano volti di primo piano come Antonio Ricci, Maurizio Costanzo, Pierfrancesco Pingitore e Barbara D'Urso. Non mancava neppure un dietro le quinte del "Verissimo" di Silvia Toffanin, per fugare i dubbi di qualcuno che potesse pensare che fosse stata improvvidamente trascurata per una svista fatale la compagna di Piersilvio Berlusconi. Infine, il volume era dedicato ad Alex Adami, giornalista della testata dalla grande caratura umana e professionale scomparso di recente. Un motivo in più per rendergli omaggio dando alle stampe "Buon compleanno Canale Cinque".
La dedica ad Alex Adami.
 

Libro che invece ha concluso misteriosamente la sua corsa dopo essere stato editato con ogni cura. E posso solo immaginare lo stato d'animo delle tante persone che a vario titolo fra Mondadori e Mediaset hanno contributo a realizzarlo. 

Perché cancellare l'uscita di "Buon compleanno Canale Cinque"? Il libro è andato al macero o i lettori hanno ancora la speranza di poterlo sfogliare, eventualmente con una ristampa? Domande che per ora restano senza risposta. Questo spazio resta a disposizione.


martedì 17 novembre 2020

PERCHÉ «SORRISI E CANZONI» HA CANCELLATO L'USCITA DEL LIBRO CHE FESTEGGIA CANALE 5?

Silvio Berlusconi, il figlio Pier Silvio 
e i loghi di Canale 5 e Tv sorrisi e canzoni.

Che cosa sta succedendo in Mondadori? Perché «Tv Sorrisi e canzoni» ha prima realizzato con cura il libro celebrativo «Buon compleanno Canale Cinque», dedicato ai 40 anni della rete ammiraglia Mediaset, e poi ne ha cancellato l'uscita, prevista ufficialmente per martedì scorso, 10 novembre, insieme con il settimanale?

Il mistero di Segrate fa chiacchierare (e un po' sorridere) anche i corridoi di Cologno Monzese, con un rimpallo di tam tam tra le due sedi delle aziende berlusconiane. La notizia dello stop, che mi viene segnalata da buone fonti interne redazionali a Sorrisi, trova facile conferma dando un'occhiata al profilo Facebook dell'autore del libro, Edmondo Conti, che appena il 18 ottobre scorso, con un post pubblico (lo riporto qui sotto), annunciava in pompa magna l'uscita del volume. Ecco le esatte parole dell'autore: «Adesso posso rivelarvelo: martedì 10 novembre, in tutte le edicole d'Italia, con il mitico Sorrisi e Canzoni, uscirà BUON COMPLEANNO CANALE CINQUE, il mio nuovo libro dedicato ai 40 anni del network più amato dagli italiani. Troverete 40 programmi con descrizioni, aneddoti esclusivi e foto inedite. Presto vi mostrerò la copertina: sarà una grande sorpresa!».

Conti sul su Facebook annuncia l'uscita del libro.

Sin qui Conti, con parole precise e lapidarie che infiammano molti appassionati di tv, davvero entusiasti. Dev'essere bello, infatti, poter sfogliare un volume che racconta la storia della rete fondata da Silvio Berlusconi e da lui amorevolmente vegliata per anni, e gestita dal 2015, assieme alle altre del Gruppo Mediaset, dal figlio Piersilvio Berlusconi, che ne è Vicepresidente esecutivo e Amministratore Delegato. Tutto bene, dunque. Benissimo. Invece no. Perché arriva il 10 novembre e del libro, in edicola, non c'è traccia. Sparito totalmente dal radar, nonostante il quarantesimo compleanno di Canale 5 fosse com'è noto, il giorno successivo. Niente di fatto neppure quest'oggi, una settimana dopo: in abbinamento con il settimanale, che ha in copertina Ambra Angiolini in una fiction Mediaset, in edicola c'è solo un diario-agenda del 2021. 

Con un articolo di Paolo Sutera dell'11 novembre, TvBlog, sito solitamente molto ben informato sulle cose televisive, raccontava un retroscena di taglia e cuci avvenuto di recente sul «Caduta libera» di Gerry Scotti per cancellare dalla puntata in onda proprio il giorno del quarantennale tutti i riferimenti alle piccole celebrazioni per Canale 5 già registrati da tempo. Una «vera e propria decisione editoriale» dice il sito citando generiche indiscrezioni, «in segno di rispetto di coloro che sono stati colpiti dall'emergenza sanitaria in corso». In pratica, niente festa né festicciola per dimostrare sensibilità verso i morti per Covid-19. Con una frase buttata lì nella parte finale del pezzo, Sutera recita (apparentemente) il de profundis anche per il libro, dicendo che «ci sarebbe dovuta essere anche una pubblicazione ad hoc per ricordare i 40 anni di Canale 5».

Edmondo Conti mostra il libro su Facebook.

Impossibile non pensare che si tratti del volume di Conti. Però i conti, se mi si passa il gioco di parole, non tornano comunque. Perché se la spiegazione della cancellazione dei video-festeggiamenti in segno di rispetto per le vittime della pandemia può avere un senso a livello televisivo (la tv ha un impatto d'immagine e mediatico molto forte), in tutta evidenza - a mio avviso - non sta affatto in piedi se si parla di un libro. Un semplice libro che esce in sordina in edicola, senza particolare clamore, e che non fa altro che celebrare una lieta ricorrenza; non offende, né può offendere nessuno. Tra l'altro, cancellarne la prevista uscita va palesemente contro la stessa linea editoriale di «Tv Sorrisi e canzoni», che con una pletora di copertine, settimana dopo settimana
, da una vita lancia e promuove volti e programmi di Canale 5. Che cosa sta succedendo, quindi?

Sul suo profilo Facebook Edmondo Conti non si dà pace: tre giorni fa, il 14 novembre, l'autore pubblica un post (lo trovate qui sopra) dove mostra, come promesso, anche la copertina di «Buon compleanno Canale Cinque»; il libro è piazzato al centro, vicino ad altre due sue opere pubblicate in passato e regolarmente uscite. E a un lettore che gli intima: «Fuori il terzo!», risponde non più con l'entusiasmo dell'annuncio del 18 ottobre, ma con un abbacchiato e laconico: «Lo spero tanto...»

Conti su Facebook risponde al lettore che reclama l'uscita del novo libro.

A Segrate (dove i rumors parlano di un numero notevole di copie stampate e bloccate) circola anche una spiegazione per lo stop o comunque l'improvvisa cancellazione della messa in vendita del libro dedicato a Canale 5. Non la pubblico per correttezza in assenza di un riscontro oggettivo, ma è in qualche modo coerente con un altro dato di fatto: è (almeno) dal 13 marzo 2018 (cioè ben prima della pandemia) che «Tv sorrisi e canzoni» annuncia ufficialmente ai media e sui suoi stessi media il ritorno dei Telegatti (diedero inizialmente per certo l'ottobre 2018), il leggendario premio televisivo soppresso nel 2008 e che fu punta di diamante della tv di Silvio Berlusconi. Telegatti che, però, di fatto, arrivati al dunque, non ritornano mai. Altro mistero gaudioso.

Al centro, il libro soppresso
sui 40 anni di Canale 5

Forse, per correttezza nei confronti del pubblico, dovrebbero essere proprio l'editore e/o la direzione del settimanale mondadoriano a disporre finalmente l'uscita di «Buon compleanno Canale Cinque», o quantomeno a spiegare i motivi di questa decisione che lascia a dir poco stupefatti. Questo spazio è a disposizione. È probabile che molti lettori e addetti ai lavori siano curiosi di sfogliarlo, questo benedetto libro, anche per fare un piccolo gioco di società e scoprire quanti e quali dei 40 programmi che illustra (il sottotitolo è: «Il racconto fotografico dei 40 programmi simbolo di Canale 5») appartengano alla tv dell'era di Silvio e quanti a quella di Pier Silvio Berlusconi.

mercoledì 11 novembre 2020

CANALE 5 COMPIE 40 ANNI: HA FATTO BENE AL MERCATO E ALLE STAR, MA AL PUBBLICO?


Sembra ieri che gattonava tra i palinsesti, invece ne è passato di tempo. Auguri a Canale 5, che oggi compie 40 anni. Una rete che ha stimolato la concorrenza, aumentando l'offerta e fatto bene al mercato. Con grande gioia delle star televisive e dei pubblicitari, soprattutto. 
Ma anche la rete che oggi manda in onda cose come «Live - Non è la D'Urso» e «Uomini e donne», e che un tempo sdoganò il genere con le sgallettate di «Non è la Rai», il primo show scarsamente neuronale dei palinsesti che fu anche la prima diretta del gruppo. Fondato da Silvio Berlusconi e attualmente nelle mani del figlio Piersilvio.
Prima della Legge Mammì si procedeva con un escamotage che si chiamava interconnessione per cassettazione. Ovvero videocassette che venivano mandate in onda simultaneamente in prima serata su tutte le piccole reti locali associate al circuito creando una "finta" messa in onda nazionale.
È una rete, Canale 5, che ha serializzato di tutto: cose buone e anche format trash immutabili. Possiamo considerarli esempio di buona televisione e soprattutto un buon esempio per il pubblico meno avvertito culturalmente, che in 40 anni ci è cresciuto? Probabilmente no. Attenzione, però: l'intrattenimento non necessariamente deve essere educativo. Anzi. L'importante però è che non sia (o non diventi) diseducativo.

venerdì 29 novembre 2019

CELENTANO, IL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI: IERI 11,1% PER LO SHOW E 8,35% PER IL CARTOON

Claudia Mori e Adriano Celentano.
Ieri sera c'è stato il tracollo dei (già bassi) ascolti: il fallimentare progetto di «Adrian», il depressivo show di Adriano Celentano in onda su Canale 5, ha portato a casa, nella parte live, l'11,1% di share, mentre il cartoon ha toccato l'8,35%. Risultati davvero drammatici per Mediaset, al giro di boa della penultima puntata, che vedeva come ospite principalmente Morgan.
Un abisso Auditel dal quale era già chiaro come fosse impossibile uscire. Ma non si immaginava di certo che si potesse arrivare a cadere così in basso, con un'emorragia di tre punti rispetto alla precedente e sempre deludentissima puntata.

La prossima settimana, a giochi conclusi, farò il punto sui tanti errori ideativo-produttivi che hanno portato alla realizzazione del progetto, ma un aspetto non trascurabile mi pare di poterlo sottolineare già in modo conclamato: è lo stesso Celentano a non credere più al prodotto che propone. La svogliatezza delusa (e comprensibile, se si considera ciò che l'uomo è stato un tempo per la tv) innerva tutto il programma e anche ieri sera, quando ha detto: «Seguite bene questa e la prossima, l'ultima puntata, perché ne succederanno di tutti i colori», sembrava il primo a non credere alle sue parole. Che cosa farà Claudia Mori, che tiene le fila di tutto, per correre ai ripari in vista del capitolo finale? Difficile pensare di poter fare peggio di così. Sotto l'11,1%, si può solo scavare.

lunedì 7 settembre 2015

MEDIASET CONTRO SKY E IL FASTIDIOSO DISPETTO DELLE RETI CRIPTATE

Da martedì 8 settembre coloro che guardano Canale 5, Italia 1 e Retequattro passando attraverso il decoder di Sky (in pratica, guarda caso, tutti quelli che conosco) troveranno un inequivocabile segnale di stop. 
Nella sua lunga e legittima guerra contro Murduch, Mediaset ha deciso di criptare i gioielli della corona, le sue tre reti generaliste, che spariranno così dal cosiddetto bouquet del gigante satellitare.
C'è, ovviamente, il trucchetto (carta che vince, carta che perde): per ritrovarle basta spingersi dove nessuno aveva mai osato, oltre le Colonne d'Ercole del telecomando, sui canali 5004, 5005 e 5006, per coloro che sono in possesso della Sky Digital Key o di decoder con digitale terrestre integrato. Per gli altri c'è il normale DT, e chi usa solo quello non si porrà neppure il problema.

Non so se questa di Mediaset sia una scelta intelligente, e di certo, se ci siamo abituati a Tiberio Timperi, in tv, col tempo, ci si abitua a tutto. Anche ai piccoli disagi. È senza dubbio un messaggio molto forte e chiaro: tu, con i miei contenuti, non lavori più. Troppo comodo «sfruttare», anche se di riflesso, i miei programmi. Farti bello con la mia Barbara D'Urso, che fa piangere gratis i tuoi abbonati. Sacrosanto. Resta il fatto che togliere la comodità di «scarrellare» impunemente sul telecomando da 1 a 7 (e sempre più spesso oltre) rischia di essere un dispetto che si fa più allo spettatore che a Sky. Non sono certo che il pubblico, il comune spettatore, che va tutelato sopra ogni cosa, lo avvertirà come quel segnale inequivocabile che Mediaset vuole dare. Sembra più il classico: adesso porto via il pallone e nessuno gioca più! La minaccia dell'antipatico al campetto dell'oratorio.

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