mercoledì 30 giugno 2010

MONDIALI 2010 * VUVUZELA? NO, «VUVUZZELLA»: A NAPOLI E' GIA' PARODIA


Il brano di Tony Di Scioscia che sta già spopolando. Per ora non in Sudafrica.

GLI INSEGNANTI ITALIANI * «LE FICTION SULLA SCUOLA, NON CI SOMIGLIANO»

È tempo di scuola, e le fiction vanno in cattedra. Fioriscono le serie tv dedicate (o in qualche modo ispirate) al mondo e ai problemi dell’insegnamento. Ma la scuola che fa capolino dal piccolo schermo è come quella reale, o almeno le somiglia? «Sorrisi» ha girato l’Italia per cercare di scoprirlo.
Antonio Nacci, genitore dell’esclusivo liceo Parini, nel cuore di Brera, a Milano, aspetta che la figlia Federica, 16 anni, finisca l’esame di riparazione. Pensa che le fiction non rispecchino la realtà, e aggiunge: «Il problema sono gli sceneggiatori: raccontano quello che hanno vissuto loro quando erano studenti, cioè un mondo di 20-30 anni fa. La scuola di oggi è completamente diversa». Bianca Franchi, vicepreside del liceo classico Salvador Allende, al Gratosoglio, periferia milanese (800 studenti e tre indirizzi di studio: classico, scientifico e ragioneria) dice: «Ho sentito alcuni colleghi commentare una di queste serie, “I liceali”, e trovo assurdo come dipingono ragazzi e insegnanti, non c’è alcuna aderenza alla realtà». 
Barbara Rotundo e Angelo Alberti, professori di Lettere, ce l’hanno con i luoghi comuni: «I nostri problemi sono altri: il precariato e un problema generazionale. Gli studenti sono poco responsabilizzati, e i genitori perlopiù assenti». La signora Nicoletta Vezzoli sta per iscrivere la figlia al liceo classico Allende. «Dalla scuola mi aspetto regole, ma ho visto troppe volte genitori polemizzare con i professori che criticano il rendimento dei loro figli, minacciandoli di far mandare la classica lettera dall’avvocato». Simone, 16 anni, terza ragioneria ha visto «’O Professore» e non ha dubbi: «Nella realtà è così un insegnante su mille». Tornando al Parini, Tatiana, 17 anni, dice: «Ho cambiato vari licei trovando ogni volta professori con cui era difficile relazionare». Paola Rossi, insegnante di lettere, spiega: «Le fiction che si vedono in tv danno una visione edulcorata dei problemi. Nella realtà noi insegnanti siamo sottoposti a continui cambiamenti di norme legislative e al ritorno di metodi del passato». L’unica voce fuori dal coro arriva da Parma ed è di Maria Dazi, direttrice della Scuola Europea, un istituto pubblico finanziato dallo stato che accoglie 503 studenti: «Vedo “Provaci ancora Prof” e mi piace» commenta «perché rispecchia lo stesso clima di collaborazione tra insegnanti e studenti che si respira da noi».
«Le fiction in genere sottolineano gli estremi: il Bronx oppure la rassicurante eccellenza. La realtà è più sfaccettata» dice Bianca De Simone, che ha appena concluso la sua carriera di insegnante di italiano ai ragioneri dell’Istituto tecnico Faravelli, di Stradella, 11 mila anime nell’Oltrepò Pavese. «Nella scuola» prosegue «da 10 anni a questa parte la situazione di degrado è precitatata, e da quando gli alunni sono diventati come clienti prevale la logica del “pago, quindi pretendo”. Con i genitori che spesso appoggiano i figli a prescindere. E poi ci sono frequenti episodi di ordinaria volgarità fuori controllo. Queste cose la tv non le racconta».
«Fiction come “´O Professore” sono uno spaccato di realtà ai margini, che non ci somiglia» dice Giuseppe Rustioni, segretario generale della scuola privata Faes, sei sedi in altrettanti grandi città italiane per applicare l’educazione omogenea, cioè corsi di studio solo maschili o femminili. «E poi» conclude «il nostro metodo didattico prevede un maggior coinvolgimento delle famiglie, più in ombra in tv».
Alla scuola media Vittorelli di Bassano del Grappa, 42 mila abitanti, la preside Paola Bertoncello è convinta che le fiction abbiano scarsa aderenza alla realtà della scuola, che deve fare i conti ormai anche con il difficile processo di integrazione dei tanti alunni extracomunitari. Ma invita gli sceneggiatori a non fossilizzarsi, e rilancia: «Questi prodotti tv, dai quali fra l’altro emerge un rapporto di eccessiva confidenza docente-allievo» dice «sono ambietati generalmente solo nel Centro-Sud d’Italia, come Roma e Napoli. Città che amo ma che spesso sono rappresentate con stereotipi. Perché non vengono a girare invece anche qui da noi, nel Nordest?».
Giorgia Pellizzer, 16 anni, terza liceo classico al Brocchi di Bassano, commenta: «In tv i professori sono o troppo buoni, o spietati. In realtà non è mai così. Da noi c’è chi cambia indirizzo in quarta perché non ce la fa, e altri che scoprono di voler lavorare a 16 anni, per poi magari pentirsene». Melania Andriolo e Vanessa Bonamini, entrambe quindicenni, hanno lasciato il Brocchi per altre scuole. La prima è convinta che le fiction siano poco credibili perché «si vedono gli insegnanti che aiutano gli alunni anche nella vita di tutti i giorni, e in realtà non succede»; la seconda pensa che «nella finzione tv esagerano raccontando episodi di bullismo». La storia d’amore fra un alunno e una professoressa, proposta ne «I Cesaroni», ha colpito più di un operatore scolastico. «Assurda e totalmente diseducativa» dice un’insegnante precaria del Sud che preferisce restare anonima. «Le fiction in genere danno messaggi rassicuranti sulla scuola a beneficio delle masse, ma la situazione è tragica. Non è il ritorno al grembiulino la soluzione ai tanti problemi». Al liceo Da Ponte di Bassano (1200 alunni, 90 insegnanti) il professore di matematica, Eugenio Bonaccorso, mette il dito su un’altra piaga: «Le fiction spesso rappresentano noi insegnanti come poveracci o poco più, che vivono in un buco, girano solo in bici e fanno fatica a comprarsi un libro. Guadagniamo poco, è vero, ma non ci facciano passare sempre come straccioni! Quest’immagine negativa si riflette sull’opinione che i ragazzi hanno di noi e ci toglie credibilità».
Dal Nord al Centro-Sud. Angela Vitale, in qualità di dirigente, ha le chiavi (letteralmente) della scuola primaria Moscati di Casoria, prima periferia di Napoli, comune commissariato per tre anni per infiltrazioni mafiose e molto degradato. 793 alunni e un centinaio di insegnanti e bidelli dipendono da lei. Come tutte le scuole di Casoria, anche questa non ha l’agibilità. «Prima ancora dei problemi didattici» spiega «i miei ragazzi vivono in un ambiente insicuro. Ma questo è un territorio non a norma. Qui l’illegalità è legale. I miei alunni, proprio come quelli di “’O Professore”, sono in gran parte ragazzi con problemi. Ma non è colpa loro: sono le famiglie a essere inadeguate. Mi auguro che prima o poi passi la legge che prevede che i bambini, già dalla scuola materna, vengano messi nelle mani di persone laureate e preparate. Il personale poi va retribuito in modo adeguato:1200 euro non bastano a far fronte all’impegno dei docenti. Per il nostro contesto, poi, la reintroduzione del voto in condotta andrà a inasprire i già difficili rapporti con alcuni dei nostri ragazzi».
Il liceo scientifico Keplero, a Roma è la scuola superiore della Garbatella, rione popolare diventato famoso grazie a «I Cesaroni». Il dirigente è Marcello Greco, professore di scienze geologiche, che gestisce 900 alunni e due sedi.  «Quella mostrata in tv», spiega «è una scuola edulcorata, finta, di fantasia. Ma non è un imbroglio. Tutti sappiamo che è finzione. Per sonalmente, ho visto molto bene la reintroduzione degli esami di riparazione. Con i debiti gli studenti non ne venivano mai realmente a capo. Ora con i corsi di recupero a luglio e con l’esame a settembre, si prendono un impegno e hanno la possibilità di chiudere un capitolo. E’ una fase di crescita».

(TV SORRISI E CANZONI - SETTEMBRE 2008)

BIANCA GUACCERO * «LE MIE FICTION? PRODOTTI DAL SAPORE PUGLIESE»

Non chiamatela personaggio. «Anche noi che facciamo spettacolo siamo persone. In particolare, io mi considero un’artigiana che fa prodotti dal sapore un po’ pugliese» dice Bianca Guaccero, il 21 e 22 settembre su Raiuno con «La Stella della porta accanto», fiction permeata di buoni sentimenti e con un titolo che pare il suo biglietto da visita. Nel ruolo della dog-sitter Stella, ovvero una «baby-sitter di cani», entra in una famiglia tormentata e lì nasce - quasi inevitabile - l’amore con Jacopo (Giorgio Lupano), papà di due figli che soffrono per la separazione dei genitori.
«Questo lavoro lo considero come un bicchiere d’acqua fresca» commenta «semplice ma non banale. È una commedia romatica, un po’ “Mary Poppins”, un po’ “Cenerentola”, un po’ “Bridget Jones”. Il personaggio di Stella mi assoglia molto, con la sua passione per i bambini, materna ma anche educatrice, e per gli animali. Anch’io ho avuto un dalmata per sei anni, Pongo. Ma da quando è morto non sono più riuscito a tenerne, per paura di soffrire». E l’idea di avere figli? «Quello è un sogno importante, ma deve nascere da un altro sogno, e verrà nel mento in cui troverò il grande amore. Non sono il tipo da fare bambini perché sta scadendo il tempo limite».
Del set, Bianca Guaccero ricorda l’imprevedibilità. «Proprio perché giravamo con cani e bambini, le sorprese erano sempre dietro l’angolo. Ma se un cane mi leccava la faccia all’improvviso, non facevo certo dare lo stop: cercavo di proseguire la scena, adattandomi».
Intanto l’attrice che ha calcato il palcoscenico di Sanremo sta provando la riduzione teatrale del film «Poveri ma belli», per la regia di Massimo Ranieri. «Sono emozionatissima» dice. «È un’esperienza straordinaria. Avrò il ruolo di Giovanna, quello che fu di Marisa Allasio. Saremo in giro per l’Italia dai primi di novembre».

(TV SORRISI E CANZONI - SETTEMBRE 2008)

IL VIDEO * «X-FACTOR» (O «ITALIA'S GOT TALENT») VERSIONE CINESE

martedì 29 giugno 2010

TWILIGHT SAGA «ECLIPSE» * VAMPIRI NOIOSI E UNA BELLA (SENZ'ANIMA)

C'è ancora un fermentone che non ti dico nel regno dei non morti e affini a spasso per l'America d'oggidì. Mentre Bella (Kristen Stewart) è a un passo dal diploma, i suoi ormoni vengono frullati dall'inestinguibile passionaccia per Edward (Robert Pattinson), che si scontra con l'antica amicizia - forse amore - per il palestrato Jacob (Taylor Lautner), lupo part-time. Me li faccio entrambi, oppure ne scelgo uno, rinfocolando l'eterna guerra tra vampiri e licantropi? Son problemi seri. Va a finire che come minimo ne sposo uno (vampirizzandomi) ma bacio quell'altro. Perché nella vita quel che conta è la coerenza.
Tra l'altro, c'è poco da scherzare: a Seattle avvengono misteriosi omicidi. Una vampira che più stronza e deviata non si può, sta costituendo un'armata di fortissimi non morti «neonati» che ce l'hanno con chiunque. Per tentare di combatterli, urge estrema alleanza vampiri buoni (o vegetariani) e licantropi. Se si riesce, siamo mostri come si deve.

Quel furbacchione di David Slade confeziona un filmetto puramente adolescenziale, fatto di palpiti e sfioramenti, addominali a tartaruga, prati verdi tipo cartolina e sentimenti a esclusivo uso e consumo dei (delle) teen-agers. Il resto è tutto clamorosamente già visto negli altri capitoli della «Twilight saga»: buono il primo, mediocre il secondo, non entusiasmante questo terzo. Che acquista un po' di vita proprio negli stucchevoli siparietti romantici, nobilitati da un filo d'ironia. Un film tranquillamente evitabile. VOTO: 6.

NASCE IL «CHI L'HA VISTO?» PER I CANI ABBANDONATI D'ESTATE (334.1051030)

334.1051030. Un numero da memorizzare sul proprio telefono cellulare.
E’ quello di Io l’ho visto, il progetto contro l’abbandono estivo dei cani in autostrada promosso da Prontofido in collaborazione con Radio 105, Radio Monte Carlo, Virgin Radio, Radio Bau & Co e A.I.D.A.A. (Associazione Italiana per la Difesa di Animali e Ambiente).
 E’ tutto semplicissimo: dal 23 luglio al 31 agosto sono in viaggio da solo, con la famiglia, con gli amici su un’autostrada italiana. Vedo un cane, disorientato e impaurito. Mi fermo alla prima area di parcheggio o di servizio e invio un sms al 334.1051030 con le coordinate più precise possibile.
Qualche esempio: MI-BO, km 150, cane nero
Oppure SA-RC, dopo uscita Battipaglia
Oppure area di sosta Verbano Ovest, cane bianco e nero zona pompa di benzina.

A questo punto i team anti-abbandono di “Io l’ho visto”, posizionati in alcuni punti di sosta strategici sulle autostrade, intervengono per il recupero del cane. Maggiori dettagli sono inviati dagli automobilisti, più facile è intervenire e salvare gli animali.
 I team anti-abbandono sono formati ognuno da 3, 4 volontari che viaggiano su un mezzo ben riconoscibile con il logo di “Io l’ho visto”.
Dal 26 luglio al 31 agosto 2009 sono stati 353 i cani salvati mentre vagavano sulle autostrade, oltre 380 volontari che si sono alternati per 5 settimane sulle autostrade italiane, oltre 1.300 segnalazioni di avvistamenti di cani abbandonati, di questi 550 avvistati sulle autostrade italiane, 84 cani restituiti ai legittimi proprietari grazie ai dati rilevati dai microchip in quanto cani fuggiti e non abbandonati.

PIETRO TARICONE * E' MORTO IL SIMBOLO DEL "GRANDE FRATELLO"

Pietro Taricone è morto a 35 anni nell'ospedale di Terni dopo 9 ore d'intervento chirurgico.
«’O Guerriero» aveva tutto: era bello e sveglio; un po’ dannato e intrigante; cialtrone quanto basta ma credibile, convincente. E con la splendida polacca Kasia Smutniak formava una di quelle coppie difficili da non invidiare. Splendidi, innamorati, e poco inclini alla routine familiare del casa-supermercato-vacanze con la station wagon. Nel 2008 lei aveva avuto una sbandata fatale per Raz Degan, altra faccia da schiaffi, ma dopo il fuoco della passione tutto era rientrato. Segno che il legame Pietro-Kasia funzionava ancora. A volte certe ferite si rimarginano. Insieme avevano una figlia di quasi sei anni, Sophie, cresciuta fra il cinema di mammà (ottima attrice in continua ascesa) e i ruoli un po’ defilati di papà, di recente prestato più volte alla fiction.
Lo sveglio Pietro era il personaggio-simbolo del «Grande Fratello», era uno tra i pochi (insieme con Eleonora Daniele e Luca Argentero) sopravvissuto alla grande macchina mediatica del padre dei reality, dal quale aveva saputo smarcarsi per creare quella che lui definiva "un abbozzo di carriera personale, costruita lentamente, in modo più orientale che occidentale". Ora resta l'amarezza non soltanto nel pensare alla sua giovane vita stroncata, ma a quell'abbozzo di carriera che forse avrebbe potuto ancora costruire. Dando al successo del lei, come amava ripetere. "Perché a volte il lei è meglio del tu, risulta meno invasivo".

lunedì 28 giugno 2010

PIETRO TARICONE * E' IN FIN DI VITA L'UNICO SOPRAVVISSUTO AL «GRANDE FRATELLO»

Pietro Taricone, 35 anni, forse l'unico vero sopravvissuto (mediaticamente) al «Grande Fratello», è in fin di vita a Terni dopo un lancio col paracadute.
Originario di Frosinone ma cresciuto a Caserta, Pietro «'O guerriero» è stato il vincitore morale della prima edizione (quella condotta da Daria Bignardi e vinta da Cristina Plevani, con la quale aveva avuto un flirt) del padre dei reality show. Uno tra i pochi che abbiano saputo gestirsi con intelligenza, traghettandosi verso la recitazione.
Intelligente e curioso, ha pagato questa sua passione per l'estremo. Ora è ricoverato in ospedale e le sue condizioni sono giudicate «disperate». Accanto a lui c'è la compagna, Kasia Smutniak, con la quale aveva vissuto di recente un periodo di crisi, a quanto sembra superato. Hanno una figlia, Sophie, di sei anni.
In mezzo a tanti personaggi da reality, figli del «Grande Fratello», che ormai vengono dimenticati nel giro di poche settimane, Taricone era riuscito a «reggere», grazie all'intelligenza ma anche alla novità di un format che (anche) in Italia ha fatto epoca. Si classificò terzo nel 2000. Di recente aveva partecipato alla fiction «Tutti pazzi per amore». Il cinema con la maiuscola restava un obiettivo difficile, ma forse non impossibile.

ELISABETTA CANALIS INTERVISTA GENE GNOCCHI * «NON CI SONO PAPARAZZI CHE SI SPINGANO SINO A FIDENZA»

Sapete che cosa vi dico? Basta con i calciatori. La verità è che sono innamorata pazza di quest’uomo. Di quella sua aria malandrina, da rappresentante di commercio. Che arriva al casello, scopre che c’è sciopero, e non si paga. Fa la faccia triste, ma dentro ride. Lo adoro. E ora lo intervisto per voi.
Gene, se ci mettessimo insieme, io e te, saremmo come Marilyn Monroe e Arthur Miller?
«No, come Marilyn e Carlo Croccolo. Lui ha detto che sono stati insieme e lei aveva qualche problema a smentire. Di norma dico che sono stato con Paola Borboni, e in genere però ci credono».
È vero che sei partito dai fotoromanzi, in rivalità con Massimo Ciavarro?
«Prendevo 15 lire a scatto; 80 se c’era il bacio impegnativo. La lavorazione di ognuno durava 2-3 anni: non c’era Photoshop, e le immagini venivano ritoccate a mano dai fratelli Lumière».
Sei un buon calciatore, è risaputo. Ma ti ha pesato essere scartato dal Milan, a favore di Van Basten?
«Piano, io i provini per il Milan nel ‘70-71 li feci davvero, ma poi finì in niente. Anche perché avevo scelto Victoria Silvstedt come preparatrice atletica. E i suoi metodi non sono proprio ortodossi».
Sono passati 25 anni dal tuo primo nudo integrale frontale, e tuttora sei l’uomo calendario più richiesto. Come mai non ne hai più accettati altri?
«Cambiano le mode: sono stato nudo tutto luglio e agosto sulla boa di Sestri Levante, a dieci metri dalla spiaggia, ma vigliacco se m’ha fotografato qualcuno, anche col telefonino!». 
Non ci credo: la verità è che si tratta di una questione economica...
«No, è che volevano farmelo fare a tema: sei mesi il fauno e gli altri sei i Village Peole. Non me la sono sentita».
Mi hai voluta ad «Artù» perché pensavi che il tuo sex-appeal non bastasse a fare audience?
«Sei stata presa perché il tuo fidanzato, il calciatore del Parma Reginaldo, voleva il giovedì sera libero per fare lo strip poker con Maddalena Corvaglia, Alessia Fabiani e il ministro Gelmini».
Che cosa ho io meno della Ventura?
«Un po’ di botulino in meno, qualche ritocchino in meno, un pediatra in meno come fidanzato. Ma Reginaldo è pediatra?».
Anche. A proposito: perché del tuo privato non si sa mai niente?
«Vivo a Fidenza. Trovami un paparazzo che si spinge fino a Fidenza...».
Hai mai vissuto una storia d’amore selvaggia?
«Mai. Sono tutto casa e famiglia».
I tuoi figli sono come te?
«Meglio. Il primo, 25 anni, fa il dj e sembra Hugh Grant o un modello di Versace: c’è la fila sotto casa. La seconda, 22, fa sociologia a Bologna e il terzo, 15, è a Fidenza al Liceo scientifico. Il sabato vado con loro in collina a mangiare le costine di maiale e sono straordinari: mi sommergono di prese in giro».
Perché non lavori mai con tuo fratello Charlie, non ti piace?

«No, in radio mi piace. E anche a “Striscia”. È che lui è molto identificato in coppia con Violanti... Comunque un paio di propostelle gliele avevo fatte».
È tempo di nuove Veline. Inventatene qualcuna anche tu.
«Tre nomi: Evelina Manna, Antonella Troise e Candida Morvillo, che andrebbe bene anche come Velina unica».
Sbaglio o stai per fare su Raidue un nuovo programma sui libri, ambientato tra i vagoni di un treno?
«Non proprio sui libri, ma sulla gente che scrive. Da metà novembre, la domenica. Quello editoriale è un mondo incredibile. Fatto anche di paesi che organizzano premi letterari per avere il personaggio. E glielo danno solo se poi va anche a ritirarlo...».
Lo spettacolo è fatto anche di porte chiuse in faccia. Ce l’hai ancora con Garrison e Maria De Filippi per averti escluso da «Amici», anche se ti proponevi già per la prima sfida, quella con la squadra dei blu?
«Questa cosa ancora non riesco a digerirla. Ci presentiamo alle selezioni io e Nilla Pizzi. Arriva la nonna di Maria - perché conduceva lei all’epoca, anche lei fra l’altro sposata con Costanzo - e dice: “Garrison ha detto no”. Restava da sentire per l’ultima parola Enzo Paolo Turchi, ma stava portando i suoi volpini a fare i bisogni. Ne da 40. Considera una mezz’ora, 45 minuti per volpino. Morale: finisce la trasmissione e lui è irraggiungibile».

(TV SORRISI E CANZONI - SETTEMBRE 2008)

LA FOTO * ECCO IL NUMERO DI TELEFONO DI DIO

Foto scattata oggi lungo la I-80 a ovest di Laramie (Stati Uniti). Ovviamente il prefisso da fare è lo 001.

sabato 26 giugno 2010

GRECIA * ISOLE IN VENDITA: DA MYKONOS A RODI (UN ATOLLO COSTRUITO ATTORNO A TE)

La Grecia ha 6000 isole nel Mar Mediterraneo, la maggior parte delle quali piccole o piccolissime. Solo 227 di queste sono popolate da esseri umani. Nelle altre, non c'è anima viva.
Ora il Governo, per far fronte a una crisi spaventosa, ha deciso di alienare gran parte di questo patrimonio naturale, sperando che ci siano al mondo così tanti multi-milionari interessati a comprarsi l'isolotto e farne un privée. Citofonare Briatore. Sono finiti in vendita persino lotti di terreno a Mykonos e a Rodi, già abbastanza turistiche. Non ci sono notizie, al momento, a proposito di Santorini, dove però l'entropizzazione è già ai massimi livelli.
L'isolotto più economico è in vendita a 2 milioni di euro, e questo mi rincuora. Secondo il sito Private Islands, però, una perla come Nafsika (nella foto), 1235 acri nel Mar Ionio, potrebbe costare appena 15 milioni di euro. Un affarone, magari da proporre ai vicini di casa alla prossima riunione di condominio, non ce ne fosse uno che mi sta irrimediabilmene sulle balle. Se faccio quattro calcoli, forse sui 50 mila arrivo. Mi mancano quindi 14 milioni e 950 mila euro, che potrei racimolare con un mutuo di Ing Direct o della Banca Mediolanum di Ennio Doris. Un atollo costruito attorno a te.

ARRESTATO IL BOSS FALSONE: UN NOME, UN DESTINO

Arrestato a Marsiglia il boss di Agrigento Giovanni Falsone, latitante dal 1999. Il cognome aveva insospettito i carabinieri.

venerdì 25 giugno 2010

ROCCO SIFFREDI, 2 MILIONI DI EVASIONE (E TREMONTI SUBISCE)


L'attore porno Rocco Siffredi, con 2 milioni di euro di evasione fiscale, è riuscito a metterlo in quel posto anche a Giulio Tremonti. Immagine peraltro agghiacciante.

FORMENTERA * MIGLIORI RISTORANTI - MEJORES RESTAURANTES - BEST RESTAURANTS - MEILLEURS RESTAURANTS - BESTEN RESTAURANTS - Лучшие рестораны

Se a Formentera non volete sbagliare mettendo le gambe sotto il tavolo, ecco alcune dritte imperdibili. Una garanzia è il ristorante «La Pequeña Isla» (sono gli stessi titolari del Vogamari), nel cuore della località Pilar de la Mola, vicino al mercatino hippie che si tiene la domenica e il mercoledì dalle 17 alle 21. Da non perdere il Pescado escabeche, dadoni di tonno marinato, l'arroz nigro, ovvero il celebrato riso al nero di seppia (almeno per due persone), e soprattutto il Bogavante frito, impagabile astice agli aromi e verdure, servito in terrina. Col vino siamo fra i 50 e i 60 euro, ma ne vale decisamente la pena.
Attorno chilometro 8 della strada principale, a pranzo, si può fare una capatina al «Real Playa», per gustare i gambas a la plancha, i celebrati gamberoni alla piastra. Il prezzo è abbordabile, ma il pulpo a la gallega mi è piaciuto meno. 
Pesce e carne ben curate anche all'inizio del lungomare di Es Pujols, al panoramico «S'Avaradero». Molta cortesia e forma, anche se poi al dolce mancava la crema catalana. Si sta un po' troppo in vetrina, ma è valido e i prezzi sono meno cari del previsto. Stesso discorso al vicino e più riparato (si arriva attraverso una passerella di legno) «Chez Gerdi», un tempo chiringuito sulla spiaggia e oggi ristorante da 300 coperti di proprietà di Carlo Sama insieme con altri soci. Dalla pizza al pescato fresco, passando per calamari saltati, carpaccio di polpo, sarda en saor (marinata) in un locale che non di rado è frequentato da vip nostrani e che di notte, grazie alla buona illuminazione, può risultare magico.
La panoramica si chiude con l'elegante «Can Carlos», un altro must. Si trova a San Francesc, il capoluogo, all'imbocco della strada che porta a Cala Sahona. Il piatto di Pata negra è impagabile, certo, ma se volete risparmiare qualche euro senza rinunciare alla qualità (anzi) conviene provare il Cecina leon, burrosissimo affettato che sta fra il prosciutto e la coppa. Costa 25 euro, ma come secondo non va perso il Tataki atun, delicatissimo tonno con misticanze per il quale probabilmente mi ringrazierete in eterno per la segnalazione.

giovedì 24 giugno 2010

SLOVACCHIA-ITALIA 3-2: SI TORNA A CASA DOPO UNA FIGURA DA PIRLO (MONDIALE)

L'aver fatto entrare in extremis l'ottimo Pirlo, non ci ha evitato una solenne figura da pirla in questi Mondiali 2010 consumatisi in Sudafrica. Tutto è stato vano. Delusione. Amarezza. Senso di impotenza. Improperi sparsi all'indirizzo di un atterrito Marcello Lippi, che all'esordio ha fatto un po' il figo senza poterselo permettere. Come Costantino Vitagliano ai tempi.
Neppure contro la Slovacchia siamo riusciti a imporci (forse le avremmo prese anche dallo Zimbabwe o da un dopolavoro ferroviario), e torniamo inesorabilmente a casa umiliati e derisi. Un'Italia imbarazzante, nonostante un goal di Di Natale al 36° del secondo tempo - e un altro di Quagliarella nei supplementari - ci abbiano dato per un istante l'illusione della salvezza. 
Oggi le vuvuzelas, suonano a morto.

LA FOTO * MARADONA E LE VUVUZELAS (UN USO ALTERNATIVO)

MILANO, APERITIVO AL «LIVING» * SORPRESA: TIZIANO FERRO E PAPALEO


Serata strana ieri al Living, uno dei templi dell'aperitivo milanese, all'Arco della Pace, nella straordinaria piazza che sta all'imbocco di Corso Sempione. Tra i presenti (il posto è da clientela medio-alta, sia come ceto che come età) è stato avvistato Tiziano Ferro che non beveva un «Rosso relativo» ma era in compagnia di un'affascinante amica. All'esterno, fra uno stuzzichino e l'altro, Rocco Papaleo (reduce dal discreto successo di «Basilicata coast to coast») chiacchierava di cinema con un paio di amici scrutando con intensità le gambe delle bellissime ragazze di passaggio, come Annalisa Vitali, ormai lanciata verso il neo velinismo.

mercoledì 23 giugno 2010

FRANCESCO FACCHINETTI * IN UN'AUTOBIOGRAFIA I SUOI ANNI SPERICOLATI

Se da bambini ingoiavate la plastica delle Crystal Ball invece di gonfiarle; se da grandicelli avete devastato di schiuma un intero piano dell’hotel dove soggiornava il vostro (famoso) papà; e soprattutto, se a 28 anni sentite già il bisogno di scrivere un’autobiografia, o siete un po’ strani, oppure siete Francesco Facchinetti. Il figlio di Roby dei Pooh, conduttore di «X-Factor» e «Scalo 76», esce il 7 ottobre con «Quello che non ti aspetti» (Sperling e Kupfer, 17,90 euro), viaggiando in bilico fra il baratro e la voglia di santità. Tant’è che si ispira, dichiaratamente, nientemeno che al suo omonimo san Francesco. Ecco 10 chicche in anteprima.

Supercar «A quattro anni sono uscito di nascosto, sono salito sulla macchina di mio padre, ho acceso il mototore, ingranato la marcia, messo il piede sull’acceleratore e sono andato a schiantarmi contro un albero».  

La benda «All’asilo si accorsero che dall’occhio sinistro avevo una vista perfetta, ma da quello destro ero praticamente cieco. I medici mi hanno applicato per anni un tampone oculare, da alternare su un occhio e l’altro, per riequilibrarne le funzionalità».

La prima volta come dj «Col cuore in gola e già predisposto alla fuga, ho fatto ballare 2000 persone. Con un trucco. I dischi in realtà li metteva un amico in grado di farlo: io mi sono limitato a fare il vocalist, quello scalmanato che urla di tutto in un microfono».

Le donne «Sono state tante. Una volta scoperte, sotto una, via l’altra. In alcuni casi ho fatto anche la cosa più bieca che potessi: sfruttare il mio cognome famoso, l’essere figlio di».

I Pooh «Con l’amico Daniele (Battaglia, figlio di Dodi, Ndr) giocavamo con gli ignari fan del gruppo,  spesso in maniera crudele ... Ci facevamo dare i bloc notes o i dischi che portavano per farseli autografare, e noi li firmavamo al posto dei nostri genitori: solo che invece discrivere i loro nomi, li sostituivamo con quelli di Ray Charles e Stevie Wonder».

Cannibalismo «Mio nonno mangiò la carne umana. Pure questo c’è nel mio DNA. Gli è accaduto in guerra, campagna di Russia. Cannibale senza saperlo».

Scuola «Mi sono portato da casa un coltello, sono salito sul pullman della scuola e ho squarciato tutti i sedili. Soffrivo anche di cleptomania. Rubavo tutto... Curioso essere considerato il più deficiente da genitori e professori, ma al tempo stesso sempre rappresentante d’istituto».

Dischi «Per primo, ho preso “Use your illusion”, il celebre doppio dei Guns ‘N Roses, che mi ha trascinato verso l’amore folle per la musica».

Drogarsi con l’accendino «Da adolescente prendevo piccole buste di plastica, ci ficcavo dentro la bomboletta del gas dell’accendino, ne facevo fuoriuscire il contenuto, richiudevo e aspiravo».

Papi «Wojtyla che mi fissa, si avvicina, impone la mano sul capo e con le dita mi fa la croce sulla fronte... Esattamente come da bambino, per la seconda volta dopo Papa Giovanni. Sono scoppiato a piangere».

(TV SORRISI E CANZONI - SETTEMBRE 2008)

ILARY BLASI * «QUANDO PENSO AL CONTRATTO VODAFONE, MI VIENE MOLTO DA RIDERE»

Mentre mamma parla, il piccolo Cristian, figlio di Capitan Totti, si agita come un diavolo giallorosso. E intanto sottolinea con una parola (quella che di solito non è bello scrivere sui giornali) il proprio bisognino impellente. «Oltre a lui c’è Chanel. Capirai, con due figli, alle dieci di sera io mi schianto sul letto e tiro giù la saracinesca. Non ce n’è più per nessuno...» dice Ilary Blasi, dal 30 settembre in prima serata su Italia 1 con «Le Iene show». Accanto a lei, spariscono Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu e spunta il tenero Fabio De Luigi.

Ilary, giù la maschera: lei è una finta iena. Troppo buona, parla sempre bene di tutti...
«Mica vero, sa? Anche se ho ‘sta faccia da angioletto biondo, sono un peperino. In genere sì, sono abbastanza buona, ma se mi fanno un torto o mi pestano i piedi, posso essere molto vendicativa. Senza pietà».
La cosa più ienesca che abbia fatto in vita sua.
«Una vendetta d’amore, ma non gliela racconto».
Insisto. Riguarda suo marito Totti?
«No, il fidanzato precedente, ma non gliela racconto. A Francesco però per ripicca non ho risposto al telefono per due giorni».
Confermo, lei è poco iena. Senta, ma che cosa ci fa qui, nelle Marche?
«I miei genitori sono originari di un paesino che si chiama Frontone, in provincia di Pesaro. Qui si sono conosciuti, e qui abbiamo una casetta di famiglia dove ogni tanto torno per non più di tre-quattro giorni. Poi mi annoio, non c’è niente».
Che differenza c’è tra Fabio De Luigi e Luca e Paolo?
«Loro sono più cinici, irriverenti, ti guardano dall’alto, in diretta te ne fanno di tutti i colori. E non le dico che cosa succede dietro le quinte...».
Con loro è quasi d’obbligo essere un po’ iena.
«Sono andati in pensione: capirai, dopo otto anni, era anche ora. Purtroppo tornano a gennaio».
E Fabio?
«Lui mi dà più l’impressione di essere uno che incassa, che si massacra da solo».
Vi siete già incontrati?
«Abbiamo cenato insieme, a Roma, qualche settimana fa. Finendo col parlare solo di bambini e pannolini. Anche lui è alle prese con la materia. Dice che vive tranquillo in un paesino in Romagna».
Nel cast delle iene sul campo entrerà anche Lucilla Agosti, conduttrice dell’ultimo «Dopofestival». Non è che rischiava di prendere il suo posto in studio?
«Non credo. Se c’era quest’ipotesi non l’ho mai saputo... Lavoriamo per la stessa agenzia, la trovo carina, sofisticata, ma comunque determinata. Mi piace. Dovrà trovare un suo ruolo per identificarsi come iena, e non è sempre così facile».
Le più grandi litigate con Totti?
«Oggi per i bambini. Lui ha un modo di fare diverso con loro. E poi per gelosia, quando eravamo assieme da un anno, io uscivo ogni tanto con i miei amichetti. E lui pensava chissa che. E diventava matto».
Quanto guadagna per gli spot Vodafone?
«Oh, maffàtte l’affari tua! Non glielo dico! Diciamo che quando ci penso, rido molto. A 27 anni non avrei mai pensato di portare a casa cifre simili. Se guardo quelli della mia età, alle prese con i tanti problemi di lavoro...».
Senza la notorietà, che cosa sarebbe di lei?
«Forse avrei aperto una profumeria. Ma mi ero anche iscritta a Scienza della Comunicazione: sono pigra e stare col sedere dietro una scrivania non è male. Avrei lavorato, comunque».
Il più grande colpaccio della sua vita: Totti o la tv?
«La tv, che è venuta prima di Totti. Nel settembre 2001 ho iniziato “Passaparola”, nel periodo in cui aveva veramente successo. A marzo ho conosciuto Francesco, e stare insieme di certo mi ha aiutata a emergere. Senza la tv credo che non l’avrei mai conosciuto».
È sempre dell’idea di avere quattro figli?
«Veramente io nun ce l’ho mai avuta, ‘stidea. Ce l’ha lui, forse, ma per ora va bene così».
Lei è andata in onda persino quand’era incinta di nove mesi. Scommetto che per non mollare il posto condurrebbe un programma anche dalla poltrona del dentista...
«Mannò. È che la maternità è normale, e per fortuna è sempre più così. Sono derminata, è vero, ma all’autore Davide Parenti andava bene vedermi col pancione, e io ho detto: perché no?».
Dimostri di essere Iena e mi  faccia una domanda veramente cattiva.
«Qual è il grande giornalista che lei non apprezza e che ritiene sopravvalutato? Scommetto che non lo dice».
Glielo dico: Giorgio Bocca.
«Sì, ora. Ma poi vedrà che non lo pubblica...».
Lo scrivo, giuro. Ora però tocca a me: Flavia Vento (i giornali parlarono di una sua storia con Totti, Ndr) vincerà «L’Isola dei famosi»?
«Non credo proprio: ma scusi, non è già finita in nomination?».

(TV SORRISI E CANZONI - SETTEMBRE 2008)

MATTEO CACCIA * LO SMEMORATO (MA SARA' VERO?) CHE SPOPOLA IN RADIO

Perdere la memoria porta bene. O quasi. Mentre al cinema spopola «Hancock», il supereroe smemorato di  Will Smith, su Radio 2 dal lunedì al venerdì alle 12,10, spunta Matteo Caccia, autore radiofonico novarese vittima dall’8 settembre 2007 di un’«amnesia retrograda globale». Vale a dire: aprire gli occhi e non ricordare nulla delle esperienze della propria vita precedente. Un bel guaio che è ora anche una trasmissione di tendenza, «Amnèsia». «La mia esperienza è stata traumatica, soprattutto all’inizio» racconta «ma va detto che sto bene e vivo la cosa serenamente. In trasmissione do spazio ai messaggi di chi mi conosceva, e al racconto di ciò che provo e vedo. Poi faccio ascoltare i tanti dischi che mi sono ritrovato a casa: una novità anche per me. Sono cambiato, dicono. Scherzo meno, ed è come se avessi un anno di vita invece di 33. Ma non vorrei tornare indietro». E il sospetto del tarocco, sempre in agguato? «Quello» dice «lo ammetto, soprattutto in chi non mi conosce. Mi imbarazzo invece se un vecchio amico mi avvicina e sussurra: “Matteo, a me lo puoi dire che ti sei inventato tutto...”».

(TV SORRISI E CANZONI - SETTEMBRE 2008)

FRANCESCO TRICARICO * «MORANDI? DOVREBBERO FARLO CAVALIERE O COMMENDATORE»

Lo schivo Francesco Tricarico alla corte di Gianni Morandi è un esercizio di straniante poesia. Come quel tale capitato per caso nel più grande ristorante emiliano, al cospetto di un «oste» navigato ed entusiasta. Siede a tavola, ascolta attento il menu dalle mille, sfiziose portate, ma in realtà non ha ancora capito se ha fame. «Lui è un grande ma è fatto così: sta sempre qualche passo indietro» dice l’eterno Gianni. Che si gode beato il «crash» artistico. E Francesco, di rimando: «Gianni è un monumento di simpatia e comunicativa. Vederlo parlare è una scuola, per me che sono un po’ più riservato. Ho molto da imparare».
Il cantautore milanese, premio della critica a Sanremo 2008 con «Vita tranquilla», ha scritto per Morandi «Un altro mondo», pezzo romantico che già rimbalza in radio e che fa parte del nuovo, triplo cd-raccolta dell’interprete di Monghidoro, «Ancora... Grazie a tutti», in uscita il 3 ottobre con 48 canzoni. «Lo scorso anno abbiamo pubblicato il primo “Grazie a tutti”» dice Gianni «e con le sue 320 mila copie ci ha dato grandi soddisfazioni. Bisognava battere ancora il ferro. E poi avevo altro materiale. Per esempio “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno, che è il pezzo col quale apro i miei spettacoli; e “Non ti dimenticherò” di Ramazzotti, che incisi in duetto con Alexia, ma lei cantava in inglese e io in italiano; volevo rifarla arrangiata da Celso Valli; infine, soprattutto, “Che sarà” dei Ricchi e poveri che in realtà l’autore, Franco Migliacci, nel ‘70 propose prima a me. C’era l’atmosfera di paese, e mi piaceva, ma la rifiutai perché il ritornello aveva assonanza con il “Que sera sera” di Doris Day, la canticchiava mio padre, mi sembrava già sentita. Migliacci mi sfotte ancora per quel no. Poi ci sono cose come “1950” di Minghi, “La storia” di Francesco De Gregori, persino “Tu che m’hai preso il cuor”. Nella mia carriera credo di aver inciso 480 canzoni...».
Il primo verso di «Un altro mondo» è una citazione più che mirata: «Ognuno pensa solo a se stesso», che rimanda a un classico morandiano: «Scende la pioggia». «È la storia di un incontro e di una crisi» dice Tricarico. «Lui è triste e chiede a lei un’altra opportunità per riscattarsi. In una storia dove, come accade spesso, si cade nella routine. Gianni  mi ha chiesto una canzone, e gli ho scritto questa. Sono onorato di aver lavorato per lui: lo ascoltavo già da piccolo in “Sei forte papà”, quella del famoso gufo con gli occhiali. Visto che qui in Italia non esistono i baronetti, secondo me dovrebbero farlo non cavaliere o commendatore, ma almeno principe. Dovrebbero dargli un titolo nobiliare, insomma». Morandi si schermisce («Non esageriamo») ma coglie lo spunto al volo: «Beh, in realtà commendatore lo sono già, ma non l’ho mai detto perché non è che la cosa mi faccia impazzire... Capirai, “Commendator Morandi...”. No, lasciamo perdere».
E mentre Francesco attende paziente nuove ispirazioni («Scrivo ma non ho ancora la data per una nuova uscita»), Gianni lo appoggia: «È ancora uno di quelli che lavorano solo quando hanno qualcosa da dire, non per tener fede alle scadenze. Ha scritto un grande pezzo anche per Celentano, “La situazione non è buona”. Quanto a me, spero di uscire il prossimo anno con un album di inediti. Il materiale non manca, ma ora non ho tempo: riparto col tour  il 14-15 novembre da Perugia. Anche la tv ogni tanto mi cerca, ma ora è meglio fare l’ospite. Non ho il terrore di un eventuale flop, ne ho avuti ma per fortuna anche grossi successi. Però è sempre più difficile fare ascolti, e il timore di sbagliare quando si esce con un disco o uno show, c’è sempre».
Se nel 1963 Morandi andava «a 100 all’ora», qual è oggi la sua velocità di crociera? «Per quegli anni, notevole» dice. «Oggi mi sento più rilassato, guido piano. Anzi, sto seduto dietro e telefono; in genere lo fanno altri per me. E poi con i comuni senza l’Ici e le casse vuote, le multe sono ovunque in agguato. Mi regolo così: se passo da Fidenza e Fidenza mi è antipatica, vado pianissimo. Se Lodi mi fa simpatia, accelero un po’ e regalo qualche euro a Lodi».

(TV SORRISI E CANZONI - SETTEMBRE 2008)

GOSSIP QUIZ * LA SHOWGIRL CHE RIDE SOLO A COMANDO

QUIZ SENZA SOLUZIONE PER UTENTI ESPERTI. STORIE RIGOROSAMENTE VERE DI VIP CHE (PURTROPPO) NON AVRANNO MAI UN VOLTO. CHI INDOVINA NON VINCE NIENTE E - SOPRATTUTTO - NON LO SAPRA' MAI.

Lei è una showgirl molto, molto sorridente. Lui un attore piuttosto promettente. Insieme hanno lavorato per qualche tempo in un progetto Mediaset. Tutto bene, all'apparenza. Eppure lui, quando si trova al bar con gli amici, in Romagna, racconta del sorriso di lei, che si spegne e si accende a comando, a seconda se siano accesi o meno i riflettori. Parecchia finzione sotto il sole, è il messaggio. Chi sono?

martedì 22 giugno 2010

«X-FACTOR», CAST COMPLETO * MAIONCHI, ELIO, TATANGELO E RUGGERI

Come anticipa il blog di Davide Maggio, si sono chiusi i giochi per la giuria della prossima edizione di «X-Factor», orfana di Morgan e Claudia Mori: oltre ai già annunciati Mara Maionchi (la nave scuola, quel tocco di ruspante vaffanculismo che piace alla gente che piace) e al fantasmagorico Elio senza le Storie Tese, che sarà di certo l'ironica, beffarda coscienza critica del talent condotto da Francesco Facchinetti, gli altri due musicanti in campo saranno dunque Anna Tatangelo ed Enrico Ruggeri, i cui nomi circolavano da tempo. La signora D'Alessio, che il pubblico televisivo frequenta ancora poco, potrebbe essere una sorpresa. Dopo il no di Francesco Renga, Ruggeri invece è un ripiego di lusso. Colto e ironico (pur senza l'istinto pedagogico di Vecchioni), potrebbe essere un buon acquisto. Di certo meglio immaginarlo in questa veste che non come inappropriato conduttore di «Mistero». Del resto al suo posto hanno messo Raz Degan, che è persino peggio di lui, quindi...

ELISABETTA CANALIS * MISS CLOONEY RECITA MEGLIO IN INGLESE CHE IN ITALIANO

Elisabetta Canalis, la pupa italiana di George Clooney (che è anche un'amica dai tempi di «Striscia la notizia», e sono molto contento per lei), ha un ruolo nella serie tv americana «Leverage». Ascoltate il promo in anteprima. Il sospetto - per quanto abbiamo potuto vedere sinora -, è che reciti meglio in inglese che in italiano. Il che è tutto dire. E anche la pronuncia è piuttosto buona. Brava Ely, continui a stupirci.

lunedì 21 giugno 2010

SINGLE * ECCO COME USARE LE MUTANDE DA UOMO

Un amico single laureato in economia domestica, mi spiega il modo migliore per ottimizzare l'utilizzo di slip e boxer. Insomma, delle mutande da uomo che tanto ci inorgogliscono (alcuni le portano addirittura firmate e costosissime) ma che spesso siamo pigri a lavare. «Una stessa mutanda - dice - può essere utilizzata quattro volte: davanti e dietro (spostando la patta sul sedere) due volte e altrettante dopo averla rivoltata». Insomma, un trionfo. Provate e sappiatemi dire.

domenica 20 giugno 2010

ITALIA - NUOVA ZELANDA 1-1: AVVERSARI PIU' FALLOSI DI «CICCIOLINA E MOANA AI MONDIALI»

Domanda: ma 'sti cacchio di sudafricani, perché suonano le vuvuzelas così, a freddo, anche prima dell'inizio della partita? Questi si alzano la mattina e iniziano a soffiare nella trombetta finendo a sera inoltrata, oppure è una modalità del tipo: entrata in stadio on/uscita dallo stadio off? Mi piacerebbe capirlo.
Per il resto, contro avversari più fallosi di "Cicciolina e Moana ai Mondiali" (tra loro c'è anche un Fallon, e forse non è casuale), abbiamo faticosamente portato a casa un pareggio (anche) contro la Nuova Zelanda. Nonostante un irregolare gol di Smeltz degno di un condono tombale, per fortuna compensato nel primo tempo da un gran tiro sprecato di Montolino e dal rigore di Iaquinta, che ha messo a posto le cose come un buon bicchiere di Citrosodina.
Nel secondo, Di Natale ha fatto sperare invano, ma non era aria per quest'Italia. E non si può dare sempre la colpa di tutto alle vuvuzelas.

«A-TEAM» * POTEVA ESSERE UNA CLAMOROSA BOIATA, E INVECE...

Mentre in Iraq, alla fine della prima Guerra del Golfo, le truppe sbaraccano, la squadra dell'A-Team, formata da ex militari delle Forze Speciali, viene incaricata di tornare a Bagdad a recuperare alcune matrici per stampare dollari americani e un enorme carico di contanti. Al lavoro ci sono il fascinoso Sberla (Bradley Cooper), il magnetico colonnello Hannibal (Liam Neeson), il sergente in crisi mistica P.E. Baracus (Quinton Jackson) e quella testa matta del Capitano Murdoch (Sharlto Copley) pilota da ricovero in neurodeliri. Il blitz riesce, ma qualcuno trama nell'ombra: la matrici vengono rubate, i soldi distrutti e i nostri finiscono braccati non solo dalla bella agente della Cia Carissa Sosa (Jessica Biel), che li vuole spedire davanti alla corte marziale, ma anche dal cattivo doppiogiochista di turno, che li ha incastrati.

Gli estimatori dell'ingenua, gloriosa serie Nbc datata 1983 temevano il peggio, invece il prequel diretto da Joe Carnahan riesce a non sfigurare, soprattutto grazie alla sapiente regia degli effetti speciali, che regalano ai patiti del genere action almeno 3-4 scene da antologia. Il resto è deboluccio, soprattutto la trama, raffazzonata, pretestuosa e a tratti un po' contorta. Jessica Biel lì dentro non c'entra nulla, ma è forse uno tra i migliori "non c'entra nulla" della storia del cinema.
VOTO: 6/7.

venerdì 18 giugno 2010

EDOARDO RASPELLI * 61, E SI ABBUFFA COME NESSUNO (NONOSTANTE IL BENDAGGIO GASTRICO)

L'abbinata gnocca-cibo era di quelle invitanti. E così Edoardo Raspelli, da 13 anni conduttore di «Melaverde», su Retequattro, e da qualche tempo anche attore (con il Gorilla, Victoria Cabello e Vittoria Belvedere), non ha rinunciato alla tradizionale abbuffata, nonostante il recente bendaggio gastrico. Alla sua festa di compleanno, organizzata al «The Beach» di Milano, c'erano - fra gli altri - Sabina Negri, la showgirl Reina Moncada, Gianna Tani, già papessa dei casting Mediaset e autrice del libro «Come nasce una star», ma anche Silvia Zanchi, reduce dall’Isola dei Famosi, la ”pupa” Mary Carbone e Miss Padania 2008 Alessandra Piscopo.
Nel menu spiccavano, tra gli altri, il prosciutto Ruliano di Daniele Montali, il culatello di Zibello di Massimo Spigaroli, di Polesine Parmense, mozzarelle di Avellino, burrate di Benevento. Ma anche olive all’ascolana, insalata di piovra alla messinese, insalata di riso alla creola, verdure miste grigliate e pastellate, canapè di vol au vent, torta di ricotta e spinaci, barchette di strudel di salmone, pennette al cuore di malenzane con pomodorini Pachino e mentuccia, e roast beef all’inglese.
A far da corollario al cibo, uno stuolo di belle ragazze. Ugo Tognazzi sarebbe stato orgoglioso di Edoardo.

ILARY BLASI * «SONO UN PO' RINCOGLIONITA, MA PER NON FARMI PARANOIE»

Intercettare Ilary Blasi e Fabio De Luigi, conduttori de «Le iene show», per sottoporli a una versione sorrisiana dell’intervista doppia, il format giornalistico più noto (e copiato) del programma di Davide Parenti? Non è semplicissimo, ma si può fare. Ed ecco il risultato.
 
I difetti dell’altro.
ILARY «È troppo buono».
FABIO «Ha lavorato con Luca e Paolo».
Il programma che ti fa cambiare canale.
ILARY «Gli incidenti di “Non solo Crash”, di Sky, troppo violento».
FABIO «Quelli del Bagaglino».
Mai fatto il chierichetto?
ILARY: «Mai»
FABIO «Certo. Per errore una volta suonai la campanella durante l’omelia: un’umiliazione pazzesca!».
Un giornale che non ti piace.
ILARY «Mi pare si chiami Gossip mese: tutti nudi, e poi... chi li conosce?».
FABIO «Il quotidiano Libero, troppo aggressivo».
L’avance più audace di un fan.
ILARY «Uno mi ha chiesto il numero di telefono. Strano, non si permettono mai niente, perché sanno con chi sto. Sarà stato straniero...».
FABIO «Dopo uno show, una ragazza mi avvicina dicendo: “Se mi sposi, questo è il mio numero”».
Uovo oggi o gallina domani?
ILARY «La gallina domani».
FABIO «Gallina domani, so aspettare».
L’ultimo libro che hai letto.
ILARY «“Sesso solo il sabato sera” di Robyn Harding».
FABIO «“Il ritorno del maestro di danza”, un giallo di Henning Mankell».
Il tuo più grosso privilegio da vip.
ILARY «Viaggi regalati, vestiti... Ma la cosa che preferisco è saltare sempre le file».
FABIO «Una volta la questura mi ha fatto aspettare solo 24 ore per farmi averer un passaporto».
Al posto di De Luigi doveva esserci Mammucari. Avresti preferito?
ILARY «Sai com’è, sono a disposizione dell’azienda...».
FABIO «Ovviamente no. Però non è vero: in realtà fu chiesto prima a me che a Teo. Non potevo perché ero all’estero per un film. Hanno rinviato di due settimane l’inizio del programma, mi sono liberato ed eccomi qui».
Vespa o Mentana?
ILARY «Mentana, è più simpatico».
FABIO «Mentana, mi ha anche dedicato una puntata».
«Le Iene» con Davide Parenti o un film con Pedro Almodóvar?
ILARY «“Le iene” le ho già fatte, mo fàmo Almodóvar».
FABIO «Mi spiace per Davide, ma scelgo Almodóvar».
La cosa peggiore che hai fatto.
ILARY «Far credere a un amico che la sua ragazza l’aveva tradito: aveva già iniziato a spaccare tavoli e sedie».
FABIO «Per strada ho inseguito per un paio di chilometri con cattiveria uno che mi aveva fatto uno sgarbo: se l’avessi preso, l’avrei picchiato. Me ne vergogno».
L’ultima volta che hai pianto.
ILARY «Vedendo “C’è posta per te”: la storia di un tale rimasto subito vedovo, allevando da solo due bambine. Piango molto».
FABIO «Quando ho saputo che è mancata Maria Rosa, una storica segretaria della Gialappa’s. Piango spesso».
Perché siete partiti con gli ascolti in affanno?
ILARY «È il solito bacino di Italia 1, e poi avevamo contro le partite».
FABIO «Non direi affanno. È in affanno la tv generalista. E forse i cambiamenti fatti richiedono un po’ di rodaggio».
Il tuo contratto più ricco.
ILARY «Vodafone».
FABIO «Con Aurelio De Laurentiis, un pacchetto che comprende alcuni film».
Quanto costa un chilo di pane?
ILARY «E che ne so? Al massimo compro tre rosette: un euro e cinquanta, giusto perché sto in una zona un po’ sostenuta...».
FABIO «Non ne ho la più pallida idea».
La cosa più intelligente che hai fatto.
ILARY «Fare i figli da giovane».
FABIO «Fare un figlio».
E quella più stupida?
ILARY «Dimenticare le chiavi fuori dalla porta di casa».
FABIO «Non averlo fatto prima».
A che età il primo bacio?
ILARY «A 13 anni, lui si chiamava tipo... Marco, me pare».
FABIO «A 13 anni col gioco della bottiglia, altrimenti sarei ancora lì che aspetto. Si chiamava Paola».
Il tuo partner tv è più bello o intelligente?
ILARY «Diciamo bello. Per l’intelligenza, diamgli tempo, stiamo a vedere».
FABIO «Può apparire più bella che intelligente, ma è entrambe le cose».
Luca e Paolo o Ric e Gian?
ILARY «Luca e Paolo, perché so’ più dei tempi miei».
FABIO «Luca e Gian».
Il servizio più bello nella storia de «Le iene».
ILARY «Il test antidroga ai parlamentari».
FABIO «Fabio Volo tutto nudo che intervista la Marcuzzi».
Una definizione di te.
ILARY «Una rincoglionita, si può dire? Svampita. Ma il giusto, per non farsi troppe paranoie nella vita».
FABIO «Un finto calmo, o compresso. Sopporto molto, ma quando esplodo posso essere definitivo».

(TV SORRISI E CANZONI - OTTOBRE 2008)

RUMORS * FRANCESCO RENGA E' ANCORA IN GIOCO PER «X-FACTOR»

Mara Maionchi ed Elio (vedremo con quale tipo di ruolo e scrittura all'interno del programma, per il boss delle Storie Tese) sono confermati nella prossima edizione di «X-Factor», su Raidue, per la conduzione di Francesco Facchinetti. Ma chi ha detto che Francesco Renga è già fuori dai giochi per il ruolo di giurato? Da dietro le quinte di Magnolia, la casa di produzione del talent, qualcuno dà come «ancora in corso», a dispetto delle notizie uscite sui giornali, le trattative con l'ex Timoria, che potrebbe prendere sostanzialmente il posto di Morgan. Tra gli altri nomi in lizza, quelli più accreditati sono quelli di Anna Tatangelo e Ambra Angiolini.

GOSSIP * FRANCESCA CIPRIANI (TETTA 7) HA PROBLEMI A CHAMPOLUC

Nuda non l'abbiamo mai vista del tutto, anche se qualche fugace immagine delle sue maestose tette (è stata dal chirurgo di recente per passare da una quinta a una settima, forse per poter dire di sfoggiare una misura in più di Cristina Del Basso, altra pin-up lanciata dal «Grande Fratello») è filtrata attraverso lo schermo in versione reality.
Fatto sta che la pupa per vocazione Francesca Cipriani, vincitrice della seconda edizione de «La pupa e il secchione», ne ha detta da poco una delle sue. Quando un'amica le ha parlato di un conoscente che «Viene da Champoluc», lei è rimasta per un attimo con gli occhi sbarrati. L'amica: «Francesca, sai che cos'è Champoluc, vero?». Risposta: «Non so, un centro benessere?». Il crash lessicale e fonetico si è creato per via di quello Shampoo-luc, che per Francesca non poteva essere una località della Valle d'Aosta, ma solo e soltanto una beauty farm.

giovedì 17 giugno 2010

UGO TOGNAZZI * QUELLA VOGLIA MATTA DI UN BAGAGLIAIO PIENO DI DELIZIE

Il sommo Ugo Tognazzi, racconta chi l'ha conosciuto bene, aveva un vizietto che nulla ha a che vedere - ovviamente - con quello che ha portato sullo schermo insieme con Michel Serrault. Pare che il grande cremonese abbia sempre amato alla follia, anche al culmine del successo cinematografico, partecipare a feste di piazza e spettacolini della serie mordi e fuggi: «Ogni tanto Ugo spariva» dice un produttore che ha lavorato molto con lui «e partiva per un posto strano in provincia. Presenziava a un evento, gli davano un milione o due e gli riempivano il baule dell'auto di ogni bendiddio. Tornava e gli chiedevi: dove sei stato? E lui te lo raccontava. E se obiettavi: 'Dai, ma perché fai 'ste cosette? Tu sei Ugo Tognazzi...' Lui rispondeva: non riesco a trattenermi, è più forte di me».

VICTORIA CABELLO * «MA PIPPO BAUDO DOVE NON E' STATO ANCORA TOCCATO?»

Se pensate che Pippo Baudo su Mtv sia come Rita Levi Montalcini a un rave party, forse presto dovrete ricredervi. SuperPippo, da sempre, ama contaminazioni e provocazioni. E se a farle è una tipina sprint come Victoria Cabello, che folleggia nella rete giovane per antonomasia, lui non si sente fuori posto. Anzi.  Figurarsi, poi, se si sottrae al gioco.
Tutto comincia (il contesto è la registrazione di una puntata speciale di «Very Victoria», in onda il 12 novembre alle 22,30) con l’alito di lei che gli appanna gli occhialoni, e finisce, manco a dirlo, con un bacio appassionato. Labbra pippesche già testate dalla Littizzetto, peraltro. Nel mezzo ci stanno Vicky che lo accoglie in maglione e ciabatte in un gustoso fuori onda; lei che gli misura le gambe al garrese («115 centimetri!») e poi monta a cavalcioni del mito a beneficio del fotografo di «Sorrisi». Chissà perché con il «monumento» Baudo l’approccio dei tele-partner è quasi sempre fisico, da Benigni a Fiorello in poi. Con blitz malandrini a mani aperte per violare i gioielli della corona del re della tv. «È un problema che mi sono posta anch’io» dice la Cabello «e sarei curiosa di sapere quali parti del corpo non gli hanno ancora toccato. Di certo non potevo buttarmi anch’io su quelle basse, perché lì hanno colpito già tutti. Persino ai capelli ha già pensato la Littizzetto». «Io li ho trapiantati. Invece nel caso di Mike si tratta di un miracolo» punzecchia Pippo. Che osservando uno storico fotogramma in bianco e nero del 1967, con i quattro moschettieri della tv (Baudo, Bongiorno, Corrado e Tortora per la prima volta insieme, ospiti di «Sabato sera») ricorda: «Gli altri tre erano già piuttosto famosi, e mi guardavano con diffidenza. Tortora mi disse: “Mettiti vicino a Mike e stai sempre in punta di piedi, così sembra un nano”».
L’happening Baudo-Cabello è un mix fra vecchia e nuova tv? «Non ne sarei così sicura» dice Victoria. «Pippo è mentalmente molto aperto, disposto a mettersi in discussione, si confronta con i giovani colleghi ed è furbo, sa bene come utilizzarli. È meno vecchio di quel che sembra. Credo sia il David Letterman italiano. Il suo unico difetto è la statura, il dislivello fra di noi». «Siamo gli opposti che si attraggono» fa eco Pippo. «E chissà se siamo poi così opposti... Chiamai Victoria come giurata a Sanremo, una volta, e si fece notare per i voti bassissimi dati a tutte le canzoni. Però è energica, ironica, innovativa. Anch’io mi sento ancora molto vitale. Se avessi 33 anni, la sua età, e il fisico che mi sorregge, potrei fare “Le iene” o condurre “Striscia la notizia”. Oppure, perché no, sperimentare un nuovo programma su internet».
«Io no» dice sorridendo Vicky. «A 72 anni mi auguro davvero di non fare più televisione. Al massimo dietro le quinte, come autrice, scrivendo per altri. E mostrare ai miei nipotini le sigle di “Very Victoria”». Il boss del video e la tele-peperina si  punzecchiano? Appena appena. È lei, reclutata per un Sanremo da Panariello, nel 2006, che azzarda: «Pippo, io il Festival non lo farò mai più, ma mi sa che anche tu, con l’aria che tira...». Lui ride di gusto e abbozza, mentre l’assistente di studio dalla capigliatura rasta (siamo pur sempre a Mtv) lo osserva divertito. Per gli onesti artigiani della tv giovane, Baudo è un’icona. In loro, dietro le quinte, non c’è spocchia o aria di sufficienza. Solo affetto, stima e voglia di foto ricordo. Pippo ricambia, e docile si presta a uno strano karaoke già pronto per «Blog».. Alla fine della performance lo congeda la brillante Marisa Passera, contraltare della Cabello in «Very Victoria»: «Grazie Pippo, poi ti spiego come fai domani a toglierlo da YouTube».

(TV SORRISI E CANZONI - OTTOBRE 2008)

MONDIALI 2010 * TEOCOLI-CACCAMO VA AL MATRIMONIO DI CASSANO

Teo-Caccamo alle prese con il matrimonio di Cassano; Teo-Cesarone Maldini disperso nella “savana tra le fiere”, alla ricerca dei Mondiali; Teo-Galliani, immerso nel “mercato” calcistico, risponde alle domande della stampa; Peo Pericoli e il Presidente Teo-Moratti; eppoi gli ospiti “veri”, come Paolo Rossi, Gianni Rivera, Arrigo Sacchi e tanti altri, nella trasmissione “TEOrema Mondiale”, in onda tutti i giorni su RMC-Radio Monte Carlo (dalla domenica al venerdì, dalle ore 17 alle 18, il sabato dalle ore 13 alle 14).

Un’ora di commenti sui Mondiali “vissuti con il sorriso”, con le storie dei tanti personaggi che Teo Teocoli “mette in campo” ogni volta, durante la conduzione, con la giornalista Gabriella Mancini e Max Venegoni.

In questi giorni, con Felice Caccamo si stanno seguendo i preparativi per il matrimonio di Antonio Cassano, in programma per il prossimo week-end a Portofino, ed affidato alla “sapiente” regia del “giornalista napoletano”, che sta viaggiando verso la Liguria con Pesaola e Bruscolotti (le ultime notizie lo davano nei pressi di Arma di Taggia) e che ha già previsto un abito “sui generis” per Cassano (pantaloni bi-colori, anni ’70, a zampa di elefante) e, all’uscita degli sposi dalla chiesa, un lancio di torroni al posto dei tradizionali confetti. Caccamo ha già deciso il suo regalo al calciatore della Sampdoria: un comò antico napoletano…

mercoledì 16 giugno 2010

AL BANO * DAL SALENTO ALLA RUSSIA, CON AMORE

Sembra un film: dalla Russia con clamore. Effetto speciale garantito quando Al Bano Carrisi fa tappa a Mosca e dintorni. E se 007 viaggia in incognito, lui viene riconosciuto da tutti. Quando lo intercettano, da sempre, è il primo a cantare.

Al Bano, quali sono gli effetti collaterali di questa popolarità?
«Ai concerti sento un calore inusitato, si spellano le mani, urla da stadio. E per strada mi bloccano e tocca fare la cantatina, non c’è verso».
Ovvero?
«Vogliono che intoni “Felicità”, e poi si uniscono al coro. Quelle 10 note che non gli puoi negare. Che non sarebbe neppure giusto negargli».
Quali tappe comprende questo tour?
«Oggi Samara, dove fanno la miglior vodka del mondo, ma abbiamo iniziato da San Pietroburgo, poi Minsk e Krasnodar, a due ore di volo da Mosca».
Ogni anno, quanti spettacoli fa all’estero?
«Una marea, il 70%. Il resto in Italia. Se da noi ho a che fare con 60 milioni di persone, fuori ce ne sono 2 miliardi che in qualche modo mi conoscono».
Tombola. La classifica dei Paesi dove è più richiesto.
«La Spagna mi ha quasi adottato. A seguire, Sudamerica, Canada, Australia, Russia, Germania, un po’ di Grecia, Turchia, Bulgaria, Polonia. In Francia ora si lavora meno, peccato».
Perché?
«Beh, perché lì andava forte l’accoppiata con Romina...».
Partendo da Cellino San Marco, con i voli, sarà una faticaccia immane.
«E perché mai? Cellino-Roma. Roma-mondo. Semplice, no?».
Se la mette così, sì. E ora, ha finito?
«Mi hanno chiesto di fare 250 concerti in Russia nei prossimi tre anni. Un contrattone al quale non potevo proprio rinunciare, mi creda».
Voleva farlo?
«No, lavoro perché mi piace. Ma vede, a volte lo faccio anche perché ho divorzi alle spalle, famiglie da mantenere».
Lei ha successo. Ma ci sono cantanti che dicono di esibirsi all’estero solo perché in Italia non li vogliono più.
«Non credo che mentano. In quei Paesi a volte vengono idolatrati. Pensi a Nicola di Bari, che in Sudamerica è stato più popolare di Iglesias. Trovano all’estero il calore che non c’è più in Italia. Io tengo sempre i piedi in due scarpe».
Non mi dica che lascia passare Natale senza uscire con un disco...
 «E quando mai? Ne ho due: “Canzoni di Natale” per Warner e con Mondadori il libro più cd “Con la musica nel cuore”. Le canzoni sono alcune classiche e altre insolite o sottovalutate del mio repertorio. E nel volumetto racconto questo mondo che mi ha portato a essere quello che sono».
Un eterno entusiasta.
«Sì, ma anche uno che forse ha la sindrome di Totò. Spesso massacrato da critici dei quali ora manco ci si ricorda il nome, e con una stella che invece brilla più che mai. Le critiche immotivate, per invidia, fanno male. Anche perché non puoi reagire».
Tornerà a Sanremo?
«Mi piacerebbe. Se smetteranno di considerarlo un’oca all’ingrasso a uso e consumo televisivo. Tra l’altro ormai non fa neanche più audience...». 
Visto che è in Russia, in Siberia ci manda qualcuno? Magari la Lecciso?
«Guardi che la Siberia è cambiata, ora si sta benone. Ci vivrei. Basta andarci d’estate: in inverno c’è un freddo che ti spacca il cervello».

(TV SORRISI E CANZONI - NOVEMBRE 2008)

CURIOSITA' * I COMICI DI ZELIG DIVENTANO PANINI

Quando il comico è tutto da mangiare. Succede dietro le quinte di «Zelig», il locale di Viale Monza, a Milano, che è anche il quartier generale operativo del programma in onda su Canale 5 per la conduzione di Claudio Bisio e Vanessa Incontrada. All’interno del bar, per la gioia dei clienti, la lista dei panini preparati da Simona Caboni ha nomi inequivocabili: da Raul Cremona ad Ale e Franz, passando per Checco Zalone, Paolo Cevoli e lo stesso Bisio. 15 varianti (una, con ingredienti a piacere, porta il nome dello show) in un trionfo di rucola e salsa rosa, gamberetti e speck, sorrisi e prosciutto di Praga. Quattro euro ciascuno, «farcitura melanzane e funghi sott’olio a richiesta». L’idea è venuta anni fa ad Antonio Bozzo, patron di «Zelig», locale che manda avanti dal 1986. È lui che modifica l’ambita lista e che decide il «guitto» destinato a diventare panino oppure a restare nel gastronomico anonimato. «Ho aspettato parecchio per finire in quella lista» dice Enrico Bertolino «e per me ora è motivo di vero orgoglio. Come aver vinto un premio...».
«Ai tempi in quell’elenco c’era gente come Paolo Rossi, Aldo Giovanni e Giacomo, Elio e le Storie Tese, Riondino...» dice Bozzo. «Oggi la lista, che cambierò ancora nel gennaio 2009, ospita nomi più televisivi, legati all’attualità del programma. Cerco di abbinare gli ingredienti al tipo di comicità del personaggio, più o meno dolce o speziata. È un gioco, una forma di eucaristia, se vogliamo, ma lo confermo: i comici ci tengono, e ogni tanto qualcuno viene da me e facendo finta di niente dice: “Allora, ma a me il panino quando lo fate?”».
La classifica dei più gettonati? La fa Livio Parietti, gestore del bar: «Bisio, Ale e Franz, Marco Della Noce, Raul Cremona e Paolo Cevoli».

GEMELLE DE VIVO * «NON SIAMO STRONZE, SULL'ISOLA C'ERA STRATEGIA»

Ieri, se eri brutto, ti tiravano le pietre. Oggi, se sei bello (ma cattivo), ti regalano un reality. Dalla scala C del loro condominio a Fuorigrotta, sotto il cielo capriccioso di Napoli, le gemelle Imma (Concetta) ed Eleonora De Vivo, belve mai dome de «L’isola dei famosi 6», non faticano a farsi carico di tutta l’antipatia del mondo. Ma alla vista di «Sorrisi» vuotano il sacco: «Nella vita non siamo così str... Là c’era strategia» dicono. «Siamo entrate come riserve e provocare era il nostro modo per emergere. Sapevamo che ci avrebbero sbattute fuori molto presto...».
Fatta questa premessa, le due pesti partenopee ne hanno comunque per tutti. In particolare per Peppe Quintale, il loro primo bersaglio: «È un bradipo, viscido, è lì solo per dimagrire. Dovrebbe essere comico, ma non fa ridere» dice Imma. «Per causa nostra si vergogna di essere napoletano. Ma quale napoletano? Vive a Milano da vent’anni, non è solidale con gli altri di Napoli e fa la spia. Ovvero il contrario di quel che fanno i napoletani». E il primo è sistemato. Chi vincerà? «Carlo Capponi o Vladimir Luxuria, entrambe brave persone, che ci piacerebbe frequentare. Carlo è furbo, si è inventato questo personaggio e ci gioca. Non ha grandi mezzi, vive in una casa modesta. Se vincerà lui sarà a fin di bene, se sarà Vladimir, uno schiaffo all’Italia bigotta». Già, i soldi. Mai stati un problema per le gemelle spaccaNapoli. «Siamo figlie di una casalinga e di un imprenditore. Nostro padre ha alcune pompe di benzina. Non ci è mai mancato niente. All’Isola prendevamo 50 euro al giorno: abbiamo firmato solo per la grande opportunità e ci riteniamo fortunate» dice Elenora. «E anche pronte» aggiunge Imma «a tornare ai nostri lavori: io assistente di un chirurgo plastico, ed Eleonora al terzo anno di Scienza della formazione».
Impossibile non tornare alle storie tese dell’Honduras, ovvero il caso Rodriguez-Rubicondi, dopo che Imma aveva definito Belen «La fidanzata più infedele d’Italia». «Cosa che confermo. L’inciucio fra i due è verissimo, e sull’isola lo sanno tutti. Poi ci sono immagini che non sono state mostrate o che forse non esistono» dice Imma mentre la sorella con la mano le fa segno di non esporsi troppo. «In ogni caso» interviene Eleonora «io ho visto Belen e Rossano baciarsi sotto la capanna comune. Sull’isola se uno vuole cercare un po’ d’intimità per 5-10 minuti, la può trovare, prima che ti ripuntino le telecamere in faccia». «Belen per fare la supersexy a tutti i costi non se le faceva puntare solo il faccia, ma ovunque» dice Imma. «Non sopporta le donne, ha un atteggiamento da ape regina, da donna del boss. Ha legato solo con Veridiana, perché avendo una personalità insignificante, non l’ha mai temuta. Rossano invece è allegro, estroverso, simpatico: ci ha persino ringraziato per la nostra schiettezza».
Dei concorrenti sappiamo. Ma Magnini? Lunga pausa. «E chi è?» esclama candida Imma, prima che la maxi-gaffe sull’inviato faccia tornare il sole ‘ncopp ‘o Vesuvio.

(TV SORRISI E CANZONI - NOVEMBRE 2008)

«CHICCO» MENTANA AL TG DI LA7 (E IL BUON PIROSO, CHE FINE FA?)

Chicco, dunque, ha trovato casa al tg di La7. Chicco Enrico Mentana non è uno di quelli facili da piazzare, nonostante la bravura indiscutibile, da fuoriclasse, la battuta sferzante e quel tantinello di consapevolezza di se stesso che a volte, anziché favorirlo, lo danneggia.
Tant'è che ha passato ben 16 mesi vagabondando come ospite da un programma all'altro, prima di ritrovare posto sull'autobus dell'informazione che conta dopo la brusca rottura dei rapporti con Mediaset, dov'era direttore editoriale. Aveva terra bruciata attorno (la desertificazione è niente, al confronto) ma è riuscito a recuperare una buona vetrina senza piagnucolare troppo, giocando di sponda, con dichiarazioni attente nei giusti contesti. Non è rientrato a Mediaset, come sembrava, ma nella galassia Telecom, dove devono essere cadute le resistenze politiche trovate sino a questo punto.
Mentana al tg di La7 farà un buon lavoro. Ma il povero Piroso, direttore uscente? Antonello non aveva affatto demeritato, anzi. Con una buona dose di coraggio è riuscito a dare una voce identificabile e chiara alle news della settima rete italiana. Toglierlo di mezzo così non è carino. Ricordo quando - più giovane e ambizioso ma già attento, onnivoro - cercava ancora una sua strada giocando fra l'informazione e l'intrattenimento. Si occupava dei collegamenti a bordo piscina in un'edizione del Guinness dei Primati di Alberto Castagna, dove il sottoscritto faceva il principiante autorello.
Ora si dice che dovrebbe «continuare a collaborare» con l'azienda. Peccato, però. Quando si dice far fuori il pesce piccolo per far posto a quello grosso...

martedì 15 giugno 2010

VASCO ROSSI * IL "MACHO" ARRESTATO CON 30 GRAMMI DI COCAINA

Uno tra i più stretti collaboratori di Vasco Rossi, Massimiliano "Macho" Barbieri, arrestato nottetempo nel porticciolo di Sanremo per "detenzione a fine di spaccio" di sostanze stupefacenti. Aveva 30 grammi di cocaina nascosti nella calotta dei fari posteriori del Suv. Il cantante "dormiva" nel suo yacht ormeggiato poco distante. Albachiara.

FABRIZIO CORONA SI FA (IN PROPRIO) UN GIORNALE DI GOSSIP

Quella sagoma di Fabrizio Corona non molla, né Belen Rodriguez (che prima o poi finirà per mollare lui, se non inizia a rigare dritto), né il colpo. La sua prossima mossa è l'idea di un rientro alla grande nel giro editoriale. Prima scalderà i muscoli con un reality on-line, facendosi scrutare per un mese dalle webcam nel suo ufficio - da domani - su www.vitespiate.com. Poi, il 15 luglio, uscirà in edicola con «Star-Tv mese», testata fondata dal padre, che ultimamente navigava in acque incerte, e che avrebbe appena acquisito, più o meno direttamente, per circa 200 mila euro.
L'intento è quello di pubblicare sul nuovo mensile il materiale fotografico che non è riuscito a piazzare - per un motivo o per un altro - sulle testate principe del gossip, da Chi a Novella 2000. Una piccola scommessa che potrebbe funzionare, ottimizzando il lavoro dei suoi paparazzi. E l'impegno di un mensile, in fondo, non è poi così gravoso.
L'antipatico che piace (non a tutti) medita di portare in Italia, fra poco, anche ciò che resta di Pamela Anderson, la bagnina di «Baywatch», per un tour e un'operazione promozionale della serie assalto alla diligenza.

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